Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
FAME
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FAME.
Definiz: Voglia, e Bisogno di mangiare. Lat. fames. Gr. λιμός, πεῖνα.
Esempio: Bocc. nov. 77. 55. E così essendo ec. dalla fame, ma molto più dalla sete ec. stimolata, e trafitta, in piè dirizzata cominciò a guardare, ec.
Esempio: E Bocc. nov. 92. 7. L'abate, che maggior fame aveva, che voglia di motteggiare ec. si mangiò il pane.
Esempio: Dant. Inf. 1. E dopo 'l pasto ha più fame, che pria
Esempio: (preso poi dal Bern. Orl. 1. 27. 21. Che perso, ch'ha l'onor, non ne fa stima, E dopo il pasto ha più fame, che prima.)
Esempio: Declam. Quintil. C. Perdonate, Iddii, e uomini, la vergogna, e la fame non istanno insieme; la fame, quando ell'è crudele, signoreggia le fiere, e le crudeli bestie.
Esempio: Albert. cap. 54. La fame fa parer buono, e tenero lo pan duro, e nero, e non ne mangia altri, anzichè ella lo comandi, ec. la fame commuova 'l palato tuo, e non lo sapore.
Definiz: §. I. Per metaf. Desiderio, Bramosía, Voglia intensa di checchessia. Lat. fames. Gr. ὄρεξις.
Esempio: G. V. 10. 68. 1. Il Bavero fece in Roma una impostura di trentamila fiorini di oro per gran fame, che avea di moneta.
Esempio: Dant. Inf. 15. Che l'una parte, e l'altra avranno fame Di te ec.
Esempio: E Dan. Purg. 27. Oggi porrà in pace le tue fami.
Esempio: Petr. canz. 35. 2. Fame amorosa, e 'l non poter mi scuse.
Esempio: E Petr. 44. 8. Quella, perch'io ho di morir tal fame, Canzon mia, spense morte.
Definiz: §. II. Per Carestía. Lat. penuria.
Esempio: G. V. 4. 15. 1. Al suo tempo fu fame, e mortalità per tutto il mondo.
Esempio: E G. V. 6. 29. 2. Fu sì grande, e crudel fame nel paese, che per fame la madre mangiava il figliuolo.
Definiz: §. III. In proverb. La fame caccia il lupo del bosco; e significa che La fame induce l'uomo a far delle cose, che per sua natura non farebbe.
Definiz: §. IV. Pure in proverb. si dice Morir di fame in Altopascio, o in un forno di stiacciatine.
Esempio: Varch. Ercol. 57. Quando alcuno fa, o dice alcuna cosa sciocca, o biasimevole, e da non dovergli per dappocaggine, e tardità, o piuttosto tardezza sua riuscire, per mostrargli la sciocchezza, e mentecattaggine sua, se gli dice in Firenze ec. tu ti morresti di fame in un forno di schiacciatine.
Esempio: Segr. Fior. Cliz. 2. 3. Un cacapensieri, che si morre' di fame in Altopascio.
Definiz: §. V. Per maniera espressiva d'avere fame eccessiva si dice: Veder la fame, o Veder la fame in aria, o simili. Lat. fame perire, confici. Gr. λιμῷ ἀπόλλυσθαι.
Esempio: Morg. 18. 195. Disse Morgante: io vedea la fame In aria, com'un nugol d'acqua pregno.
Esempio: E Morg. 19. 75. E la fanciulla l'aiuta acconciare, Perocch'in aria la fame vedea.
Esempio: Fir. Luc. 4. 3. Per ristoro ho una fame, ch'i' la veggo.
Definiz: §. VI. Essere scannato dalla fame, e Morir di fame, vagliono Essere grandemente affamato. Lat. fame enecari.
Esempio: Fr. Iac. T. 4. 15. 19. Venne il mendico, e si moría di fame.
Esempio: Malm. 6. 25. Perchè la fame quivi ne lo scanna.
Definiz: §. VII. Morto di fame, per lo stesso, che Povero in canna, o Miserabile. Lat. esuriens, mendicus.
Esempio: Tac. Dav. ann. 4. 102. Che costui morto gran tempo di fame, e testè di quest'arte arricchito, e scialacquante la seguitasse, non fu miracolo.