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1) Dizion. 5° Ed. .
MENARE
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MENARE.
Definiz: Att. Condurre da un luogo a un altro, o Condurre ad alcuno, o presso alcuno, con un determinato fine o intendimento.
Dal lat. minare, che nel linguaggio rustico valeva Spingere, Mandare avanti, riferito a bestie. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Poeta, io ti richieggio.... che tu mi meni là dov'or dicesti.
Esempio: E Dant. Inf. 13: Presemi allor la mia scorta per mano, E menommi al cespuglio che piangea Per le rotture sanguinenti invano.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Anime sono a destra qua remote: Se mi consenti, i' ti merrò ad esse.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 255: Comandò ad uno de' suoi famigliari che nella sua casa il menasse, e gli facesse dare da mangiar per Dio.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 11: Perchè non mi menate voi una volta a Firenze?
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 85: Disse a costui dove voleva esser menato; e come il menasse era contento.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 250: La donna, per vedere la perfezione di quel brieve, menòe il figliuolo alla chiesa, e disse al prete, che ec.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 158: Aspetterai che questa mia balia,... aprendoti l'uscio, ti meni al buio in camera mia.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 181: Intendo come menasti la Cassandra in villa di sua madre.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 99: Vattene al campo, e fa' ch'alcun ti mene E t'introduca ove Tancredi giace ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 4, 438: Sarpedone.... menava spesso Catone alle case di Silla per salutarlo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 61: Que' giovinastri ebber voglia d'andar a vedere quello sterminato mucchio di noci; e lui li mena su in granaio.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Belc. F. Pros. 1, 87: L'amore mena all'amore, e per forza d'affetto e di santo desiderio vi si va.
Definiz: § II. Pure per Condurre alcuno in un luogo, o ad una persona, mediante un veicolo qualsiasi. –
Esempio: Car. Lett. fam. 2, 348: Io aspetto messer Paulo Manuzio a Ravenna, il quale viene per menarmi a Venezia, sicchè vi sarò prima di voi, ed al più lungo fra un mese.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 131: Io l'ò accordata (una serva).... che la venga giovedì; ed ho commesso a Chirico che venga qui per lei e la meni costì in Firenze a voi.
Esempio: Porz. C. Op. 33: Il principe operò che in que' dì si menasse dalla Padula a Melfi la figliuola del conte di Capaccio Sanseverino.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 19, 9: Gli dissero i nocchieri: Il mare è grosso, E soffia un vento che ci fa temere. Disse Ricciardo:... Vo' andare in Cafria; e voi mi ci merrete, O tutti quanti di mia man morrete.
Definiz: § III. E per Far venire o andare, Condurre, con sè, in propria compagnia; con tale determinazione espressa o sottintesa. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 144, 20: Il quale [podestà] avea menata seco la donna.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 290: Dall'altro lato del fiume venendo un leone, menonne via l'altro fanciullo.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 239: Tornando Iacopo a Firenze, ne menò il detto garzone con seco, e l'altro dì vegnente il menò alla sua bottega.
Esempio: Bern. Orl. 7, 59: Vien tu.... e ciò ch'è al tuo comando, Ch'io vo' di tutti quanti fare un monte: Mena quel tuo favorito, l'Alfrera, E se ti piace, mille in una schiera; Mena Marsiglio, mena Balugante, E Serpentin con essi, ec.
Esempio: Nard. Amic. 451: Ma già ritorna Lico, E seco il cuoco mena Con una zana piena, ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 142: Quando V. Sig. un dì vorrà veder Venezia..., io la invito a casa mia,... e potrà menare il Barbadori e chi altri le piacerà.
Esempio: Cecch. Romanesc. 2, 3: Perchè 'l padrone Mena seco a mangiar mezza la corte. F. Oh meni anche i pilastri e i capitelli E le base.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 394: Ho scritto a vostra signoria quel tanto giudico dobbiate fare di ser Giovanni. E più dico che lo meniate con voi al Duca.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 30: Mostrando gli occhi giovinetti a lui, Meco il menava in dritta parte volto.
Esempio: Cavalc. Ammon. Paol. 43: Io so bene che non è poco beato chi salva sè solamente coll'aiuto di Dio: ma so che molto più è beato chi studia di menare seco dell'altre persone al regno del cielo.
Definiz: §. V. E in particolare riferito a persone condotte a proprio servigio; e più specialmente a soldati. –
Esempio: Barber. Docum. Am. 303: Meni tu gente a soldo Per tempo freddo e coldo (caldo)? Togli tai, che soffrire Possan, e te seguire.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 3, 35: Quella somma del danaio fu data quasi tutta a Gianbono capitano degli Ungheri, che Carlo avea menato seco: perocchè, venendo la vernata..., diliberò licenziargli.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 422: Vero è che in quest'ora, che sono le tre incirca, abbiamo lettere da Antonio, come Tarlatino li ha domandato salvocondotto per lui e per quelli Pisani ne merrà seco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 13: Per avventura si trovò un scudiero Ignoto in quel paese, e menato hallo.
Esempio: Varch. Stor. 2, 220: E fra pochi giorni, di trecento fanti i quali avevano menati con esso loro, ne tornarono dugencinquanta.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 5: Va con facoltà grande, et cum imperio; perchè merrà seco una buona banda di genti.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 42: Fur cinquemila alla partenza; appena (De' Persi avanzo) il terzo or qui ne mena.
Esempio: E Tass. Gerus. 1, 68: Prence è de' Dani, e mena un grande stuolo Sin da i paesi sottoposti al polo.
Definiz: § VI. E per Farsi venir dietro alcuno, e propriamente con disagio o con danno di esso. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 177: Costui (un omiciattolo mal a cavallo) s'andava, con le gambucce spenzolate a mezzo le barde, combattendo e diguazzando.... E messer Bernabò quanto più il vedea diguazzare, più dicea: Di' pur oltre i fatti tuoi, chè io t'intenderò bene. Brievemente egli il menò quattr'ore a questa maniera ec.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 4, 4: A lei crede e 'n lei ammira Ogn'impossibil cosa: E cieco non s'avvede Ch'ella 'l mena e l'aggira; E s'ei pur se n'avvede, tace e chiosa. (qui figuratam.).
Definiz: § VII. E per Guidare, Dirigere; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 1: Vidi le sue spalle (del colle) Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Esempio: E Dant. Inf. 10: Da me stesso non vegno: Colui che attende là per qui mi mena.
Esempio: E Dant. Purg. 23: Costui per la profonda Notte menato m'ha da' veri morti, Con questa vera carne che il seconda.
Esempio: E Dant. Conv. 67: Ancora del non potere e del non sapere bene sè menare, le più volte non è l'uomo vituperato, ma del non volere è sempre.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 154: Arai in casa (educando bene i figliuoli) de' profeti annunzianti i secreti divini, però che volentieri mena la santa lingua lo Spirito Santo, rinnovellando l'antico miracolo di Daniel.
Definiz: § VIII. E per Reggere, Sorreggere, chi da sè non possa, o gli scomodi, andare. –
Esempio: Dant. Parad. 21: Or voglion quinci e quindi chi rincalzi Li moderni pastori, e chi li meni, Tanto son gravi, e chi dirietro gli alzi.
Definiz: § IX. E per Accompagnare, Introdurre, in un luogo. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 72: Nel detto anno fui mandato dalla Signoria, insieme con altri cittadini, tre volte a menare imbasciadori in Palagio.
Definiz: § X. E riferito a genti armate, per Condurre, Guidare, come loro duce e capitano. –
Esempio: Liv. Dec. III, S. R. 203: La sua gente menò fuori del campo alla battaglia.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 275: Egli appoco appoco li dispersi militi, e non meno turbati li nimici, sì li ragunò insieme, e poi a pieni passi li menò al colle.
