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1) Dizion. 5° Ed. .
NATTA.
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NATTA.
Definiz: Sost. femm. Specie di tumore di varia forma e grossezza, che più spesso viene nel capo e che è prodotto dall'ostruzione del canale secretorio di una glandula, e contiene la secrezione di essa. Anche in scritture latine del medio evo natta.
Forse è corruzione del grec. ἄφθα. –
Esempio: Pataff. 3: Egli ha più d'una natta.
Esempio: Cant. Carn. 85: Abbiam certe medicine Lime e ingegni da curare Natte, nèi, scrofe e gavine.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 1: Annunziate lor cancheri, Predite lor gavoccioli, Gavine e in gola noccioli, Natte, ec.
Esempio: Malpigh. Lett. 186: Supposto dunque l'abito del corpo di Sua Eminenza ben noto a Vostra Eccellenza, il suo modo di vivere, le gravi applicazioni, e la disposizione a patire natte e simili tumori..., pare assai probabile che nel suo corpo si fosse radunata una copia di umori erosivi e di natura di vitriolo.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 269: Gli occorse il cadere, battendo un ginocchio sopra un piccolo sassolino, che a principio fece in esso una piccola apertura: dipoi, poco o non punto curata, degenerò in una natta.
Definiz: § I. Così chiamasi pure una Vescichetta, che viene nelle gengive per effetto d'infiammazione prodotta per lo più da carie di denti, che è ripiena di umore marcioso, e ordinariamente risolvesi da se stessa, aprendosi. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 392: Natta, tumore o vescichetta, che viene nella parte interiore del labbro, o nelle gengive, detta, credo, dal gr. ἄφθα.
Esempio: E Salvin. Annot. Fier. 477: Natte,... tumori e infiammazioni di gingive.
Definiz: § II. Si usò figuratam. per Beffa, Burla, per lo più molesta e dannosa; specialmente nella frase Far una natta ad alcuno. –
Esempio: Nov. ant. B. 131: Della qual lettera subito avemmo risposta e tale, che noi diliberammo in tutto fargli la natta a compimento.
Esempio: Poliz. Rim. C. 324: Non far mai volentier natte, Lascia farle a certe matte.
Esempio: Manett. A. Op. stor. 6: E' mi darebbe el cuore, che noi gli faremo una piacevole natta in luogo di vendetta del non essere venuto questa sera, di condizione che noi n'aremo ancora di grandi piaceri e di gran sollazzi.
Esempio: Machiav. Lett. 340: Pensò che il Brancaccio gli avesse fatto questa villania, pensando che egli era macchiaiuolo, e che altre volte gli aveva fatto delle natte ec.
Esempio: Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 157: Che nessuno Guarda non ne facessi truffa o natta.
Esempio: Ambr. Furt. 4, 2: Oh come mi giova far natte a simil persone, che par se le vadino cercando col fuscellino!
Esempio: Varch. Ercol. 109: Quando si mostra di voler dare qualche cosa a qualcuno, e fargli qualche rilevato benefizio, e poi non se gli fa, si dice avergli fatta la cilecca, la quale si chiama ancora natta.
Esempio: Giannott. Op. 2, 338: Chi ha cercato farmi, A dir el ver, la natta, Vorrà chi l'abbia fatta Che si risappi ancora.
Esempio: Grazz. Pros. 21: Qualche volta, anzi bene spesso, si trovava co' tre sopraddetti compagni...; e a' suoi di aveva fatto mille giarde e natte, senza che mai potesse venir lor fatto di vendicarsene.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 80: Cotesto Non è maestro Sinolfo, ma uno Uom di paglia per fare al vecchio nostro Un po' di natta. A. La natta faresti Tu a me, s'io ti credessi.
Definiz: § III. Far la natta ai vermini. Proverbio che vale Essere arso; quasi defraudando i vermi del cadavere ad essi destinato. –
Esempio: Grazz. Comm. 235: E voi farete la natta ai vermini.
Esempio: Cecch. Dichiar. Proverb. 44: Tu farai la natta ai vermini, Tu sarai arso; perchè la carne di quelli che sono arsi non s'invermina, cioè si corrompe.
Esempio: Salv. Granch. 3, 13: L'un fece la natta A' vermini, e l'altro fece gheppio Sopra tre legni.