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1) Dizion. 5° Ed. .
CORTESIA.
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CORTESIA.
Definiz: Sost. femm. L'esser cortese, Natura o Abito di persona cortese; Inclinazione a compiacere ad altrui, o fargli favore, congiunta con gentilezza di modi; e La stessa gentilezza delle maniere usata nel trattare con alcuno. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 484: La cortesia de l'uomo cortese fa rimuovere la villania del villano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 32: E cominciò: Tua cortesia mi sforza A discoprirti in un medesmo tratto Ch'io fossi prima, e chi converso m'aggia In questo mirto in su l'amena spiaggia.
Esempio: Alam. L. Gir. 2, 120: Parca al parlar, al dar risposta è tarda, Se non quel sol che cortesia richiede.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 197: Sia adunque cortesia, quella per mezzo della quale colui, che possiede la cosa della quale ad altri fa mestieri, ne fa grazia e beneficio a colui, non per ricompensarlo e rimunerarlo, nè per alcuna sua commodità, ma solo per fare bene a lui.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 112: Oh! voi Mi fate con la tanta cortesia Ingiuria.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 33: Conosci.... il mio valore a prova, Poichè la cortesia sprezzar ti giova.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 3, 804: La ragione condita con la cortesia ha una forza inrepugnabile negli animi discreti.
Esempio: Fag. Comm. 5, 28: Signor Anselmo, se ambedue vi diam tanto incomodo, incolpatene la soverchia cortesia di vostro figliuolo.
Definiz: § I. Per Atto o Tratto cortese, gentile; Favore, Servigio, Benefizio o simile, fatto cortesemente, o per animo benevolo. E si adopera spesso col verbo Fare cortesia o Usare cortesia. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Aprimi gli occhi. Ed io non gliele apersi: E cortesia fu lui esser villano.
Esempio: Petr. Rim. 1, 105: Cortesia fe' (Simone Memmi ritraendo Laura); nè la potea far poi Che fu disceso a provar caldo e gielo, E del mortal sentiron gli occhi suoi.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 93: Tu faresti assai maggior cortesia.... mandare a dire a' tuoi compagni, che qui venissero a cenare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 19, 31: Mostratemi una sola cortesia Che mai costei v'usasse, o vecchia o nuova, Per ricompensa e guiderdone e merto Di quanto avete già per lei sofferto.
Esempio: Alam. L. Gir. 11, 37: Non voglio a cortesia Render per cambio lorda villania.
Esempio: Cecch. Dot. 1, 3: Obligo v'arò io sempre del buono Animo vostro, e de la cortesia, Che vi sarete ingegnato di farmi.
Esempio: Tass. Lett. 3, 22: La supplico che non si penta d'alcuna cortesia, o d'alcun favore che m'abbia fatto per l'adietro.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 13: Non aveva per via incontrato alcuno, che cortesia gli usasse.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 6, 20: Ma perch'egli era giunto omai da sera, Piegossi ad accettar la cortesia, Che gli fu offerta con istanza grande Da un infelice ostier di quelle bande.
Definiz: § II. In senso speciale, Atto di liberalità, Dono, ed altresì Mancia. Onde Usare altrui cortesia, vale Dargli mancia competente. –
Esempio: Sigol. Viagg. Sin. 37: Cominciò a chiamare a sè di quelli baroni; a chi donava drappi di seta,... a chi donava moneta d'oro, e a chi moneta d'ariento, secondo vedea il valesse; e per questo modo in un attimo d'ora ebbe ispacciata tutta quella roba in cortesia.
Esempio: Sien. Marian. 131: Per cortesia a' Turcimanni, grossi 8.
Esempio: Cellin. Vit. 325: Venne a me un mandato con il detto presente, per la qual cosa io volsi usargli cortesia: non volse accettar nulla, dicendo che così era commessione di Sua Maestà.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 410: Costretto quel povero a gradire la cortesia, pigliò in mano il danaro offertogli, e l'andò subito a ripartir tra' mendici.
Esempio: Mont. Poes. 1, 349: E primamente congregati i bruti, Senza misura liberal fu loro [Epimeteo] Dei tesori di Giove, e così larga Quella sua stolta cortesia, che tutto Scoperse il vaso in un momento il fondo.
Definiz: § III. Cortesia, presso gli antichi, denotava Tutte insieme le virtù e gli abiti convenienti a persona ben nata, a gentiluomo; come nobiltà d'animo, generosità, lealtà, liberalità, magnificenza e simili, accoppiati con gentilezza di costumi; in quanto tali doti fossero proprie delle corti e de' cortigiani. –
Esempio: Dant. Inf. 16: Cortesia e valor, di', se dimora Nella nostra città sì come suole, O se del tutto se n'è gito fuora?