Definiz: § XI. Pure per Condurre, riferito figuratam. a lavoro manuale. –
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 240: Usando diligenzia che, dove sarà la volta più sottile, mediante questi sfondati, ella si congiunga bene e si meni legata con le parti della volta più grosse e più gagliarde.
Definiz: § XII. Riferito a donna, vale propriamente Condurre come moglie alla propria casa; ed in più largo senso, Far sua mediante il matrimonio, Prendere in moglie. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 497: In una contrada è usanza che la nuora, il seguente dì ch'è suta menata, domanda ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 80: Perchè non la mena egli, cacciata via Junone?
Esempio: Bocc. Decam. 5, 33: Diliberarono che, quello medesimo dì che Pasimunda menasse Efigenia, quello Ormisda menasse Cassandra.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 194: Quando messer Marco Visconti primogenito di messer Bernabò menò la donna sua, che avea nome madonna Isabetta della casa di Baviera ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 15: Dipoi, a dì XIII di gennaio, le die' l'anello..., e a dì XIIII detto la menai.
Esempio: E Macingh. Strozz. Lett. 480: Di', che chi la torrà se la menerà.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 406: Andiamo Andiamo in casa, che io la meni. N. Adagio! O l'anello? o la messa?
Esempio: Salvin. Odiss. 449: Savia Penelopea, non te costui Essere per menare ci pensiamo.
Definiz: § XIII. E per Condurre a forza, Trascinare; od anche semplicemente Costringere a venire o ad andare. –
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 201, 13: Gli sgarigli il presono, e riconobberlo: e volendolne menare, si difendeva con belle parole, sì come savio cavaliere.
Esempio: Stor. Apol. volg. 49: E morta sarei, se non fossono i corsali, che mi presono e menarommi qui.
Esempio: S. Ag. Espos. Salm. 78: Coloro che l'aveano menata (l'adultera) si vergognarono.
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 24: Mandate, se vi piace, alcuno che vel meni, e rapresenti, e conosca il vigore ecclesiastico, del quale non pare, che si curi.
Esempio: Vill. M. 553: Messer Giovanni mandò per prendere di sua gente uno de' Bentivogli, il quale, essendo bene accompagnato, si contese, e non se ne lasciò menare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 37: Legato de la sua propria catena N'andava Atlante, e la donzella appresso.... Non molti passi dietro se lo mena, ec.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 307: Dateli (a un famiglio degli Otto) sei giuli. Z. E ch'io ne meno te! G. Sì, menalo, E lascia me sin che tu torni.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 3, 12: Furono una fiata menati alla sua presenza certi giovani accusati d'avere ec.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 306: Figliuoli! mi menano in prigione, perchè ieri ho gridato: pane e giustizia.
Definiz: § XIV. E per estensione, riferito ad animali. –
Esempio: Gell. Circ. 54: Chi truovi tu di noi (dice il serpe a Ulisse) che non sia in quel luogo ed in quell'aria che gli è a proposito e conveniente? E se già non ne sono cavati da voi per forza e menati altrove?
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 72: Ei (Alcide).... le tre fauci immense, Alta guardia di Dite, inclito mena, Mostro immortal sotto mortal catena.
Definiz: § XV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Qual fortuna o destino Anzi l'ultimo dì quaggiù ti mena?
Esempio: E Dant. Inf. 18: Ma che ti mena a sì pungenti salse?
Esempio: E Dant. Inf. 28: Nè morte il giunse ancor, nè colpa il mena.... a tormentarlo.
Esempio: E Dant. Inf. 29: Ma quel per ch'io mori' qui non mi mena.
Esempio: Petr. Rim. 1, 9: Ma del misero stato, ove noi semo Condotte dalla vita altra serena, Un sol conforto, e della morte avemo: Che vendetta è di lui, ch'a ciò ne mena.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 38: L'auro e i topazi al sol sopra la neve Vincon le bionde chiome, presso agli occhi, Che menan gli anni miei sì tosto a riva.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 259: Mentre che la fortuna in questa guisa, che divisata è, il Conte d'Anguersa ed i figliuoli menava, avvenne che ec.
Esempio: Rucell. Or. Dial. R. 3: Gli appetiti solamente de' beni presenti si curano e si dilettano.... nè pensan più innanzi a che essi dopo ne menino.
Definiz: § XVI. E per Trar seco, Rapire, Travolgere. –
Esempio: Imit. Crist. 166: Quanto è buona cosa.... non si lasciar menare da ogni vento di parole!
Esempio: Dant. Inf. 5: La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina, Voltando e percotendo li molesta.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: Di qua, di là, di giù, di su, gli mena (la bufera i dannati).
Esempio: E Dant. Inf. 11: Quei della palude pingue, Che mena il vento e che batte la pioggia, E che s'incontran con sì aspre lingue, Perchè ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 218: Io ho veduto quello che di qui adrieto era fermissima terra essere mare: viddi quello ch'era mare essere fatta terra.... E per lo discorrimento, lo monte è menato nel mare (il lat. ha: deductus in aequor).
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 72: E poco dopo un gran destrier n'appare..., Che salta macchie e rivi, ed a fracasso Arbori mena e ciò che vieta il passo.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 2, 619: Come un gran fiume che schianta e mena seco tutti gl'ingombri, col solo impeto che lo porta a divallarsi nel mare.
Definiz: § XVII. E per Togliere, Portar via, Rubare. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 207: Io non so come l'aria di là ti comportassi; che per Matteo v'è stata cattiva, e sì me lo menò (qui figuratam.).
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 5: Per giunger colpa a colpa e fallo a fallo, Di Bradamante ne menò il cavallo.
Definiz: § XVIII. E riferito a veicolo, per Tirare, Trascinare, detto di animali; e detto di persona, per Guidare, Dirigere. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 129: Nella cui geminazione (del lino).... può un bue menare un aratro; e due, insieme giunti, menare due aratri, che l'uno aratro, per uno braccio o poco più, con una fune seguiti al primo; de' quali ciascuno abbia il suo bifolco, che l'aratro tenga e meni (il lat. ha: unum ducere aratrum; e qui aratrum teneat et conducat).
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 446: Molti sono che gli usano (gli asini) a menar la carretta (il lat. ha: ad vehendum).
Definiz: § XIX. Per similit., e poeticam.
Esempio: Dant. Purg. 4: Hai ben veduto, come il sole Dall'omero sinistro il carro mena?
Esempio: Petr. Rim. 1, 188: Quando 'l voler, che con duo sproni ardenti, E con un duro fren mi mena e regge, Trapassa ec.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 205: Notte 'l carro stellato in giro mena.
Definiz: § XX. E per Volgere in giro; riferito a macine, ruota, o simili. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 195: Io.... nessun giorno fino D'aver gioia e pena, Come Ventura mena La rota in falsa parte (qui figuratam.).
Esempio: Cresc. Agric. volg. 446: Alcuni sono che non gli scelgono (gli asini) per altra cosa che per portar pesi, e altri, acciocchè menino le macini.
Definiz: § XXI. Riferito ad animali, vale Far venire o andare con sè, o dietro sè, o innanzi a sè, legato, o tenuto a freno, o comecchessia condotto manualmente, od anche semplicemente stradato o guidato. –
Esempio: Dant. Parad. 10: Io fui degli agni della santa greggia, Che Domenico mena per cammino (qui in locuz. figur.).
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 225: Tu menavi lo cerbio alle nuove pasture, tu 'l menavi alle discorrevoli acque.
