Lessicografia della Crusca in rete

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LENTE.
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LENTE.
Definiz: Sost. femm. Sorta di pianta leguminosa, i cui semi, di forma rotonda schiacciata, ma di superficie convessa, sono saporiti, nutritivi, e mangiarisi cotti, come le altre civaie. È l'Ervum lens dei Botanici.
Dal lat. lens, lentia. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 126: La lente è conosciuta; questa vuole aver luogo sottile e risoluto ec.
Esempio: ECresc. Agric. volg. 575: E 'l lino e la lente si seminano di questo mese.
Esempio: Bocc. Amet. 90: Ne' quai solchi si vedeano gli alti papaveri utili a' sonni, e i leggieri fagiuoli, e le cieche lenti, e i ritondi ceci.
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 452: È nimica della lente l'erba chiamata aparine, imperocchè, intricandosi attorno, l'ammazza.
Esempio: Salvin. Georg. 1, 101: Ma se la veccia e 'l vil fagiuol tu semini, Nè pensier sprezzerai di Pelusiaca Lente, Boote tramontando segni Non oscuri daratti.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 16: Si seminano (in febbraio) le lenti, e si dà principio alla sementa della vena detta marzolina.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 38: Mi resta a dirvi dei ceci (Cicer arietinum), delle lenti (Ervum lens), dei mochi (Ervum ervilia), ec.
Definiz: § I. E pel Seme stesso di tal pianta, il qual pure dicesi Lente. –
Esempio: Cecch. Acq. Vin. 1, 3: Io l'ho per una certa Spizzeca, che infili con lo spillo O con l'ago le lenti a una a una.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 152: La lente, tra i legumi, è molto commendabile.
Esempio: E Soder. Cult. Ort. appr.: La lente poco cotta solve il vento; e mangiata da sera, concilia il sonno, e fa sognare assai.
Esempio: Martin. T. V. 1, 184: Preso il pane e la pietanza di lenti (Esaù) mangiò e bevve, e se n'andò poco curando l'aver venduto il diritto di primogenito.
Esempio: E Martin. T. V. 5, 327: Gli offersero (a David) de' letti, de' tappeti e de' vasi di terra e del grano e dell'orzo e della farina e dell'orzo secco e delle fave e delle lenti e de' ceci tostati.
Definiz: § II. Trovasi nel sing., e con proprietà latina, per Pietanza fatta di lenti. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 27, 2, 175: Se ne va spensierato, come quel reprobo Esaù, quando vendute a vilissimo prezzo d'un pane, e d'una scodella di lente, le ragioni che aveva alla primogenitura, ec.
Esempio: Segner. Fred. 71: Esaù affamato, curò egli forse la sua primogenitura? Anzi, com'è noto, la diè, con troppo suo vitupero, per poca lente.
Definiz: § III. Lente palustre, o Lente di padule o dei laghi, dicesi una Sorta di pianta, le cui foglie hanno la forma di una lenticchia, la quale galleggia sulla superficie delle acque stagnanti. Se ne conoscono più varietà, che differiscono fra loro soltanto per la grandezza, e pel numero delle barbe; onde dai Botanici è detta Lemna arrhiza, ovvero monorrhiza, ovvero polyrrhiza. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: I fegatosi usino la bevanda del sugo della lente palustre.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 10 t.: Il folio.... nasce nelle paludi d'india, ed è la foglia sola in su l'acqua, come la lente de' laghi.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1173: La lente de i paludi si ritrova nell'acque che stanno ferme.
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 15: Ed altri recan lenti di padule.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 55: Discorrerò del seme de' mochi marini, dell'erbe del microcosmo Rediano, delle lente palustri, e che hanno anch'esse molto bella, mostrabile e visibile senza occhiali, la loro radice ed i loro semi.
Esempio: E Vallisn. Op. 1, 439: Ne' grandi caldi si dilettano anch'esse (le rane) di cibi refrigeranti e umettanti, pascendosi volentieri di lente palustre, da noi appunto chiamata ranina, sì perchè in quella le rane dimorano, sì perchè di quella si pascolano.