Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LORDEZZA.
Apri Voce completa

pag.


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
LORDEZZA.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Lordo. L'esser lordo; oggi più comunemente Lordura. –
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 78: L'occhio maculato l'altrui macula ben non vede, e la mano lorda non può l'altrui lordezza nettare.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 43: Qui gli uomini e le cose tutte rappresentano lordezza e ferità.
Definiz: § I. E per Sporcizia, Bruttura, Immondezza. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 132: Il tempio si debbe collocar in quel luogo che e' vi abbia a star con somma reverenzia e maiestà; e quindi si debbe al tutto discostare ogni sorte di spurcizia di brutture e di lordezze.
Esempio: Bianchin. Sat. ital. 37: Bagnato poi dall'acqua, cominciò quella lordezza, già inumidita, a calare giù per esso bicchiere.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Varch. Boez. 131: Se potessero per qualche fessura la virtù, che hanno lasciata, vedere, e conoscessero di poter mediante i tormenti delle pene por giù le lordezze de' vizj, direbbero ec.
Esempio: Pallav. Perfez. crist. 500: Hanno potuto così celare la lordezza di quell'azione in cui ec.