Esempio: Real. Franc. B. 2, 347: Agostino saltò in sella e menò il cavallo del re alla stalla.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 86: E datogli dall'una mano un gran bastone e dall'altra due gran cani, che dal macello avea menati, mandò ec.
Esempio: E Bocc. Decam. appr.: Dopo alquanto il menò fuori, e miseselo innanzi, ed andandol tenendo per la catena di dietro, ec.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 122: Dicevano al mulattiere:... vuo 'l tu uccidere (il mulo)? perchè non t'ingegni tu di menarlo bene e pianamente? egli verrà più tosto che a bastonarlo come tu fai.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 176: Chiamò a sè un suo famiglio, e disse: Va', sella il tale cavallo,... e menalo subito qui. Il famiglio andò presto, e menò il cavallo ec.
Esempio: Poliz. Pros. 32: Ora questo fanciullo che mi vien dietro, che sta meco a salario, lo menerà (un cagnolino) lui stesso ed alleverà in molti vezzi.
Definiz: § XXII. E per Indurre a venire o andare, Far venire o andare, dove che sia; anche figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 23: Quella voglia all'arbore ci mena Che ec.
Esempio: E Dant. Parad. 4: L'altra dubitazion che ti commuove Ha men velen, perocchè sua malizia Non ti potria menar da me altrove.
Esempio: E Dant. Parad. 26: Non fu latente la santa intenzione Dell'aquila di Cristo, anzi m'accorsi Ove menar volea mia professione.
Esempio: Petr. Rim. 2, 44: Colle che mi piacesti, olmi rincresci, Ov'ancor per usanza Amor mi mena.
Esempio: Domin. Gov. Fam. 70: Abbi pazienzia di vegliare, quando ella (l'anima) vuole entrare nelle sue vie. E quando l'hai menata in questa prima via, lasciala stare, non le dare impaccio.
Definiz: § XXIII. E per Indurre, Spingere, Costringere, od anche semplicemente Condurre, a far checchessia; anche figuratam. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 5: Egli (il diavolo) ti mena di peccato in peccato, e sempre continuamente di male in peggio, e di peggio in pessimo.
Esempio: Tav. Rit. 1, 96: Era costumato in quello reame ove regnava viltà di cuore, che lo moveva a pensare tradimento; e làe ove regnava avarizia, che lo menava alla invidia.
Esempio: Esop. Fav. 24: Per alcuna cagione che possano apporre o trovare, sì gli corrono addosso, e menanlo a piato e a briga.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 3, 160: Veggiamo la nuvola di Dio, come ella è menata, per la mano del governatore, a quello che ella non vorrebbe, e altra volta è ritenuta da essa mano del governatore, che ella non vada dove voleva.
Esempio: Domin. Gov. Farn. 72: Tu adunque la debbi menare (l'anima) a considerare la varietà dell'erbe, formosità de' fiori, differenzia di frutti, multiplicità d'animali,... maraviglia d'ogni creatura.
Esempio: Ar. Orl. fur. 7, 17: E tutto quel ch'udito avea di lei, Stima esser falso, e che vendetta mena, E mena astio ed invidia quel dolente A lei biasmare, e che del tutto mente.
Definiz: § XXIV. Pur figuratam., per Condurre dietro a sè con parole persuasive, amichevoli, e simili; ed anche con parole, lusinghe, apparenze, alle quali poi non corrispondano i fatti: spesso nella maniera Lasciarsi menare. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 368: Anzi, se ci accorgessimo che ci menassi sotto spezie di questo, e altri tuoi intendimenti ne compiessi, l'avremmo molto per male.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 188, 3: I Bianchi e' Ghibellini si proposono lasciarsi menare a' Neri, e di consentire ciò che domandavano, acciò non avesson cagione di fuggire la pace.
Esempio: Dav. Tac. 1, 150: Il Principe non può saper tutto, nè dee lasciarsi menare a voglia d'alcuno.
Definiz: § XXV. Menare, riferito a faccenda, negozio, pratica, e simili, vale Far procedere verso il suo effetto, scopo, riuscita; Condurre, Trattare, ed anche Macchinare, Tramare. –
Esempio: Esop. Fav. 93: Niuno non dee menare tradimento, ma dee andare dirittamente.
Esempio: Vill. G. 230: Non perchè egli sapesse nè avesse scoperto il tradimento che messer Gianni menava col Paglialoco e col detto Papa, ma sapea ec.
Esempio: E Vill. G. 281: Essendo menato uno sagreto trattato per pigliare la città d'Arezzo per tradimento.
Esempio: E Vill. G. 770: Ma i Brabanzoni, sentendo il trattato che menava il loro Duca..., feciono punta falsa, e subitamente si levaro da campo e tornarono in lor paese.
Esempio: Vill. M. 329: E non potendo menare eglino questo (il trattato), perchè erano sospetti, il facieno menare a un messer Andrea giudice di Todi.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 255: Pensossi di volere molto cautamente menar questo amore.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 270: Si sforzarono da principio di accendere questi odj, e menar trattati contra gli avversarj, e contro al Re medesimo.
Definiz: § XXVI. E riferito ad operazione, serie di atti, modo di far checchessia, e simili, per Condurre, Esercitare; od anche semplicemente Fare: ma in tal senso non è oggi comune.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 205: Vedean cose adivenire che parean loro ingiuste e ree..., però non credettero che fossero menate per giustizia.
Esempio: Dant. Inf. 27: Gli accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte; e sì menai lor arte, Ch'al fine della terra il suono uscie.
Esempio: Stor. Barl. 42: Pianamente si pensò in che maniera potesse menare sua signoria insino alla sua fine.
Esempio: Vill. G. 708: Menando rigido e crudo il suo uficio, molte cose illecite e di fatto fece in Firenze.
Esempio: Stor. Pistol. 18: Ora rimane la signoria della città e contado di Pistoia alla parte Bianca, e quella menano molto aspramente, e con gran rigidezza.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 699: E sì menai lor arte; cioè delli accorgimenti e delle vie coperte per sì fatto modo usai l'arte.
Definiz: § XXVII. Riferito a vita, tempo, giorni, e simili, vale Condurre, Trarre, Passare, vivendo, in quella data condizione che è determinata dal compimento. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 93: Coloro li quali sono bassi, e menansi la vita senza grandi onori e fama, se fanno per ira alcuno malfatto, pochi lo sanno; chè lor fama e lor ventura sono eguali.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 127: Anche più tempo menava in cacciare li leoni e altre fiere.
Esempio: S. Gir. Grad. 1: È signore di tutti coloro che buona vita menano.
Esempio: Lanc. Pist. volg. 105: Io non dubitai che il dì tutto, e grandissima parte de la notte, tu menassi senza sonno.
Esempio: Petr. Rim. 1, 108: Chi è fermato di menar sua vita Su per l'onde fallaci ec.
Esempio: Bocc. Fiamm. 35: Mentre che io.... in così lieta e graziosa vita.... menava i giorni miei, poco alle cose future pensando, ec.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 142: Così menava la vita sua molto costumata, allevando i figliuoli da veri cristiani.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 28: Veggiamo ancor, se miglior vita mena Il fratel suo che non ha polso o nerbo, Osso o medolla che non senta caldo De le fiamme d'Amor.
Esempio: Segn. B. Edip. volg. 64: Tu non troverai mai chi brami impero, Accompagnato di sospetto e tema, Piuttosto che 'l menar le notti intere Sicure sempre in dilettose tempre.
Esempio: Car. Eneid. 3, 521: Io vivo, se pur vita E menar giorni sì gravosi e duri.
Esempio: Grazz. Pros. 75: Molti anni insieme lietamente menarono la vita.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 136: Stimando Timoleone atto onorato il far vedere a' Greci i tiranni di Sicilia menare nella sua città metropoli vita umile e da banditi.
