Lessicografia della Crusca in rete

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LEGGIO, con l'accento sulla i
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LEGGIO, con l'accento sulla i.
Definiz: Sost. masc. Arnese, comunemente di legno, sul quale si sostiene e si solleva il libro leggendo; e più propriamente dicesi di quello che il sacerdote adopera nella Messa, o di quello che si adopera in coro pel canto ecclesiastico. –
Esempio: Cap. Comp. Orsam. 4, 39: E uno paio di ferri da leggio.
Esempio: Cell. G. Lett. 31: Ricevetti due tue lettere e due di ser Lapo...; le quali ho sempre tenute su 'l leggio dinanzi agli occhi.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 126: Certi lavorii dipinti in panno lino, che son buoni da guarnelli di putti o ver fanciulli, e per certi leggii da chiese.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 10: Nel mezzo (d' un finto tempio) era posto un leggio da coro,... con un libro.... che aveva le lettere e le note' da cantare di granella di pepe; e quelli che cantavano al leggìo erano ec.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 31: Sopra una porta..., fece vedere un maestro di cappella, in atto d'insegnar cantare a' suoi scolari: in luogo del leggio, sopra cui reggesi il gran libro della musica, serve un ec.
Esempio: Targ. Viagg. 3, 437, I ed.: In cornu epistolae, nel piano delle donne, è uno spazzioso pulpito di marmo retto da colonne, con un leggio sostenuto da un'aquila, come nel pulpito di S. Miniato al Monte.
Esempio: Memor. Bell. Art. 1, 2, 88: L'artefice medesimo, in quest'anno 1785, ha compiuto un cembalo grande e di struttura bellissima Di più ha congiunto al cembalo un leggio nuovamente immaginato, che da sè in un istante volge il foglio, senza che il sonatore l'abbia a toccare con mano.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 18: Signor curato, disse un di que' due, piantandogli gli occhi in faccia. Cosa comanda? rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro, che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggio.
Definiz: § I. Per similit., e in ischerzo. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 229: E comincia a soffiare che parea un porco fedito, con un naso sgrignuto, e con un leggio di drieto per ispalle, che parea un delfino.
Definiz: § II. Si usò per Pergamo, Pulpito, Ambone: del quale una parte cospicua era, pure in marmo, il leggio. –
Esempio: Pier. Cron. 40: E perciochè elli abitava in casa de' Mozzi, sì predicò ivi, e raunossi la gente, che l'andaro a udire, nel greto d'Arno, e fecesi il leggio in sul muro allato al ponte a Rubaconte (qui per similit.).
Definiz: § III. Si usò per Quell'arnese adoperato dai pittori, che oggi chiamasi Cavalletto. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 17: Lionardo gli aperse dicendo che aspettasse un poco; e ritornatosi nella stanza, acconciò la rotella al lume in sul leggio, ed assettò la finestra che facesse lume abbacinato; poi lo fece passar dentro a vederla.
Esempio: Baldin. Decenn. 4, 182: Lo stesso seppe fare, quando qualche curioso uomo di poca levatura veniva da lui per vedere il leggio che fu d'Andrea del Sarto.
Esempio: E Baldin. Decenn. 5, 297: Pigliava le sue poche masseriziuole di stanza, cioè tela, colori e leggio, e se ne andava a dipignere in quella di Gregorio Pagani.
Esempio: E Baldin. Decenn. 5, 305: Fecesi fare un piccolo leggio, il quale si teneva sul letto, passando quell'ore che gli lasciava libere lo spasimo del male, in dipignere piccole figure.
Definiz: § IV. Stare a leggio, Essere a leggio, Cantare, a leggio, dicesi dei cantori, quando cantano le antifone, o simili, ovvero danno l'intonazione al coro, o battono il tempo. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 10: E quelli che cantavano al leggio, erano ec.
Esempio: Red. Avvert. Guerr. Top. 14: E quegli che cantavano a leggio in qualità di cherici, erano ec.
Definiz: § V. Stare a leggio, si disse de' legisti, quando seggono al loro banco a dare consigli a' clienti. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 11: E non dico che la scienza non istea bene al cavaliere, ma scienza reale senza guadagno, senza stare a leggio a dare consigli, senza andare avvocatore a' palagi de' rettori.
Definiz: § VI. Aver più parole che un leggio; e Tu daresti parole a un leggio; proverbj usati per tacciare alcuno di loquacità. –
Esempio: Fag. Comm. 5, 332: Qui s'è entro (entrato) di palo in frasca, e non, si viene alla sconcrusione (conclusione) di nulla. A. Così mi pare. M. Vien da voi altri, che avete più parole d'un leggio.