Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: Restar privo d'alcuna cosa già posseduta. Lat. perdere, amittere.
Esempio: Boc. Nov. 37. 7. Non istette poi guari, che egli perdè la vista, e la parola, e in brieve egli si morì.
Esempio: E Bocc. Nov. 98. 10. Intanto, che 'l cibo, e 'l sonno perdette, ec.
Esempio: Dan. Purgat. 5. Quivi perdei la vista, e la parola.
Esempio: E Dan. Purg. 17. Ancisa t'hai, per non perder Lavina, Or m'hai perduta.
Esempio: E Dan. Purg. Cant. 29. Che l'obbietto comun, che 'l senso inganna, Non perdea, per distanzia, alcun suo atto.
Esempio: Petrar. Sonet. 72. Che perduto hanno sì dolce vicino.
Esempio: E Petr. Canz. 26. 6. Così nulla sen perde.
Esempio: Caval. Fr. Ling. Come dice S. Gregorio: chi non ama, non ha che perdere, sì che non teme.
Esempio: Din. Comp. I Cavalcanti perderono quel dì il cuore, e il sangue [cioè si sbigottirono]
Esempio: Salviat. Granch. Egli è me' perdere, che ma' sperdere: cioè, È me' perdere alcuna parte, che 'l tutto.
Esempio: Bern. Orl. 2. 21. 2. Ne voler per non perdere un bel detto, Guadagnar qualche scherzo, e fatto brutto.
Definiz: §. Perdere: Consumare in vano, gettar via. Latin. frustra terere, incassum consumere.
Esempio: Esp. Pat. Nost. Or Dio, come huomo, perde il tempo.
Esempio: Dan. Purg. 3. Che 'l perder tempo a chi più sa, più spiace.
Esempio: Petr. Son. 54. Perdendo inutilmente tanti passi.
Esempio: Boc. Nov. 2. 6. Perduta ho la fatica, la quale ottimamente mi pareva avere impiegata.
Definiz: §. Perdere: Disperdere, mandare in rovina, far capitar male. Lat. perdere, pessundare.
Esempio: Guid. G. Immaginando preposte, colle quali potesse perder Iasone, senza manifestamento di sua vergogna.
Esempio: Boc. Introd. n. 16. E servendo in tal servigio, se, molte volte, col guadagno perdevano.
Definiz: §. Perdere: contrario di Vincere, e s'intende del giuoco, e di qualunque cosa si faccia a concorrenza. Lat. perdere, iacturam accipere.
Esempio: Dan. Purg. 6. Quando si parte il giuoco della zara, Colui, che perde si riman dolente.
Esempio: Boc. Nov. 19. 12. Io non voglio, che tu perda altro, che mille fiorin d'oro.
Esempio: E Bocc. Nov. 79. 20. Per certo con voi perderiéno le cetere de' sagginali, sì artagoticamente stracantate.
Definiz: §. Perdersi: per Innamorarsi.
Esempio: Mart. Lett. 59. Se li miei sonetti vi hanno recato piacere, ec. non solamente non mi perdo nella affezione di essi, ec.
Esempio: Tac. Dav. Ann. 11. 133. Giovane, il più bello di Roma, di cui era sì perduta.
Definiz: §. Perdere: diciamo anche per lo contrario di Guadagnare, quando si parla di traffichi, e mercanzie, cioè mettervi del capitale.
Esempio: Esempio del Compilatore Credetti guadagnare, e ho perduto.
Esempio: Disc. Calc. 18. Faccia ogni sforzo per non perder punto di campo in sul principio.
Definiz: §. Perder di vista: Non veder più una cosa, mentre si sia continuato per qualche tempo a vederla. Il che si dice anche Perder d'occhio.
Esempio: Fir. Luc. 3. 1. Che per istare, ec. io ho perduto Lucido d'occhio.
Esempio: Sag. Nat. Esp. 153. Finchè ridotta della grandezza d'una piccola lente, la perdemmo di vista.
Definiz: §. Perdere l'acconciatura: dicesi Quando vien meno l'occasione di far quello, a che altri s'era preparato. Latin. lupus hiat.
Esempio: Sport. Gell. 5. 4. Ei me, ch'ei si perderà l'acconciatura.
Definiz: §. Perder la Messa: vale Non sentir la Messa, non intervenire al Sagrifizio della Messa.
Esempio: Esp. Pat. Nost. E più tosto vorrebbe perdere quattro Messe, che una sola ora di dormire.
Definiz: §. Perder di traccia.
Esempio: Tass. Gerus. 7. 2. Che la fera perduta abbian di traccia.
Definiz: §. Perdere verbo, forma secondo la regola, e natura sua il verbale, e addiettiv. Perduto. Pur vi fu chi scrisse in vece di Perduto anche Perso.
Esempio: Dittam. 4. 24. Ma tanto ti vo dir, che strutte, e perse Vi fur le genti, e il Regno fu partito In molte parti, per genti diverse.
Esempio: E Dittam. 1. 9.E dove il Nilo parte per traverso, Col Mar Mediterraneo il Tanái, Che in rifeo nasce, e nella tana è perso.
Esempio: Guitt. Ar. Lett. 49. S'ee persa l'anima, ee perso tutto.
Esempio: Lib. Cur. Malat. A coloro, che hanno quasi perso il vedere.