Esempio: Alf. Trag. 1, 229: In pianto Cresciuta sempre, or più di pria nel pianto Suoi giorni mena.
Definiz: § XXVIII. E riferito alla condizione stessa nella quale alcuno si trova. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 8: Sanza uso d'arme, le genti sicure menavano agevoli riposi.
Esempio: Tratt. Virt. mor. 15: Chi onorevolmente mena la sua povertade.
Esempio: Bocc. Fiamm. 116: Oh come è dilettevole, e quanto è grazioso.... sopra i nudi cespiti menare i lievi sonni!
Definiz: § XXIX. Detto di via, strada, o simile, rispetto a un dato termine o luogo, vale Condurre, Fare arrivare, ad esso, Esservi indirizzato, Farvi capo. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 149: Presi la via che menava in Egitto.
Esempio: Bocc. Amet. 44 t.: Egli avea intorno di sè per tutto pianissima via, non d'altra larghezza che quella che noi, qui dimoranti, diritta mena al tempio dove oggi fummo.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 1, 217 t.: Due vie menavano a Luceria: una vicina alla riviera per le maremme di sopra, libera e aperta, ma quasi tanto più lunga quanto più secura; l'altra ec.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 1: Gaza è città della Giudea nel fine, Su quella via ch'in ver Pelusio mena.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 48: E' nimici tennero occupate le strade che menano da Atene ad Eleusine.
Definiz: § XXX. E figuratam. –
Esempio: Dant. Conv. 341: Noi potemo avere in questa vita due felicità, secondo due diversi cammini buoni e ottimi, che a ciò ne menano: l'una è la vita attiva, e l'altra la contemplativa, la quale (avvegnachè per l'attiva si pervegna, come detto è, a buona felicità) ne mena a ottima felicità e beatitudine.
Esempio: E Dant. Conv. 359: Questi umani appetiti per diversi calli dal principio se ne vanno, e uno solo calle è quello che noi mena alla nostra pace.
Definiz: § XXXI. E per Avviare, Far passare, Indirizzare, riferito a cosa trascorrente. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 24: Quando l'acqua si vuole per alcun condotto menare, bisogno è che si meni per condotto murato.
Esempio: Petr. Rim. 1, 254: Rapido fiume che.... Notte e dì meco desïoso scendi Ov'Amor me, te sol natura, mena.
Esempio: Pindem. Poes. 47: Come fulmine va sul fil che il mena.
Definiz: § XXXII. E per Far discendere, Derivare; in senso figurato. –
Esempio: Bocc. Lett. 80: Erano i Sergii nati da Sergio compagno d'Enea, erano i Menii nati da Menisteo, erano i Giulii che menano l'origine da esso Enea.
Definiz: § XXXIII. Menare, detto di piante, terreno, o simili, vale Generare, Produrre. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 36: Chi menerà uve, se non la vite ec.?
Esempio: Cresc. Agric. volg. 58: E menano (le piante) convenevoli e utili frutti. E ancora se il letame è troppo umido e grasso, la pianta trae a sè molta umidità acquidosa..., e menerà insufficiente frutto, e quello che menerà sarà acquidoso e sconvenevole.
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 197: Avea uno orto d'oro, cioè arbori che menavano pomi d'oro.
Esempio: Viagg. Terr. sant. 312: Ed è terreno sterile, che niente mena di frutti, nè alberi, nè eziandio erba.
Esempio: Zibald. Andr. 132: Insegnò a lavorare le terre, e seminare grano; che prima viveano di ghiande e castagne, e cose che menava la terra.
Esempio: Pallad. Agric. 107: E possiamo gli arbori pomiferi, cioè che menano pomi, piantandoli, disponere verso la parte ec.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 8: Ancora la terra non arata menava le biade, e lo rinovato campo biancicava delle piene spighe.
Esempio: Soder. Op. 2, 22: Le cattive erbe, che tuttavia mena 'l terreno,.... si levino, o sbarbando o con tagliente marretto.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 29, 1, 16: Il che... è machina di troppo altro magistero, che il semplice traboccare, che ogni anno fa il Nilo sopre le rive, e d'ogni parte versando, fecondar l'Egitto, che senza lui, per lo fitto e riarso terreno ch'egli è, nulla o non altro che giunchi e lappole menerebbe.
Esempio: Magal. Lez. II, 3, 183: Siccome delle varie maniere de' semi, in ciascuna delle quali è potenza bensì atta a germinare, e venendo a merito, menar secondo la propria spezie convenevol frutto; ma la virtù loro ec.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 349: Sarà bene, quando uno compera un podere, ch'egli sia bene informato prima della condizione di quello, e qual biada mena più volentieri.
Definiz: § XXXIV. In locuz. figur. –
Esempio: Medit. Alb. Cr. 2: E nel mezzo dell'arbore si discrive e si dimostra la passione, e nella cima di sopra si discrive la glorificazione di Gesù; ed in ciascuna di queste parti dell'albero ha quattro rami, e ciascuno de' rami mena dodici frutti, secondo i misteri e similitudine del legno della vita, che è nel paradiso delitiarum.
Definiz: § XXXV. E detto di luogo, fiume o lago, terreno o simili, dove alcun che si generi, si produca, apparisca, e propriamente in copia. -
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 58: E quelli pesci ch'elli (il fiume Tigris) mena non possono vivere in altro lago.
Esempio: Cronichett. Mannell. 101: Avea una fontana d'acqua in Trastevere in Roma, e la notte che Cristo nacque menò olio in grande abbondanza, e corse insino al Tevero.
Esempio: Sacch. Batt. 1, 28: Da questo monte gira un vago fiume..., Che mena pesci più ch'altro lagume, Dove le donne pescan per lor arte.
Esempio: Pulc. L. Morg. 25, 311: La gran Libia mena Molti animali incogniti alle genti.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 68: Ha presso un lago che mena carpioni, E trote, e granchi, e sardelle, e frittura.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 477: Camminavano gli Spagnuoli per una pianura ristretta tra la montagna e una fiumara che mena pochissima acqua.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 111: La quale [pietra] quando si cava, il primo filare è ghiaioso e grosso, il secondo mena nodi e fessure, il terzo è mirabile perchè è più fine.
Esempio: Baldell. F. Diod. 1, 107: Oltra l'altre biade che l'India produce, mena gran quantità di miglio e di civaie.
Definiz: § XXXVI. Si usò pure per Generare, detto di donna. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 212: Noi abbiamo una reliquia, la quale ha grandissima virtù a fare generare le donne che non menano figliuoli.
Definiz: § XXXVII. Pure per Produrre, Generare, e propriamente per alterazione o corruzione, detto di checchessia. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 73: La sua carne, corrompendosi, menava vermini.
Esempio: Viagg. Terr. sant. 320: Poche buone (delle acque) se ne trovano, perocchè quale tiene di mota, e quale è torbida, e quale è salsa, e di quale viene fiato, e quale mena vermini.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 94: Come si crea in un corpo indigesto Collora e flemma e altri mali umori..., E bisogna ir del corpo e cacciar fuori.... e tenersi rimondo,... Così a questo corpaccio del mondo, Che per esser maggior più feccia mena, Bisogna spesso risciacquare il fondo (qui per similit.).
Definiz: § XXXVIII. E per Ricevere in sè, Accogliere, Venire ad avere; riferito a qualità o accidenti, ed anche a sostanza, modificandone comecchessia la natura, la forma, le condizioni. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 131: Sì come l'uva, non ancora matura, con isvariati racimoli suole menare rossore di porpora.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 103: Mentre che pareano che lasciassono la magrezza e 'l numero de' piedi e 'l nero colore, e menare forma d'uomo ne' loro membri, lo sonno si partì.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 164: E' lunghi rami menarono palidore nel pedale. (In questo, e nel primo esempio, il lat. ha: ducere; nel secondo, inducere).
