Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
LEGGENDA.
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LEGGENDA.
Definiz: Sost. femm. Narrazione semplice, e per lo più breve, di cose attenenti alla vita di Santi, e simili.
Dal lat. plur. neutr. legenda. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 56: Dopo la sua morte, fece Iddio molti miracoli per lui, come raccontala sua leggenda.
Esempio: Leggend. S. Ieron. 1: Incomincia la leggenda del beato messere santo leronimo. E prima della sua nativitade: poi della sua mirabile conversazione; ec.
Esempio: Leggend. Cint. Prat. 7: Incomincia la storia e la leggenda come la cintola venne in Prato.
Esempio: Leggend. quattr. M. 20: Quella leggenda di santo Silvestro, quanto ad alquante cose, è dubbiosa.
Esempio: Colonn. Guid. N. 217: Onde si legge nella leggenda del beato Brandano, che quando egli navicava per lo mare Oceano, il vidde di maravigliosa lunghezza e spaziositade essere gittato nel profondo dell'Oceano, ed ivi essere rinchiuso infino al die del iudicio per lo comandamento di Dio.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 2: Ho recato in certi capitoli tutte quelle leggende che mi parve die fossono troppo grandi, acciocchè la prolissità non generi fastidio, siccome dice uno Santo.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 7: Questa leggenda è molto tronca e abbreviata, ma chi vuole sapere più pienamente ec.
Esempio: Vill. G. 83: San Giovanni Gualberti fece molti miracoli, si come fa menzione la sua leggenda.
Esempio: Panzier. Tratt. 19: Secondo che le loro leggende (de' Santi) ci manifestano.
Definiz: § I. E per Scrittura, Discorso, Diceria, e simili, da leggere, intorno a qualsivoglia argomento. –
Esempio: Vill. M. 5, 5: Porne alcuno esempio in nostri ricordi forse non fia da biasimare, se non da coloro che per morbidezza d'animo sono amatori delle brievi leggende, o da coloro che per tema di spesa, veggendo la moltitudine de' fogli, non osano fare scrivere.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 145: Voi chiamatela vita alla carlona; Qua è un che n'ha fatto una leggenda.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 235: E così si fornì quella leggenda.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. appr.: E poi ch'io ebbi tutta Finita la leggenda, la fanciulla Piangendo mi corse al collo, e quella Vecchia similemente.
Esempio: Torric. Lez. 88: Parendomi molto più giovevole l'insegnare i precetti dell'arte con documenti e lezioni famigliari, le quali ammaestrano ed erudiscono, che passar il tempo con leggende noiose, pronunziate di quassù, le quali infastidiscono e tormentano.
Esempio: Red. Lett. 1, 349: A tempi rubacchiati ho messe insieme in una leggenda certe osservazioncellucce di niun valore, che l'ho legate, per dir così, in un centone.
Esempio: E Red. Lett. 351: Oggi appunto si avvia a stampare il mio libro, o leggenda che sia.
Esempio: Magal. Lett. 43: Mi trovo con tutte le sere legate, e la libertà de' giorni inabilitata all'ozio degli studj dall'obbligo d'avergli a passare in città, dove.... non m'è mai riuscito di buttar giù una miserabile leggenda.
Esempio: E Magal. Lett. appr.: Corre un certo obbligo d'impinguare la leggenda con la notizia di tutte quelle cose o moderne o antiche, che poco o assai hanno correlazione con l'assunto primario.
Definiz: § II. Vale anche Narrazione, sia in prosa, sia in verso, di avvenimenti, fatti, atti, e simili, che abbiano dello straordinario, del favoloso, del maraviglioso, e simili. –
Esempio: Capp. Longob. 184: Ma poco meno che noi teniamo Carlomagno come nostro; e come buono e come santo lo riguardava l'età di mezzo; in Italia più che in Francia, e più assai che in Alemagna, il nome suo fu in cima sempre delle epiche leggende e d'ogni splendida tradizione.
Definiz: § III. E per Componimento favoloso, Favola. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 50: Qualche cervello corto, Che raddirizza ciò che gli par torto, Al suo dosso porrà la mia leggenda: Ma faccia pur; se gli sta ben, la prenda.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 53: Quando volle il Caporali Cantar di Mecenate in terza rima, Non principiò la sua leggenda a caso, ec.
Definiz: § IV. Usasi oggi comunemente per contrapposto a Narrazione di cose vere, a Storia, e simili.