Lessicografia della Crusca in rete

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CUOCO, e popolarmente anche COCO.
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CUOCO, e popolarmente anche COCO.
Definiz: Sost. masc. Colui che è addetto ai servigj di alcuno per cuocere le vivande; Colui che ha l'ufficio di far da cucina.
Dal lat. coquus. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Non altrimenti i cuochi a' lor vassalli Fanno attuffare in mezzo la caldaia La carne cogli uncin, perchè non galli.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 184: Di quelle sole (galline) varie vivande divisò a' suoi cuochi per lo convito reale.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 201: Il cuoco gli mandò il manicaretto, il quale egli fece porre davanti alla donna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 32, 70: Per lor non credo l'avrà fatta (la cena) il cuoco.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 18: Che sei maestro e 'ntenditi di carne, Più che cuoco del mondo, al mio parere.
Esempio: Tass. Dial. 1, 359: Senza i quali [vini],... insipide son tutte le vivande che potesse condire il più eccellente cuoco ch'abbia il Duca.
Esempio: Red. Esp. nat. 67: Che le gru dimorino talvolta in un sol piede è cosa verissima; e la fece vedere Chichibio cuoco a Currado Gianfigliazzi colà nel pian di Peretola.
Esempio: Guerr. Top. Ran. 1, 28: I delicati e caldi fegatelli, A cui fatto camicia ha il coco accorto.
Definiz: § I. Figuratam. e scherzevolmente. –
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 433: Oh prelibato Cuoco, età giovanil, come condisti Pan di cruschello ed uve secche e noci!
Definiz: § II. I troppi cuochi guastan la cucina; proverbio che si usa familiarmente a significare Che quando troppe persone s'intromettono in un affare, esso non riesce a bene.
Definiz: § III. Una ne pensa il cuoco, una il goloso; proverbio che vale, Che male determinasi da per sè quello, a che dee concorrere l'altrui volontà. –
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 549: Benchè e' ci sia de' cattivi dovizia; Ch'una ne pensa il cuoco, una il goloso.