Esempio: Bart. D. As. 1, 134: La nave Atoghia, nel meglio del viaggio, si aperse sotto il calcese dell'albero della maestra, dove non era possibile ristopparla: e menava tant'acqua, che non bastando la tromba ad aggottarla, ec.
Definiz: § XXXIX. E per Produrre, Indurre, Causare. –
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 7: Tutto questo gli è nato dall'amore proprio di sè, il quale ponemmo che era uno arbore di morte. Li frutti suoi menano puzzo di peccati mortali (qui in locuz. figur.).
Esempio: Sassett. Lett. 318: Qua i venti ci sono in maniera fortunosi, e talmente conturbano la marina, che altri si spaventa della sola vista. Ma oltre alla tempesta che menano, succede una novità bellissima; chè e' conturbano l'arene del fondo del mare, ec.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 78: Sopravvenne peste sì fiera, che senza antecedente infermità levava del mondo gli uomini, menava sterilità ne' frutti della terra, nelle greggi e negli armenti.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 23: E tutto quel che l'arte o il caso mena, Altro non è che mutazion di scena.
Definiz: § XL. E per Addurre, Trar con sè; riferito a fenomeni fisici. –
Esempio: Bocc. Fiamm. 46: Il tempo medesimo, il quale ora la stagione mena malvagio, m'è favorevole.
Esempio: Cont. Bell. Man. 20 t.: Prima vedreno sdegno in cor gentile Al tutto scemo, e il sol colcar là donde Ne mena il nuovo giorno.
Definiz: § XLI. Detto di medicinali, si usò per Purgare; anche assolutam., o nella maniera Menare del corpo, per Fare andar di corpo, Far andare. –
Esempio: Benciv. Mes. 7: Le medicine che per natura menano la collera nera, cioè la melanconia, sono le pittime, lo stichados, ec.
Esempio: E Benciv. Mes. 7 t.: E dicemo che le medicine che menano per altro modo ec.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 277: Deasi l'acqua rosata sola, o con acqua di decozione di mastice e di gherofani, e spezialmente contra 'l flusso, che procede per debilità di virtù contentiva, o per acuità di medicina, quando menasse disordinatamente.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 320: E certi lo cuocono al fuoco (il sugo del cocomero selvatico); e questo cotale è men lassativo, e mena più dolcemente.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 10: Sette dramme delle sue barbe (della bacchera), beute nell'acqua melata..., menano del corpo come lo elleboro bianco.
Esempio: E Montig. Dioscor. volg. 20 t.: Il medesimo (l'olio balanino) mena del corpo, ma nuoce allo stomaco.
Definiz: § XLII. Menare, vale anche Muovere per ogni verso, e propriamente con un certo vigore; Agitare, Dimenare, Scuotere; riferito a membro o parte del proprio corpo. –
Esempio: Dant. Inf. 9: Dal volto rimovea quell'aer grasso, Menando la sinistra innanzi spesso.
Esempio: E Dant. Inf. 34: Quell'anima lassù, che ha maggior pena,... è Giuda Scariotto, Che il capo ha dentro e fuor le gambe mena.
Esempio: Ugurg. Eneid. 44: Menavano (i serpenti) le lingue molto ispesse, forte suffilando.
Esempio: Ovid. Pist. 193: La dea Diana era ivi presente,... e parve ch'ella menasse il capo, quando tu in sua presenzia facesti quelle tue promesse.
Esempio: Panzier. Tratt. 22 t.: Cadere, quando avanti e quando indrieto; quando menarsi tutto, e quando menare parte del corpo.
Esempio: Libr. Fiorett. Bibb. 47: Lo cane.... a ciascuno grande festa faceva, menando la coda qua e là.
Esempio: Fr. Guidott. Fior. Rett. 96: E sconciamente menerà le anche e i piedi e le mani quando verrà a ballare.
Esempio: Pulc. L. Morg. 14, 52: E la cutretta la coda menando Si vede.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 202: Fece un maestro, che fatto levare a cavallo un fanciullo addosso a un altro, lo percuote con la sferza di maniera che il povero putto, per lo gran duolo menando le gambe, pare che ec.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 518: Con la stessa coda inganna ed uccella il can che la seguita, menandogliela attorno in qua e là pel muso.
Definiz: § XLIII. Pure per Dimenare, Agitare; riferito a cosa manuale. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 2, 140: Il lenzuolo menato per l'acqua sì ne purga, ma chi volesse menare per acqua uno libro, sì 'l guasterebbe.
Definiz: § XLIV. Pur riferito a membra o parti del corpo, per semplicemente Muovere, ed anche Spingere; usato anche figuratam. –
Esempio: Giamb. Vegez. 22: Che saviamente tenga l'arco, e fortemente lo squarci, e che la mano manca stea ferma, e la diritta meni a ragione.
Esempio: Dant. Parad. 31: Sì, per la viva luce passeggiando, Menava io gli occhi per li gradi, Mo su, mo giù, e mo ricirculando.
Esempio: S. Bern. Serm. 5: Or che menate dintorno gli occhi curiosi?
Esempio: Colomb. Lett. 47: Confiderommi della bontà dell'Altissimo, e merrò la mano.... secondo e come piacerà a lui di porgiare.
Esempio: Sacch. Rim. 27: Ma lasso! quando vo ver lei più in fretta, La vecchia giugne e mena le mascelle.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 417: Di fuor tacea..., e d'entro; cioè a me, dicea: Forse; mormorando o menando le labbra; ec.
Esempio: Salvin. Iliad. 600: Così Achille Piè e ginocchi menava rattamente.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 1, 16: Vedi, o Mercurio, che anche ammutoliti dalla forza della tua celeste verghetta, non cessano di menar le labbra, e borbottano, proferendo aria in vece di parole.
Esempio: E Gozz. Op. scelt. 5, 483: Or sia con Dio; scrivete alla buon'ora.... Poffar! come menate ben la mano!
Definiz: § XLV. Pure per Muovere, riferito a passo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 11, 20: Vede Ruggier quanto il suo aiuto importa, E vien correndo a più poter; ma quello Con tanta fretta i lunghi passi mena, Che con gli occhi Ruggier lo segue a pena.
Definiz: § XLVI. E riferito a braccio, per Spingere, Sospingere, violentemente, contro alcuno, percotendolo, o combattendo con esso. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Fialte ha nome; e fece le gran prove, Quando i giganti fer paura ai dei: Le braccia ch'ei menò giammai non muove.
Esempio: Bern. Orl. 7, 23: Sol si menava.... le braccia.
Definiz: § XLVII. E riferito ad arnese o strumento qualsiasi, per Muovere, Maneggiare, secondo che si richiede all'uso o al fine pel quale si adopera; ed anche semplicemente Adoperare. Usato altresì figuratam. –
Esempio: Giamb. Vegez. 66: Ed ha ancora la legione trombadori, e coloro che la trombetta menano.
Esempio: Dant. Inf. 29: E non vidi giammai menare stregghia Da ragazzo aspettato dal signorso, Nè da colui che mal volentier vegghia, Come ec.
Esempio: Tratt. Falcon. 7: L'uno lo tenga in mano (il falcone); e l'altro meni il logoro, isgridandolo.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 1, 31 t.: Prenditi un coltello acuto, el quale rada e' peli; e preso che l'arai, menalo sopra il capo tuo e sopra la barba.
