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Dizion. 4° Ed. .
MI
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pag.238
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MI.
Definiz: | Particella del pronome ME, che si pone, come la TI, in vece del terzo, e del quarto caso, e o s'alloga davanti al
verbo, o s'affigge ad esso. |
Definiz: | §. I. Mi, in vece del terzo caso. Lat. mihi. Gr.
ἑμοί. |
Esempio: | Bocc. nov. 26. 9. E se non fosse, che tu m'hai fatto, non so perchè, tenere questi
mercati, io me l'avrei ec. levato daddosso. |
Esempio: | Dant. Inf. 4. Ruppemi l'alto sonno nella testa Un greve tuono. |
Esempio: | E Dan. Par. 2. E nuove Muse mi dimostran l'Orse. |
Esempio: | Petr. cap. 2. E benchè fosse, onde mi dolse, e duole, Pur vidi in lui chiara
virtude accesa. |
Definiz: | §. II. Mi, in vece del quarto caso. Lat. me. Gr.
ἑμέ. |
Esempio: | Bocc. nov. 15. 34. Costoro mi ci fanno entrare per ingannarmi. |
Esempio: | Dant. Inf. 23. Lo Duca mio di subito mi prese. |
Esempio: | E Cron. Vell. 98. Le gotti mi aveano già preso nelle
mani. |
Definiz: | §. III. Mi, talora è particella riempitiva. Lat. equidem. Gr.
ἔγωγε. |
Esempio: | Bocc. nov. 21. 13. Io mi credo, che le suore sien tutte a dormire. |
Esempio: | E Bocc. canz. 9. 1. Io mi son giovanetta, e volentieri
M'allegro, e canto. |
Esempio: | Petr. canz. 8. 2. Nè so quant'io mi viva in questo stato. |
Esempio: | Dant. Purg. 27. Io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani. |
Esempio: | Dic. div. Io mi so ben ciò, che voi avreste fatto. |
Definiz: | §. IV. Mi, si prepone alle particelle TI, SI, CI, VI, e ancora a TE NE, SE NE, VE NE, CE NE, e si pospone alle
particelle IL, LO, LI, GLI, LA, LE, e talora anche alla SI. |
Esempio: | Bocc. nov. 7. 13. Nè mai nell'animo m'entrò questo pensiero, che per costui mi c'è
entrato. |
Esempio: | E Bocc. nov. 17. 54. A me parve, com'io ti vidi, vedere il
padre mio, e da quello amore, e da quella tenerezza, che io a lui tenuta son di portare, mossa, potendomiti celare, mi
ti feci palese. |
Esempio: | E Bocc. nov. 23. 13. Le novelle, che io ho, non sono altre,
che di quel maladetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi rammaricai l'altr'ieri. |
Esempio: | E Bocc. num. 14. Anzi poichè io mi ve ne dolsi ec. avendo
forse avuto per male, ch'io mi ve ne sia doluta, per ogni volta, che passar vi solea, credo, che poscia vi sia passato
sette. |
Esempio: | E Bocc. nov. 70. 6. Se io questo gli discuopro, egli prenderà
gelosía di me, e potendole ad ogni suo piacer parlare, siccome compare, in ciò, che egli potrà, le mi metterà in
odio. |
Esempio: | E Bocc. nov. 77. 37. Bastiti adunque questo, e come a valente
uomo sieti assai l'esserti potuto vendicare, e l'averlomi fatto conoscere. |
Esempio: | E Bocc. num. 41. Nè essere a me ora cortese di ciò, che io non
disidero, nè negare il mi puoi, se io il disiderassi. |
Esempio: | E Bocc. nov. 81. 5. E per torglimi d'addosso, m'ho posto in
cuore ec. di volergli in cosa provare, la quale io son certa, che non faranno. |
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