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DERISO.
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DERISO.
Definiz: Sost. masc. Derisione, Dileggio: ma è voce usata, più che altro, in costrutto con la prep. In deriso e con certi verbi, e specialmente con Porre in deriso o Mettere in deriso.
Dal sost. lat. derisus. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 39: Gli cui figliuoli, non regi ora, ma servi vili e miseri tenuti, ove che vanno in brobbio e in deriso d'altra gente.
Esempio: Fr. Iac. Tod. 619: Quando giubilo ha preso Lo cor innamorato; La gente l'ha in deriso, Pensando al suo parlato.
Esempio: Savonar. Pred. 21: Questi cattivi uomini ci dileggiano,... non lasciano far bene alli servi tuoi [o Signore]; ognuno ci si volta in deriso.
Esempio: Bart. D. Ital. 1, 9: Mettere in deriso il terrore, e in ischerno la venerazione de gl'Idoli.
Esempio: E Bart. D. Inghilt. 2, 136: Si diedero a scriverne in vitupero e in deriso satire e motti di pungentissime beffe.
Esempio: Segner. Pred. 106: Cambiano la maraviglia in deriso, indi il deriso in dispregio ec.
Esempio: E Segner. Pred. 362: Terrebbe questa in un cavaliere par suo per formola di deriso e di disonore.
Esempio: Menz. Op. 2, 70: E che occorre, per muovere altrui, servirsi di quello argomento che è già passato in vilipendio e in deriso?
Esempio: E Menz. Sat. 157: Per metter poi la nobiltà in deriso.