Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: Particella del pronome ME, che si pone, come la TI, in vece del terzo, e del quarto caso, e o s'alloga davanti al verbo, o s'affigge ad esso.
Definiz: §. I. Mi, in vece del terzo caso. Lat. mihi. Gr. ἑμοί.
Esempio: Bocc. nov. 26. 9. E se non fosse, che tu m'hai fatto, non so perchè, tenere questi mercati, io me l'avrei ec. levato daddosso.
Esempio: Dant. Inf. 4. Ruppemi l'alto sonno nella testa Un greve tuono.
Esempio: E Dan. Par. 2. E nuove Muse mi dimostran l'Orse.
Esempio: Petr. cap. 2. E benchè fosse, onde mi dolse, e duole, Pur vidi in lui chiara virtude accesa.
Definiz: §. II. Mi, in vece del quarto caso. Lat. me. Gr. ἑμέ.
Esempio: Bocc. nov. 15. 34. Costoro mi ci fanno entrare per ingannarmi.
Esempio: Dant. Inf. 23. Lo Duca mio di subito mi prese.
Esempio: Cron. Vell. 73. Mi fece de' primi Priori.
Esempio: E Cron. Vell. 98. Le gotti mi aveano già preso nelle mani.
Definiz: §. III. Mi, talora è particella riempitiva. Lat. equidem. Gr. ἔγωγε.
Esempio: Bocc. nov. 21. 13. Io mi credo, che le suore sien tutte a dormire.
Esempio: E Bocc. canz. 9. 1. Io mi son giovanetta, e volentieri M'allegro, e canto.
Esempio: Petr. canz. 8. 2. Nè so quant'io mi viva in questo stato.
Esempio: Dant. Purg. 27. Io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani.
Esempio: Dic. div. Io mi so ben ciò, che voi avreste fatto.
Definiz: §. IV. Mi, si prepone alle particelle TI, SI, CI, VI, e ancora a TE NE, SE NE, VE NE, CE NE, e si pospone alle particelle IL, LO, LI, GLI, LA, LE, e talora anche alla SI.
Esempio: Bocc. nov. 7. 13. Nè mai nell'animo m'entrò questo pensiero, che per costui mi c'è entrato.
Esempio: E Bocc. nov. 17. 54. A me parve, com'io ti vidi, vedere il padre mio, e da quello amore, e da quella tenerezza, che io a lui tenuta son di portare, mossa, potendomiti celare, mi ti feci palese.
Esempio: E Bocc. nov. 23. 13. Le novelle, che io ho, non sono altre, che di quel maladetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi rammaricai l'altr'ieri.
Esempio: E Bocc. num. 14. Anzi poichè io mi ve ne dolsi ec. avendo forse avuto per male, ch'io mi ve ne sia doluta, per ogni volta, che passar vi solea, credo, che poscia vi sia passato sette.
Esempio: E Bocc. nov. 70. 6. Se io questo gli discuopro, egli prenderà gelosía di me, e potendole ad ogni suo piacer parlare, siccome compare, in ciò, che egli potrà, le mi metterà in odio.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 37. Bastiti adunque questo, e come a valente uomo sieti assai l'esserti potuto vendicare, e l'averlomi fatto conoscere.
Esempio: E Bocc. num. 41. Nè essere a me ora cortese di ciò, che io non disidero, nè negare il mi puoi, se io il disiderassi.
Esempio: E Bocc. nov. 81. 5. E per torglimi d'addosso, m'ho posto in cuore ec. di volergli in cosa provare, la quale io son certa, che non faranno.
Esempio: Rim. ant. Re Enz. 113. Del mio servir non veo, Che gioia mi se ne accresca.