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DANNAZIONE.
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DANNAZIONE.
Definiz: Sost. femm. Il dannare o condannare.
Lat. damnatio. –
Esempio: Giannott. Op. 1, 212: L'accusatore fusse tenuto pubblicamente in detto iudicio fare tale accusa, e seguitar tanto la causa, che ne succedesse o l'assoluzione o la dannazione.
Definiz: § I. Si usò anche per Condanna a qualche pena. –
Esempio: Vill. M. 192: E per giustificarsi della corrotta fede, aggiunsono una corrotta dannazione.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. 220: In luogo di quelli [meriti], ingiusta e furiosa dannazione, perpetuo sbandimento.... gli furon donate.
Definiz: § II. Dannazione vale comunemente L'essere il peccatore condannato nell'altra vita alle pene eterne, Perdizione dell'anima per il peccato. –
Esempio: Passav. Specch. Penit. 29: S'ingegna [il diavolo].... che non faccia [l'uomo] penitenza,... e alla morte lo meni a dannazione.
Esempio: S. Grisost. Opusc. 139: Pensa quella dannazione dello 'nferno, dove è continuo pianto, e stridor di denti.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 42: Onde questo cotale riceve il Corpo di Cristo, e gli altri sagramenti in sua dannazione.
Definiz: § III. E per Ciò che è causa di dannazione. –
Esempio: Domin. Tratt. Car. 14: Chi domanda alcuna creatura, spesso domanda questo, che se l'avessi peccarebbe, e sarebbe la sua dannazione.
Definiz: § IV. Familiarm. usasi dire di cosa o persona che sia altrui cagione di grave noia o molestia.