Esempio: Colomb. Lett. 47: Confiderommi della bontà dell'Altissimo, e merrò.... la penna secondo e come piacerà a lui di porgiare.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 748: Lo ragazzo che è aspettato dal signor soo, che à fretta d'andarsene tosto a letto a dormire, mena la stregghia fortemente a stregghiare il cavallo.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 20: Abbia a mente di menare il pennello sempre di piatto.
Esempio: Belc. F. Son. 171: E se la penna a menar son costretto, Fo versi rozzi.
Esempio: Biring. Pirotecn. 108 t.: Menando li mantici ed infocando el carbone.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 312: Parte di dietro de la fucina, la quale tiene i mantici, i lor sedili, la machina che manda in giù i mantici, e l'instrumento che gli mena.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 10, 107: Un Vulcano che mena con una mano i mantici, e con l'altra, che ha un paio di molle, tiene il ferro d'una freccia che fabrica.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 22: Il barbiere gli menava addosso il rasoio di tal foggia, che pareva che volesse arruotarlo sulle guance di quel povero uomo.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 11, 65: Femmine vide, armate di linguacce D'aspidi, avvelenar d'altrui la fama, Ed in giro menar le loro stacce Senza distinguer tra pedina e dama.
Definiz: § XLVIII. E per Muovere intorno, Girare, con più o men vigore o violenza; riferito comunemente a spada o altra arme, e spesso coi compimenti In giro, A cerchio, A tondo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 24: E la sanguigna spada a cerco mena: Non riguarda nè al servo nè al signore, Nè al giusto ha più pietà ch'al peccatore.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 16, 65: Menava Arïodante il brando in giro.
Esempio: Bern. Orl. 4, 49: Rinaldo sempre con lor mescolato, A destra ed a sinistra il brando mena.
Esempio: E Bern. Orl. 7, 23: Gli scudi a tutti servon per nïente: Sol si menava la spada ec.
Esempio: E Bern. Orl. 36, 13: Mena a traverso il furïoso brando.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 92: Poscia ch'egli aranno invano lanciato i dardi.... allora si menino le spade.
Esempio: Segner. Mann. nov. 14, 3: Questa (la sapienza) si fa operare in tal genere di battaglia, con quel possesso il quale è propio non di un principiante, che appena sa menar l'armi, ma di un comandante agguerrito.
Definiz: § XLIX. E per Fare scorrere, Mandare dall'una parte all'altra, in su e in giù. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 411: E non si deono menare i detti setoni, se non passati due giorni. Poi appresso si menino da mane e da sera continuamente, intanto che due giovani, per ciascuna volta, vi s'allassino; cavalcato prima il cavallo, con picciol passo, per gran pezzo.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 413: Incontanente si mettano convenevoli setoni sotto la gola del cavallo, e sufficientemente si menino la sera e la mattina.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 113: Apparve uno agnolo con grandissimo isplendore, il quale avea una viola nella mano sinistra e lo archetto nella mano destra, e.... esso menò una volta l'archetto in su, sopra la viola.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 748: Così costoro menavano l'unghie a grattarsi.
Esempio: Belc. F. Son. 173: Sopra la lira mena el dolce plettro.
Definiz: § L. E per Agitare continuatamente, Dimenare, Rimestare. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: La biacca e l'aghetta sieno trite e molto menate nel mortaio coll'aceto e coll'olio rosato.
Esempio: Med. L. Cant. Carn. 171: Chi non vuole al menar presto esser stanco Meni col dritto e non col braccio manco. Poi vi si getta quel ch'è dolce e bianco Zucchero e fa' il menar non abbandoni.
Esempio: Ricett. fior. C. 79: Il piombo bisogna continuamente menarlo, insino che diventi polvere.
Definiz: § LI. E per Conciare, Malmenare, combattendo. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 108: Onde i Ghibellini.... con più forza e vigore pugnarono contro a' Guelfi, i quali non aveano aiuto, nè attendeano soccorso...; e veggendosi i Guelfi sì aspramente menare, essendo già la gente di Federigo ec.
Esempio: Lucan. volg. 95: Quando lo buono Dominzio vidde così menare sua gente, cominciò a sgridare Currio.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 368: Che li due fratelli per corporale battaglia di loro soli finissero la guerra; li quali sì inimichevolmente si menarono, che amendue rimasero morti in su 'l campo.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 203: S'incominciò l'aspra battaglia tra le due prime schiere, cioè tra Tedeschi e Francesi; e fu sì forte l'assalto de' Tedeschi, che malamente menavano i Francesi, e assai gli fecero rinculare indietro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 31, 93: Ed in confuso lascia afflitta ed egra La gente o sia di Libia o sia di Francia: Tutti li mena a un parla buona lancia.
Definiz: § LII. E per Dare con violenza; riferito a colpo sia di mano o di piede, sia d'arme o d'altro arnese. –
Esempio: Stor. Nerbon. volg. 26: Avendo (Namieri) a due mani la spada, e levandola in su, che Rambaldo menava uno fendente in giù, e' diè del pugno in su la spada di Namieri.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 164: Non esser lento a tirar fuori la spada: ma non voglio che tu meni molti colpi.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 256: Gli menai una gotata, e non lo giunsi bene a mio modo.
Esempio: E Rinucc. F. Ricord. 258: E in quello che Carlo aperse l'uscio, detto Andrea Banchi gli menò una punta della spada, e sì l'ammazzò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 50: Ferraù quando punge e quando taglia, Nè mena botta che non vada piena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 12, 76: La turba verso il conte vien fremendo Disordinata, e tagli e punte mena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 39, 50: Ad Olivier, che troppo inanzi fassi, Menò un pugno sì duro e sì perverso Che lo fe' cader pallido ed esangue.
Esempio: Bern. Orl. 20, 20: E ferì con la spada quel gigante, Ch'avea menata la prima percossa.
Esempio: E Bern. Orl. 20, 29: Combattuto hanno già più di quattro ore, Ognun colpi maggior sempre menando.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 48: Io gli menai con salda mano un colpo con tanta felicità, che io lo distesi per terra.
Esempio: Cellin. Vit. 315: Io gli avevo menato un calcio, e per mia buona sorte entrato col piè nella inforcatura delle gambe, l'avevo spinto innanzi più di quattro braccia.
Esempio: Nell. Iac. Vecch. 3, 7: Ti so dire che menavo colpi da orbo.
Definiz: § LIII. E, nel medesimo senso, usato in modo assoluto; anche figuratam. –
Esempio: Strin. Cron. 130: E coll'aiuto di Lorenzino Cavalcanti, che fu ferito nel braccio quando menavano a Lorenzo, egli entrò ec.
Esempio: S. Cater. Lett. 1, 11: Séguita che io offendo l'anima mia, e accidola tollendole la vita della Grazia, e dandole la morte eternale, se la morte gli mena nel tempo dell'odio.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 265: Piglia la scure e mena, e dà con essa al porco nel capo.
Esempio: Pulc. L. Morg. 26, 78: Colla spada in mano A molti avevon frappata la fronte; Il Duca Astolfo anco non mena invano.
Esempio: Bocchin. Ricord. 334: Io pure lo tenevo abbracciato e foravolo col coltellino, e mio padre raddoppiava i colpi, e menava dove gli veniva fatto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 53: Or su Gradasso, or su Ruggier percote Ne la fronte, nel petto e ne la schiena.... E quando all'uno accenna, all'altro mena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 18, 12: Mena alla testa a quel che gli è più presso.
Esempio: Bern. Orl. 46, 37: Tosto si volta ad Agramante, e mena.
Esempio: E Bern. Orl. 55, 48: Dicendo sempre: ladro da catena, Io ti voglio ammazzare; e pur menava.