Esempio: E Dant. Purg. 14: Non ti maravigliar s'io piango, Tosco, Quando rimembro.... Le donne e i cavalier, gli affanni e gli agi, Che ne invogliava amore e cortesia, Là dove i cuor son fatti sì malvagi.
Esempio: E Dant. Purg. 16: In sul paese ch'Adige e Po riga, Solea valore e cortesia trovarsi Prima che Federigo avesse briga.
Esempio: E Dant. Conv. 157: Nulla cosa in donna sta più bene, che cortesia. E non siano li miseri volgari anche di questo vocabolo ingannati, che credono che cortesia non sia altro che larghezza: chè larghezza è una speziale e non generale cortesia. Cortesia e onestade è tutt'uno: e perocchè nelle corti anticamente le virtudi e li belli costumi s'usavano (siccome oggi s'usa il contrario), si tolse questo vocabolo dalle corti; e fu tanto a dire cortesia, quanto uso di corte; lo qual vocabolo se oggi si togliesse dalle corti, massimamente d'Italia, non sarebbe altro a dire che turpezza.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 216: Guiglielmo allora prestamente disse: Fateci (nella sala di una casa) dipignere la Cortesia.
Esempio: E Bocc. Com. Dant. M. 2, 444: Cortesia par che consista negli atti civili, cioè nel vivere insieme liberalmente e lietamente, e fare onore a tutti, secondo la possibilità.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 81: Ah non sia ver, per Dio, che si ridica In Francia, o dove in pregio è cortesia, Che si fugga da noi rischio o fatica, Per cagion così giusta e così pia.
Definiz: § IV. E per Qualsivoglia atto o fatto magnanimo, generoso, cavalleresco, di liberalità, di magnificenza o simile, nobilmente, o signorilmente, compiuto: per lo più col verbo Fare, ed anche, come trovasi, con Menare cortesia. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 170: Lungo tempo messere Ugolino fecie d'arme, e menò cortesia per una sua donna.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 101: Essendogli ad una festa sommamente piaciuta una giovane del paese, bella e gentil donna,... cominciò per lei a far maravigliose cortesie e feste.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 176: Fatto fare un palagio simile a quello di Natan, cominciò a fare le più smisurate cortesie che mai facesse alcuno altro a chi andava o veniva per quindi.
Esempio: Morell. Cron. 219: I quali con cucce, con uccelli e con feste, e gran cortesie, fanno risonare, e fiorire di bellezza e d'allegrezza il paese tutto l'anno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 1: Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, Le cortesie, l'audaci imprese io canto Che furo al tempo che passaro i Mori D'Africa il mare.
Esempio: Deput. Decam. 16: Corte.... importava quelle feste, che per cagione di nozze.... faceano signori, cavalieri e gentiluomini, con metter tavola solennemente e festeggiare i convitati, e con doni, e con ogni maniera di cortesie trattenere i forestieri; e per avventura di qui si guadagnò questo nome la Cortesia.
Definiz: § V. E parlandosi di Dio, o di Cristo, si usò per Grazia, Benignità, Misericordia, o simile. –
Esempio: Dant. Vit. nuov. 125: E poi piaccia a Colui, ch'è Sire della cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria della sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice ec.
Esempio: E Dant. Parad. 7: O che Dio, solo per sua cortesia, Dimesso avesse, o che l'uom per sè isso Avesse soddisfatto a sua follia.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 68: Dio.... dà il suo sole e la sua piova alli giusti e alli ingiusti per cortesia.
Esempio: Petr. Rim. 1, 111: Ben venne a dilivrarmi (a liberarmi dal fascio delle colpe) un grande amico, Per somma ed ineffabil cortesia; Poi volò fuor della veduta mia, Sì ch'a mirarlo indarno m'affatico.
Definiz: § VI. Di propria cortesia, trovasi in modo un po' ironico a significare Di proprio moto o arbitrio, Di propria volontà e simile. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 35: Amostante non solo era sdegnato, Che di suo capo e propria cortesia, Senza lasciar che l'uom riabbia il fiato, Ei volesse attaccar la batteria.
Esempio: Not. Malm. 1, 262: D'arbitrio e propria cortesia; suonano lo stesso, ed ambedue significano Di suo capriccio o volontà.
Definiz: § VII. In cortesia e Per cortesia, maniere avverbiali, con le quali preghiamo altrui a farci alcun servigio, grazia e simili; ed equivalgono a Di grazia. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 222: Però, madonna, non mi giudicate.... E per scusato in cortesia m'aggiate.
Esempio: Cavalcant. Rim. 23: Ed ivi chiama, che per cortesia D'alcuna bella donna sia menata Dinanzi a quella ec.
