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Dizion. 4° Ed. .
PERDERE
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pag.563
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PERDERE.
Definiz: | Restar privo d'alcuna cosa già posseduta. Lat. perdere, amittere. Gr.
ἀποβάλλειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 37. 7. Non istette poi guari, che egli perdè la vista, e la parola, e
in brieve egli si morì. |
Esempio: | E Bocc. nov. 98. 10. Intantochè 'l cibo, e 'l sonno perdutone,
per debolezza fu costretto a giacere. |
Esempio: | Dant. Purg. 5. Quivi perdè la vista, e la parola. |
Esempio: | E Dan. Purg. 17. Ancisa t'hai, per non perder Lavina, Or
m'hai perduta. |
Esempio: | E Dan. Purg. 29. Ma quando i' fui sì presso di lor fatto, Che
l'obbietto comun, che 'l senso inganna, Non perdea per distanzia alcun suo atto ec. |
Esempio: | Petr. son. 71. Pianga Pistoia, e i cittadin perversi, Che perduto hanno sì dolce
vicino. |
Esempio: | E Petr. canz. 26. 6. Così nulla sen perde. |
Esempio: | Cavalc. Frutt. ling. Come dice san Gregorio: chi non ama, non ha che perdere,
sicchè non teme. |
Esempio: | Salv. Granch. 5. 2. Pure egli è me' perder, che straperdere
(cioè: è meglio perdere alcuna parte, che 'l tutto) |
Esempio: | Disc. Calc. 18. Bisogna, che ciascuna delle parti faccia ogni sforzo per non
perder punto di campo in sul principio. |
Definiz: | §. I. Perdere, Contrario di Vincere; e s'intende tanto del giuoco, e di qualunque altra cosa, che si faccia a
concorrenza. Lat. perdere, iacturam accipere. Gr. ζημίαν
ἐνεγκεῖν. |
Esempio: | Dant. Purg. 6. Quando si parte 'l giuoco della zara, Colui, che perde, si riman
dolente. |
Esempio: | Bocc. nov. 19. 12. Io non voglio, che tu perda altro, che mille fiorin d'oro.
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Esempio: | E Bocc. nov. 79. 20. Per certo con voi perderieno le cetere
de' sagginali, sì artagoticamente stracantate. |
Definiz: | §. II. Onde Fare a perder colle tasche rotte; in modo proverb. si dice di Chi perde sempre; modo
basso. |
Esempio: | Malm. 4. 11. Perchè giocando sempre giorno, e notte, Farebbe a perder con le tasche
rotte. |
Definiz: | §. III. Perdere, diciamo anche per lo Contrario di Guadagnare, quando si parla di traffichi, e mercanzíe, cioè
Mettervi del capitale, come: |
Definiz: | §. IV. Perdere, per Consumare in vano, Gettar via. Lat. frustra terere, incassum
consumere. Gr. εἰς κενὸν
κατατρίβειν. |
Esempio: | Bocc. nov. 2. 6. Perduta ho la fatica, la quale ottimamente mi parea avere
impiegata. |
Esempio: | Petr. son. 54. Perdendo inutilmente tanti passi. |
Esempio: | Dant. Purg. 3. Che 'l perder tempo a chi più sa più spiace. |
Esempio: | Bern. Orl. 2. 21. 2. Nè voler per non perdere un bel detto, Guadagnar qualche
scherzo, e fatto brutto. |
Definiz: | §. V. Perdere, per Disperdere, Mandare in rovina, Far capitar male. Lat. perdere,
pessundare. Gr. διαφθείρειν,
ἀπολλύειν. |
Esempio: | Bocc. introd. 16. E servendo in tal servigio, se molte volte col guadagno
perdevano. |
Esempio: | Guid. G. Immaginando preposte, con le quali potesse perder Iasone, senza
manifestamento di sua vergogna. |
Definiz: | §. VI. Perdere, posto assolutam. si dice delle cose, che mutano la loro qualità, o perdono il loro vigore. |
Esempio: | Petr. son. 26. E parea dir: perchè tuo valor perde? Veder quest'occhi ancor non ti
si tolle. |
Esempio: | Bemb. Asol. 3. 175. Era nella stagion, che il ghiaccio perde. |
Definiz: | §. VII. Perder di traccia checchessia, vale Smarrirne la traccia. |
Esempio: | Tass. Ger. 7. 2. Qual dopo lunga, e faticosa caccia Tornansi mesti, ed anelanti i
cani, Che la fera perduta abbian di traccia. |
Definiz: | §. VIII. Perdere di vista, vale Non veder più una cosa veduta per qualche tempo innanzi: il che si
dice anche Perder d'occhio. |
Esempio: | Fir. Luc. 3. 1. Per stare a udire una messa, i' ho perduto Lucido d'occhio.
