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1) Dizion. 5° Ed. .
CENA
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CENA.
Definiz: Sost. femm. Il pasto che si suol fare nella sera.
Dal lat. coena. –
Esempio: Comp. Din. Cron. 22: I quali ritrovandosi insieme a cena una sera,.... pensarono scontrarsi nella brigata de' Cerchi.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 3: Lo invitò la sera a cena e albergo.
Esempio: Poliz. Pros. 63: Cominciò dopo cena a giacere in sul lettuccio.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 69: Si trovò in un convito a cena, avendo in una pietra grande d'anello l'immagine di Tiberio scolpita.
Esempio: Grazz. Pros. 198: Spesse volte, senza esser invitato, se n'andava a desinare e a cena col Magnifico.
Esempio: Tass. Dial. 1, 355: In queste poche vivande sarà ristretta la nostra cena.
Esempio: E Tass. Dial. appr.: Mi parrà d'esser a cena con gli eroi.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 4, 34: Rise Rinaldo, e disse: ho un po' scherzato Qui col padre per fare ora di cena.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 2, 208: Leonida, ch'a' suoi, lieto, propose Un duro prandio, una terribil cena.
Definiz: § II. E per le Vivande che si mangiano a cena. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 213: Molto tosto l'avete voi trangugiata questa cena.
Esempio: Menz. Sat. 2: Vitupero in veder genti satolle Ruttare in faccia anco l'esterna cena Alle dotte persone ignude e frolle.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 29: Disse l'amico Ciapo, di chi è quella Superba cena?
Definiz: § III. Cena del giovedì santo, o assolutam. La Cena, intendesi di quella, nella quale Nostro Signore istituì il Sacramento della Eucaristia. –
Esempio: Cap. Comp. S. Cr. 11: Ordinamo, per memoria di quella amorosa Cena, nella quale Iesù Cristo, maestro perfettissimo, ordinò la santissima comunione del suo Corpo e Sangue,.... che tutti quelli di questa Compagnia... siano tenuti e debbiano fare cena, carità e pasqua, il giovedì santo, ciascuno anno.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 60: Lo spirito mio esultò con grandissima letizia, quando mi vidi condotto all'ultimo, e specialmente nella Cena del giovedì santo.
Esempio: Poliz. Pros. 9: Ordinata adunque la cena, poi che il diavolo avea nel cuore e nella volontà di Giuda messo per suggestione lo scellerato tradimento, sappiendo Cristo ec.
Definiz: § IV. Cena del benedetto Agnello, trovasi detto poeticam. per la Gloria dei beati. –
Esempio: Dant. Parad. 24: O sodalizio eletto alla gran cena Del benedetto Agnello.
Definiz: § V. Dar cena ad alcuno o Dar da cena ad alcuno, vale Dargli da mangiare a cena; Farlo cenare a sue spese. –
Esempio: Cellin. Vit. 174: Avendo la sera dato cena a parecchi mia amici.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 82: E diede lor cortesemente e lieto Povera cena, e diella volentieri.
Definiz: § VI. Dar pan per cena ad alcuno, dicesi familiarm. per Essere a lui molto superiore in una data cosa; Potergli dar lezione della medesima.
Definiz: § VII. Far la cena di Salvino, o del Salvino, si disse in modo basso e proverbiale, per Andare a letto senza cena; che oggi dicesi Far la cena del galletto, un salto e a letto. –
Esempio: Buomm. Cical. 54: Io ho paura, che vo' abbiate fatta la cena del Salvino, che si lavava le mani, e po' andava a letto.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 23: Se non si fa la cena di Salvino, Quanto a mangiare e' non c'è assegnamento.
Esempio: Not. Malm. 1, 350: Far la cena di Salvino. Andare a letto senza cena; chè la cena di Salvino era, pisciare e andare a letto.
Definiz: § VIII. Chi va a letto senza cena, tutta la notte si dimena. Proverbio di chiaro significato. –
Esempio: Red. Lett. 2, 77: Quel non dormire.... non nasce da tè, ma bensì dal non aver cenato; perchè in molte complessioni si verifica quel proverbio: Chi va a letto senza cena, Tutta notte si dimena.
Definiz: § IX. I capelli ingrossano dopo cena. –
V. Capello, § XXX.