1)
Dizion. 5° Ed. .
NATTA.
Apri Voce completa
pag.33
Vedi le altre Edizioni del Vocabolario |
|
|
|
NATTA. Definiz: | Sost. femm. Specie di tumore di varia forma e grossezza, che più spesso viene nel capo e che è prodotto dall'ostruzione del canale secretorio di una glandula, e contiene la secrezione di essa. Anche in scritture latine del medio evo natta. |
Forse è corruzione del grec. ἄφθα. – Esempio: | Pataff. 3: Egli ha più d'una natta. | Esempio: | Cant. Carn. 85: Abbiam certe medicine Lime e ingegni da curare Natte, nèi, scrofe e gavine. | Esempio: | Buonarr. Fier. 4, 2, 1: Annunziate lor cancheri, Predite lor gavoccioli, Gavine e in gola noccioli, Natte, ec. | Esempio: | Malpigh. Lett. 186: Supposto dunque l'abito del corpo di Sua Eminenza ben noto a Vostra Eccellenza, il suo modo di vivere, le gravi applicazioni, e la disposizione a patire natte e simili tumori..., pare assai probabile che nel suo corpo si fosse radunata una copia di umori erosivi e di natura di vitriolo. | Esempio: | Baldin. Decenn. 6, 269: Gli occorse il cadere, battendo un ginocchio sopra un piccolo sassolino, che a principio fece in esso una piccola apertura: dipoi, poco o non punto curata, degenerò in una natta. |
Definiz: | § I. Così chiamasi pure una Vescichetta, che viene nelle gengive per effetto d'infiammazione prodotta per lo più da carie di denti, che è ripiena di umore marcioso, e ordinariamente risolvesi da se stessa, aprendosi. – | Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 392: Natta, tumore o vescichetta, che viene nella parte interiore del labbro, o nelle gengive, detta, credo, dal gr. ἄφθα. |
Definiz: | § II. Si usò figuratam. per Beffa, Burla, per lo più molesta e dannosa; specialmente nella frase Far una natta ad alcuno. – | Esempio: | Nov. ant. B. 131: Della qual lettera subito avemmo risposta e tale, che noi diliberammo in tutto fargli la natta a compimento. | Esempio: | Poliz. Rim. C. 324: Non far mai volentier natte, Lascia farle a certe matte. | Esempio: | Manett. A. Op. stor. 6: E' mi darebbe el cuore, che noi gli faremo una piacevole natta in luogo di vendetta del non essere venuto questa sera, di condizione che noi n'aremo ancora di grandi piaceri e di gran sollazzi. | Esempio: | Machiav. Lett. 340: Pensò che il Brancaccio gli avesse fatto questa villania, pensando che egli era macchiaiuolo, e che altre volte gli aveva fatto delle natte ec. | Esempio: | Ambr. Furt. 4, 2: Oh come mi giova far natte a simil persone, che par se le vadino cercando col fuscellino! | Esempio: | Varch. Ercol. 109: Quando si mostra di voler dare qualche cosa a qualcuno, e fargli qualche rilevato benefizio, e poi non se gli fa, si dice avergli fatta la cilecca, la quale si chiama ancora natta. | Esempio: | Giannott. Op. 2, 338: Chi ha cercato farmi, A dir el ver, la natta, Vorrà chi l'abbia fatta Che si risappi ancora. | Esempio: | Grazz. Pros. 21: Qualche volta, anzi bene spesso, si trovava co' tre sopraddetti compagni...; e a' suoi di aveva fatto mille giarde e natte, senza che mai potesse venir lor fatto di vendicarsene. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 80: Cotesto Non è maestro Sinolfo, ma uno Uom di paglia per fare al vecchio nostro Un po' di natta. A. La natta faresti Tu a me, s'io ti credessi. |
Definiz: | § III. Far la natta ai vermini. Proverbio che vale Essere arso; quasi defraudando i vermi del cadavere ad essi destinato. – | Esempio: | Grazz. Comm. 235: E voi farete la natta ai vermini. | Esempio: | Cecch. Dichiar. Proverb. 44: Tu farai la natta ai vermini, Tu sarai arso; perchè la carne di quelli che sono arsi non s'invermina, cioè si corrompe. | Esempio: | Salv. Granch. 3, 13: L'un fece la natta A' vermini, e l'altro fece gheppio Sopra tre legni. |
|