Esempio: Cellin. Vit. 144: Presi un mozzo di fango, perchè era piovuto, e con esso presto gli menai a man salva per dargli in sul viso.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 3, 85: Arriviam loro addosso in sul mattino, Cominciando a menar tra capo e collo.
Esempio: Fag. Comm. 3, 293: Io non un pugno solo, ma n'ho avuti una dozzina, se non son più, perchè quello scellerato menava com'un berrettaio.
Definiz: § LIV. E riferito a calci, detto di cavallo, mulo, o simile, vale Tirare. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 7: Poi sotto il petto si caccia la testa, Giuoca di schiene, e mena calci in frotta.
Esempio: Bern. Orl. 7, 34: Ma il buon destrier la groppa presto volta. Forte ringhiando, un par di calci mena. Così sotto il ginocchio il colse un poco.
Definiz: § LV. E in costrutto con le prep. Di od A, reggenti un compimento che denota l'arnese o l'arme con cui si colpisce, o la maniera come si colpisce; anche figuratam. –
Esempio: Stor. Aiolf. 2, 159: Trasse el coltello, e presela nel collaretto, e menavale del coltello.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18. 152: E d'una punta con tal forza mena, D'una punta ch'al petto gli appresenta, Che gli la fa apparir dietro alla schena.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 39, 2: Mena de l'azza dispettoso e fiero.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 41, 88: Sobrin radoppia il colpo, e di riverso gli mena, e se gli crede il capo tòrre.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 45, 74: Quando di taglio la donzella, quando Mena di punta, e tutta intenta mira Ove cacciar tra ferro e ferro il brando.
Esempio: Bern. Orl. 7, 17: Su la giraffa vien lo smisurato, Ed alla cieca mena del bastone.
Esempio: E Bern. Orl. 50, 37: Agramante comincia a domandare Chi fu colui che contro al suo decreto È stato ardito di taglio menare.
Esempio: Cecch. Romanesc. 2, 3: Ah forca! forca!... S'i' t'aggiungo, impiccatello! C. Mena di taglio e non di punta.
Esempio: Galil. Op. VII, 725: Perchè.... fatto cieco dall'ira meniate a traverso non pure ad Aristotile, ma bene spesso a voi medesimo.
Esempio: Giust. Vers. 15: Son buono (parla lo stivale) a caccia e per menar di sprone.
Definiz: § LVI. Per similit., e poeticam., detto di vento. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 15: Salta un maestro ch'a traverso mena, E cresce ad ora ad ora, e soprabonda.
Definiz: § LVII. Neutr. pass. Menarsi Muoversi da ogni parte, Agitarsi, Dimenarsi. –
Esempio: Panzier. Tratt. 22 t.: Cadere quando avanti e quando indrieto; quando menarsi tutto, e quando menare parte del corpo ec.
Definiz: § LVIII. E nel medesimo senso, in forma di Neutr. –
Esempio: Dant. Conv. 322 var.: Ben lo sanno li miseri mercatanti che per lo mondo vanno, che le foglie, che 'l vento fa menare, li fan tremare, quando seco ricchezze portano.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 3: Li quali (arbuscelli) uno venterello facea dilettevolmente menare.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 2, 7: Quando sentii, e vidi menar foglie Di quercioletti freschi.
Definiz: § LIX. E Neutr. Trovasi per Mandar fuori, Gemere, umore. –
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1260: Impiastrasi l'orba (dell'alianto) cruda in su i morsi delle serpi, fa rinascere i capelli cascati, risolve le scrofole, e fatta bollire nella liscìa, mondifica la farfarella e l'ulcere del capo che menano.
Definiz: § LX. Mena mena, come Batti batti, e altre simili maniere, usasi a denotare una incessante ostinazione nel far checchessia, con vigore o violenza. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 92: Il cavallo.... Le sue zampe a menar comincia in fretta Sul cristallino masso; e mena mena, Lo spezza sì che quasi fanne arena.
Definiz: § LXI. Menare allegrezza, festa, gioia, sollazzo, e simili, valgono Rallegrarsi, Far festa, Esultare; ma non sono oggi maniere molto comuni. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 189: Il seguente die giunse l'Ammiraglio del Re di Raona con sua armata su per lo Farro, menando grande allegrezza.
Esempio: Lat. B. Tesorett. 111: I' vidi in altro loco La donna coronata.... Che menava gran festa.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 9: E quando il Gran Cane seppe che gli due fratelli venivano, egli ne menò grande gioia.
Esempio: Colonn. Guid. 104: O disavventurati Troiani, perchè menate voi festa delle nozze di Paris?
Esempio: Barber. Docum. Am. 370: Parole assai che m'eron da voi porte, Trovar, cantar e solazzo menare, Son tutte omai a la sua fin venute.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 2, 17: Lo sciaurato Mugnon gioia ne mena, Avendola già giunta per istracca.
Definiz: § LXII. Menare dolore, doglia, duolo, pianto, e simili, sono maniere oggi poco comuni, che valgono Lamentarsi, Piangere, Sospirare, Mostrare con segni esteriori il proprio dolore. –
Esempio: Nov. ant. B. 103: Vide Tristano che menava così grande duolo.
Esempio: Liv. Dec. 1, 133: Ma più grande onore.... fu il pianto e il duolo che tutto il popolo menò di lui.
Esempio: Tav. Rit. 1, 258: Quando gli baroni sie raffigurarono Tristano, cominciarono a fare lo maggiore pianto del mondo e a menare grande dolore.
Esempio: Esop. Fav.: E domandolla perch'ella menava tanto dolore.
Esempio: Stor. Pistol. 288: Poco dopo la morte del Re n'andò la novella al Re d'Ungaria ed al Re d'Appollonia, suoi fratelli carnali; li quali di ciò menarono grande doglia, e vestironsene a nero con tutti quelli di loro corte.
Esempio: Pass. G. Cr. 14: Con sospir lagrimosi doglia mena.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 6, 12: Ch'avrebbe fatto le pietre e gli albori Sol per pietà di lei menar dolori.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 30: Teseo sapendo il caso e la cagione, ne menò gran duolo.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 103: Concessero [i Romani] alle donne che 'l domandarono, di menar duolo per dieci mesi, come costumano per la morte del padre, del figliuolo e del fratello.
Definiz: § LXIII. Menare furore, orgoglio o rigoglio, crudeltà, fierezza, sdegno, vampo, e simili, valgono Infuriare, Mostrarsi superbo o crudele, Accendersi d'ira o di sdegno. –
Esempio: Giamb. Oros. 508: Non meno rigoglio a coloro che di noi dicono male.
Esempio: Cin. Rim. 58: Quella ch'orgoglio mena, Ferezza e crudeltà verso colui Che ha smarriti gli spiriti suoi.
Esempio: Sacch. Rim. G. 48: Tu se' sì caldo che tu meni vampo; Ma tu potresti raffreddar le vene, Pur che fortuna ti desse lo 'nciampo.
Esempio: Morell. Cron. 230: Perla quale fortezza [gli Ubaldini] menavano gran rigoglio.
Esempio: Dat. Oraz. I, 4, 199: Maravigliosa e desiderabile adunque è la nobiltà, ancorchè di lei sola alcun non debba menare orgoglio.
Esempio: Salvin. Iliad. 533: Quando noi due Dolenti in cuore, con divoratrice Lite dell'alma, sdegno ne menammo.
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 122: Un vago fiore Avea sue foglie alla fresc'aura stese, Quando borea menando alto furore Il tenero suo stelo a terra stese (qui figuratam.).
Esempio: Pindem. Poes. 343: Non menate vampo Del plauso di colei.