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Esempio: | Sagg. nat. esp. 153. Finchè ridotta della grandezza d'una minutissima lente, la
perdemmo di vista in quell'ultimo liquefarsi. |
Definiz: | §. IX. Perdere l'acconciatura, o la lisciatura, o Perdersi l'acconciatura, o la
lisciatura, si dicono quando vien meno l'occasione di far quello, a che altri s'era preparato. Lat.
rem non assequi, aberrare. Gr. ποτυγχάνειν
ἀποτυγχάνειν,
σφάλλεσθαι. |
Esempio: | Gell. Sport.5. 4. Eimè, ch'ei si perderà l'acconciatura. |
Esempio: | Cecch. Servig. prol. Ma chi l'avea imparata non volle Perder
l'acconciatura. |
Esempio: | Dep. Decam. 121. Ella a maggior cautela, o per non si perdere (come noi sogliam
dire) l'acconciatura ec. volle pur soggiugner poi. |
Esempio: | Buon. Fier. 2. 4. 17. Mi son perduta ogni mia lisciatura. |
Esempio: | E Buon. Fier. 2. 4. 25. Questa volta io dirò, come si dice,
D'essermi persa anch'io la lisciatura. |
Definiz: | §. X. Perder la bussola. |
v. BUSSOLA §. I.
Definiz: | §. XI. Perder la messa, vale Non giugnere in tempo a sentir la messa, Non intervenire al sagrifizio
della messa. |
Esempio: | Esp. Pat. Nost. E piuttosto vorrebbe perdere quattro messe, che una sola ora di
dormire. |
Definiz: | §. XII. Perder la scherma, vale Escir di se, Non saper quel, che un si faccia. |
Esempio: | Bern. rim. 1. 66. E le composizioni escon sovente, Che fan perder la scherma a chi
compone. |
Definiz: | §. XIII. Perder le staffe, si dice dello Uscire il piè della staffa a chi cavalca. |
Esempio: | Morg. 21. 136. E pose lui, e 'l cavallo a giacere, E una staffa perse nel
cadere. |
Definiz: | §. XIV. Perdere gli occhi, vale Perdere ogni cosa. |
Esempio: | Bern. rim. 1. 103. La casa, che Melampo in profezía, Disse a Ifido già, che
cascherebbe ec. Con questa casa, che non è ancor mia ec. In esser marcia gli occhi
perderebbe. |
Definiz: | §. XV. Perdere il cuore, vale Sbigottirsi. |
Esempio: | Din. Comp. 3. 63. I Cavalcanti quel dì perderono il cuore, e il sangue, vedendo
ardere le loro case, e palagi, e botteghe. |
Definiz: | §. XVI. Non ne perder nulla, vale Rassomigliare moltissimo. Lat. optime
referre. Gr. κάλλιστα
ὁμοιοῦσθαι. |
Esempio: | Fir. As. 36. Guarda come ciascun membro se le rassomiglia, che egli non ne perde
nulla! |
Definiz: | §. XVII. Perdersi in alcuna cosa, vale Compiacersene più del dovere. |
Esempio: | Vinc. Mart. lett. 59. Conoscendo la lor poca virtù (de' miei
sonetti) non solamente non mi perdo nella affezione di essi, ma sto molte volte in dubbio, se io debbo
accompagnarli col nome mio. |
Definiz: | §. XVIII. Esser perduto d'alcuno, vale Esserne grandemente innamorato. Lat. aliquem deperire. Gr. ἐπιμαίνεσθαί
τινι. |
Esempio: | Tac. Dav. ann. 11. 133. Giovane il più bello di Roma, di cui era sì perduta, che,
per godersi tutto l'adultero, fece, c'egli scacciò Giulia Sillana sua moglie nobilissima. |
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