Esempio: Petr. Rim. 2, 144: Dimmi, per cortesia, che gente è questa?
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 4: E poi lo priega, che per cortesia Gl'insegni andar in parte ove ella sia.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 22, 63: Bradamante pregò molto Ruggero, Che le lasciasse in cortesia l'assunto Di gettar de la sella il cavalliero.
Esempio: Caran. Eustaz. 80: Mi rivoltai a Cratistene, chiedendoli che per cortesia volesse dichiararmi la significazione di quella [pittura].
Esempio: Tass. Dial. 3, 367: Datemi per cortesia qualche contezza di questo obelisco.
Esempio: Marchett. Anacr. 3: Aprimi, non temere, aprimi tosto Aprimi, in cortesia.
Definiz: § VIII. Per cortesia, pure avverbialm., talvolta vale anche Per mero servigio o vantaggio altrui, Senza mercede, Gratuitamente, Per nulla. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 94: Nessuno va bonariamente e per cortesia a lavorare un campo, nè a nessun'altra cosa, il frutto della quale fuor di lei stessa consista.
Definiz: § IX. Chiedere ad alcuno cortesia di una cosa, si usò a significare Chiedergliela per favore. –
Esempio: Plut. Vit.: Una volta essendogli chiesto cortesia di gente d'arme per far sagrificio, ec.
Definiz: § X. Fare altrui cortesia di una cosa, vale Dargliela o Concedergliela liberalmente, Fargliene grazia o dono. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 1, 222: Andossene a tutti i debitori del Signore, e dicea all'uno: Che dei tu dare al Signor mio? Rispondea: Cento misure d'olio. Ed egli diceva: Ed io te ne voglio fare cortesia l'una metade; scrivi che debbi dare pur cinquanta.
Esempio: Ovid. Pist. 49: La quale gli fece per piue tempo grande cortesia del suo avere.
Esempio: Esop. Fav. M. 91: Sa Dio, che dal tempo in qua che messer lo cervio mi fece cortesie del suo grano, e soccorse ne' miei bisogni, io non ebbi in mia casa granello di grano.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 147: Ben che Rinaldo con pochi danari Fosse sovente, pur n'avea sì allora, Che cortesia ne fece a' marinari, Prima che li lasciasse alla buon'ora.
Definiz: § XI. E Fare ad alcuno cortesia della propria persona, vale Compiacergli amorosamente, Concederglisi. –
Esempio: Ovid. Pist. 49: Isifila.... gli fece per piue tempo grande cortesia.... della sua bella persona.
Esempio: E Ovid. Pist. 59: La quale (Didone) benignamente lo ricevette (Enea), donandogli la signoria della cittade, e faccendogli ancora cortesia della sua bella persona.
Definiz: § XII. Vincere altrui di cortesia, vale Trattarlo con maggior cortesia di quella usata a noi: e Non lasciarsi vincere di cortesia, o, come anche trovasi, in cortesia, significa Corrispondere con egual cortesia, o con maggiore, alle cortesie ricevute. –
Esempio: Bandell. Novell. 1, 36: Aspettando.... occasione di vincer il suo padrone di cortesia, ed ubligarselo.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 198: Mi sono ingegnato.... di persuaderle.... che voi siete sì generoso, che non vi lasciate mai vincere di cortesia a uomo che viva.
Esempio: Varch. Sen. Benef. 81: In questo solo fui pertinace e testereccio, di non volermi lasciar vincere di cortesia.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 255: Non abbiate mai paura che impoverisca un uomo limosiniere, mentre quanto più si mostra benigno co i bisognosi, tanto più Dio gli versa liberalmente in seno nuove ricchezze, per non lasciarsi vincere in cortesia.
Definiz: § XIII. Cortesia di bocca, assai vale e poco costa. Proverbio col quale si ammonisce altrui di voler parlare alle persone, o delle persone, benignamente, essendochè il comportarsi in tal modo costi poco e giovi assai. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 366: Tristano a quelle parole si tacette, e Palamides disse: Dinadan, Dinadan, cortesia di bocca assa' vale e poco costa. Però vi priego.... non dite villania d'altrui.
Definiz: § XIV. Il domandare è lecito e il rispondere è cortesia, ed anche talora Il domandare è senno, e il rispondere è cortesia. Maniera proverbiale, che usiamo quando alcuno si mostra o maravigliato, o malcontento, o incurante, di qualche nostra dimanda. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 235: Per favellare in confidenza, Ditemi un poco, avresti conoscenza Di qualche strega.... E d'una maliarda? V. Uhibò, simil genia Al fuoco, al fuoco! A. Il domandare è senno, E il risponder fu sempre cortesia.
Definiz: § XV. Salutare è cortesia, rendere il saluto è obbligo. Detto proverbiale di chiaro significato.