Definiz: § LXIV. Menare guasto, rovina, strage, guerra, valgono Desolare, Rovinare, Distruggere, Guerreggiare, e simili. –
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 1: Era quello tempo, quando Roma, essendo entrati i Goti che menavano guerra sotto il re Alarico, fu rotta.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicl. 255: Gli cittadini di quella con loro senno e forza e malizia d'uno cittadino di Roma, appellato Catellina, menarono a uno tempo grande guerra a' Romani.
Esempio: Car. Eneid. 2, 813: Io stesso Vidi Pirro menar ruina e strage.
Esempio: E Car. Eneid. 12, 1117: Qual di cima d'un monte in precipizio Rotolando si volge un sasso alpestro, Che.... de le selve E de gli armenti e de' pastori insieme Meni guasto, ruina e strage avanti; Tal ec.
Definiz: § LXV. Menare prigione o prigioniero, in servitù, servaggio, o simile, vale Fare schiavo, prigione, o simile. –
Esempio: Vill. G. 273: E giovani garzoni e pulcelle e donne assai furono violate villanamente da' Saracini, e menate in servaggio.
Esempio: E Vill. G. 284: I Saracini.... entrarono per forza nella terra..., e giovani uomini e donne menarono in servaggio.
Esempio: Med. L. Op. 2, 98: Ha combattuto dell'imperio e vinto La notte, e prigion mena il breve giorno (qui in locuz. figur.).
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 14: De la famiglia ignuda e disarmata.... Parte captiva meco fu menata.
Definiz: § LXVI. Fare a mena l'uovo. –
V. Uovo.
Definiz: § LXVII. Menare a basso. –
V. Basso, § VIII.
Definiz: § LXVIII. Menare a braccia. –
V. Braccio, § XX.
Definiz: § LXIX. Menare a compimento, a capo, a effetto, a fine, checchessia, vale Condurlo a termine, Eseguirlo, Compierlo. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 368: La maggior parte di grandi mali che sono fatti nel mondo, sono fatti e compiuti alle nostre cagioni e sotto spezie di ben fare, e per altra via non sarebbero menati a compimento.
Esempio: Cic. Opusc. 409: Pensando solamente così scelerata cosa, non che menandola a compimento.
Esempio: Fr. Iac. Tod. 297: Vuol (Amore) con perfezion menare Ogni cosa al suo bel fine.
Esempio: Dant. Conv. 78: Quella cosa che più adorna e commenda le umane operazioni, e che più dirittamente a buon fine le mena, si è l'abito di quelle disposizioni che sono ordinate allo inteso fine.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 184: La divina justizia.... con justa bilancia tutte le sue operazion mena ad effetto.
Esempio: E Bocc. Ninf. Fies. 4, 13: Quel giorno [Amore] usò gl'ingegni che far suole, Quando le cose ad effetto menare Ei vuole.
Esempio: Alam. L. Gir. 4, 19: Così prometto io.... al terzo giorno Di ritornar, se menar posso a fine Quel ch'io disegno.
Esempio: Grazz. Pros. 84: Colui.... si tornò in casa, pensando come più acconciamente menar potesse ad effetto i suoi pensieri.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 34: E che egli, senza mestieri di compagno, menava a fine molti e belli fatti.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 380: Un caso di meraviglia, avvenuto quando si fabbricava, mostrò la fabbrica non dispiacere a Pallade, anzi porgere aiuto per menar l'opera a fine.
Definiz: § LXX. Menare a distruzione, a guasto, a strazio, valgono Distruggere, Devastare, Fare strage. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 5: Non pensò giammai se noe come potesse menare a distruzione la città di Troia.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 155, 31: Picciola è quella favilla che a distruzione mena un gran regno.
Esempio: Cic. Opusc. 442: Ma ora apertamente intendi e vuoli menare a guasto e a morte tutto il Comune.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 158: Si vede che tu intendi e vogli menare a guasto e a morte tutta nostra isola.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 178: Come impasto leone in stalla piena.... Uccide, scanna, mangia, a strazio mena L'infermo gregge in sua balìa condutto, Così ecc.
Definiz: § LXXI. Menare a fiamma. –
V. Fiamma, § XXXIII.
Definiz: § LXXII. Menare a guadagno. –
V. Guadagno, § X.
Definiz: § LXXIII. Menare alla mazza. –
V. Mazza, § XXIX.
Definiz: § LXXIV. Menare a mano. –
V. Mano, § LXXIX.
Definiz: § LXXV. Menare a maturità. –
V. Maturità, § XI.
Definiz: § LXXVI. Menare a morte. –
V. Morte.
Definiz: § LXXVII. Menare a niente. –
V. Niente.
Definiz: § LXXVIII. Menare a saldo. –
V. Saldo.
Definiz: § LXXIX. Menare a spasso. –
V. Spasso.
Definiz: § LXXX. Menare a tondo, e anche Menar tondo. –
V. Tondo.
Definiz: § LXXXI. Menare a zufolo. –
V. Zufolo.
Definiz: § LXXXII. Menare buono. –
V. Buono, add., §§ LVIII, LIX, LX.
Definiz: § LXXXIII. Menare cortesia. –
V. Cortesia, § IV.
Definiz: § LXXXIV. Menare di parole, o con parole, o per parole. –
V. Parola.
Definiz: § LXXXV. Menare donna. –
V. Donna, § VI.
Definiz: § LXXXVI. Menare il buon per la pace. –
V. Buono, sost., § XXIX.
Definiz: § LXXXVII. Menare il can per l'aia. –
V. Aia, § VIII; e Cane, § LV.
Definiz: § LXXXVIII. Menare i piedi. –
V. Piede.
Definiz: § LXXXIX. Menare in lungo, in lunga, per le lunghe, per la lunga, per lunga. –
V. Lungo, add., §§ XCII, XCIII, XCIV.
Definiz: § XC. Menare in volta. –
V. Volta.
Definiz: § XCI. Menare la danza. –
V. Danza, §§ VII e VIII.
Definiz: § XCII. Menare la lingua. –
V. Lingua, § LII.
Definiz: § XCIII. Menare la lonza. –
V. Lonza, § III.
Definiz: § XCIV. Menare la mazza tonda. –
V. Mazza, § XXXII.
Definiz: § XCV. Menare le anche. –
V. Anca, § VI.
Definiz: § XCVI. Menar le calcagna, o delle calcagna. –
V. Calcagno, §§ XXI e XXII.
Definiz: § XCVII. Menar le calcole. –
V. Calcola, §§ I e II.
Definiz: § XCVIII. Menar le gambe. –
V. Gamba, § LXI.
Definiz: § XCIX. Menar le mani. –
V. Mano, §§ CDXXVII–CDXXXII.
Definiz: § C. Menare le parole. –
V. Parola.
Definiz: § CI. Menare le seste. –
V. Sesta.
Definiz: § CII. Menar l'orso a Modena. –
V. Orso.
Definiz: § CIII. Menare moglie. –
V. Moglie.
Definiz: § CIV. Menare pel naso. –
V. Naso.
Definiz: § CV. Menare per bocca. –
V. Bocca, § LXXIV.
Definiz: § CVI. Menare tempesta. –
V. Tempesta.
Definiz: § CVII. Menare vanto. –
V. Vanto.
Definiz: § CVIII. Dagli, picchia e mena. –
V. Dare, § CCXIX.
Definiz: § CIX. I paperi menan l'oche a bere. –
V. Papero.
Definiz: § CX. Solo i ciechi si menano; proverbio che vale: Chi intende, ed è savio, non ha bisogno dei consigli o della guida altrui. –
Esempio: Not. Malm. 1, 61: Secondo il proverbio, ebe dice: Solo i ciechi si menano.