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1) Dizion. 5° Ed. .
DISACERBARE.
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DISACERBARE.
Definiz: Att. Rendere di acerbo, ossia duro o insensibile, mite e pietoso. ‒
Esempio: Corsin. B. Torracch. 6, 61: E bevanda ne fa,... ch'intenerisce e disacerba Ogni più aspro, ogni più duro cuore.
Definiz: § I. Più spesso riferiscesi a dolore così fisico come morale, affanno o simile, e vale Alleggerire, Mitigare. ‒
Esempio: Petr. Rim. 1, 230: Con diletto l'affanno disacerba.
Esempio: Poliz. Rim. C. 27: Ridegli attorno tutta la foresta; E quanto può sue cure disacerba.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 67: Ella dalla madre apprese Qual più secreta sia virtù dell'erbe, E con quai carmi nelle membra offese.... 'l duol si disacerbe.
Esempio: E Tass. Gerus. 8, 63: Con superba Voce il furore e 'l conceputo affanno In tai detti divulga e disacerba.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 30: Ma non uscì [il Petrarca] del suo amoroso soggetto, nel quale, per disacerbare cantando il suo duolo, più che per cercar gloria, egli s'esercitò.
Definiz: § II. Neutr. pass. disacerbarsi Cessare di essere acerbo, Maturarsi, detto di frutto. ‒
Esempio: Poliz. Rim. C. 249: Or che nell'arbor aprire ogni fiore Veggio, e già 'l frutto che si disacerba, Del bell'arbore aspetto il frutto còrre.
Definiz: § III. Più spesso figuratam., detto di duolo, affanno e simili, vale Mitigarsi, Alleggerirsi. ‒
Esempio: Petr. Rim. 1, 25: Perchè, cantando, il duol si disacerba.
Esempio: Buonacc. Montem. Pros. Rim. 274: Non disperar tua bella età fiorita, Chè gran doglia in un dì si disacerba.
Esempio: Mart. L. Op. 26 t.: Che quand'ogni altrui duol si disacerba, Pruovo martire a null'altro secondo.
Esempio: Bald. Quint. Cal. 1, 217: Eppure in lui Non si disacerbava in parte il duolo.
Definiz: § IV. Detto di persona o dell'animo, vale Deporre il dolore, o altra passione che lo agiti. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 37, 79: E poi che per stracciarlo e farne scempio Non si sfoga il fellon nè disacerba, Vien fra le donne di che pieno è il tempio.
Esempio: Giust. Vers. 73: Virtù d'amor non lieve e non mentita Come gemma derisa asconde e serba; La sua non terge per l'altrui ferita, Ma del comun gioir si disacerba.