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Dizion. 5° Ed. .
LABERINTO e LABIRINTO.
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LABERINTO e LABIRINTO. Definiz: | Sost. masc. Edifizio composto di un gran numero di stanze e di anditi, disposti per modo che chi vi entrasse non potesse più trovare l'uscita. Il più famoso di tutti fu il Laberinto di Egitto, sul disegno del quale furono poi costruiti gli altri, cioè quello di Creta, di Lemno, e simili. |
Dal lat. labyrinthus, e questo dal grec. λαβύρινθος. – Esempio: | Ovid. Pist. 31: I quali uomini diputòe lo re Minos alla ferocitade del Minotauro, il quale era posto in una prigione a giravolte, la quale si chiamava laberinto. |
Esempio: | Bocc. Amor. Vis. 22: Io, che andava avanti, riguardando, Vidi quivi Teseo nel laberinto Al Minotauro pauroso andando. |
Esempio: | But. Comm. Dant. 1, 324: Dedalo cavò in una grotta d'uno monte, e fecevi molte pareti con molti usci, che tutti aprivano in dentro, e molti andirivieni; e pose nell'entrata molte imagini che faceano grande paura a chi v'entrava: ed era questo edificio in tondo, ed era sì ordinato che l'uomo v'entrava e non ne sapea uscire; e chiamossi questa pregione lo laberinto, ed in questa prigione fu rinchiuso lo Minotauro. |
Esempio: | Salvin. Annot. Fier. 429: Come appare nel labirinto di Creta, espresso nelle medaglie d'argento di quei della città di Gnoso, ove le strade finiscon nel ronco. |
Definiz: | § I. E per estensione, Luogo pieno di vie tanto dubbie e tanto intricate, che chi v'entra non trova modo d'uscire. - |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 18, 192: Era a quel tempo ivi una selva antica, D'ombrose piante spessa e di virgulti, Che, come labirinto, entro s'intrica Di stretti calli e sol da bestie culti. |
Esempio: | Bern. Orl. 67, 58: Intorno col brando lavora Tagliando il bosco.... Tagliando intorno va quei laberinti. | Esempio: | Bart. C. Archit. Albert. 333: Dipignevano gli antichi ne' pavimenti delle logge laberinti, quadri e tondi, per i quali i fanciulli si essercitassero. | Esempio: | Vasar. Vit. Pitt. 10, 259: È nel mezzo di questo giardino un salvatico d'altissimi e folti cipressi, lauri e mortelle, i quali girando in tondo fanno la forma d'un laberinto, circondato di bossoli alti due braccia e mezzo. | Esempio: | Tass. Gerus. 16, 35: Ed affrettò il partire, e della torta Confusione uscì del laberinto. |
Esempio: | Serdon. Stor. Ind. volg. 51: Vi sono.... tanti sboccamenti di strade che entrano una nell'altra, che a guisa di laberinto fanno smarrire e aggirarsi i non pratichi. |
Definiz: | § II. E per similit. – | Esempio: | Ar. Orl. fur. 13, 42: Fuggì piangendo, e con le mani ai crini, Per selve e boscherecci labirinti. |
Definiz: | § III. In locuz. figur., e figuratam. – |
Esempio: | Petr. Rim. 1, 257: Mille trecento ventisette appunto Su l'ora prima il dì sesto d'aprile Nel labirinto intrai, nè veggio ond'esca. |
Esempio: | Bocc. Laber. 173: E però dianzi la chiamai (la valle) laberinto, perchè così in essa gli uomini, come in quello già faceano, senza saper mai riuscire, s'avviluppano. |
Esempio: | Savonar. Pred. 5: Tu se' in uno grande laberinto, tu se' in uno grande pericolo. |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 37, 47: Sarian stati Sempre di laude degni e d'ogni onore, S'in preda non si fossino sì dati A quel desir che nominiamo amore, Per cui dal buon sentier fur traviati Al labirinto ed al camin d'errore. |
Esempio: | Gell. Lettur. N. 1, 73: Per il che egli (Dante) entrò, come ei mostra, senza accorgersene nel laberinto delle varie e diverse opinioni de' savj del mondo, per il quale egli camminò insino a la metà della vita sua. |
Esempio: | Varch.
Ercol. 83: O voi mi cavate di questo labirinto voi, o voi mi porgete lo spago, mediante il quale possa uscirne da me. | Esempio: | Cecch. Comm. ined. 1, 459: O sorta mia! Io fui ben pazzo affatto A lasciarmi staman metter da te In questo laberinto! |
Esempio: | Galil. Op. VIII, 77: Dottrine sopranaturali, sole vere e sicure determinatrici delle nostre controversie, e scorte inerranti ne i nostri oscuri e dubbj sentieri o più tosto labirinti. | Esempio: | Monigl. Poes. dramm. 1, 411: È la corte un laberinto Al di fuora vago e bello, Ma chi dentro un dì v'è spinto, Per uscir perde il cervello. |
Esempio: | Giust. Vers. 209: Senza metafora Tracciò distinto L'itinerario Del laberinto. |
Esempio: | Lambr. Elog. 11: A porgerne il filo che ci conduca nel labirinto dei minuti e avvolti particolari, a darci speditezza e fermezza di giudicare e di risolvere, giova mirabilmente aver bene compreso ec. |
Definiz: | § IV. Laberinto, chiamasi oggi un Piccolo boschetto tagliato in vialetti alquanto intricati e con costruzioni opportune, per ornamento di casa signorile, di giardini, e simili. - |
Esempio: | Vasar. Vit. Pitt. 10, 259: Passato il cortile dove si entra nel giardin grande del laberinto, nella prima entrata dove è un grandissimo prato, saliti i gradi che vanno al detto laberinto, veniva ec. |
Esempio: | Soder. Tratt. Arb. 224: Dentro i giardini, in qualche separato luogo, si possono accomodare i laberinti con strade ritorte ed ininvestigabili, coperte e scoperte, basse ed alte, sì che altri non ne scorga il fine, e sia costretto ad avvilupparvisi dentro, primachè vi ritrovi il bandolo di venirne a fine. |
Esempio: | Baldin. Vocab. Dis. 78, 2: Laberinto.... Edifizio.... Fannosene per bizzarria di questi edifizj ne' giardini, spartendo le vie, in vece di muraglie, con piante. |
Definiz: | § V. E trattandosi di acque correnti, di strade, e simili, che tengano un corso tortuoso e bizzarro, vale Andirivieni, Giravolta, Serpeggiamento, ed altresì Intreccio, Intricamento, e simili. – |
Esempio: | Chiabr. Rim. 2, 351: Dunque presso quest'onde, Che con bei laberinti.... Trascorrono il sentiero, Che verrammi in pensiero? |
Esempio: | Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 447: Giace (la terra di Leyden) in sito basso, e fra un laberinto, per così chiamarlo, di canali,... che fendono il suo territorio per ogni lato. |
Definiz: | § VI. Per similit., e poeticam. – |
Esempio: | Chiabr. Rim. 3, 103: E qual volando per gli aerei regni Tessono giri, in lor camin confasi, Augei dipinti, in guisa tal, guizzando Quivi ad ognor le natatrici schiere, Per le liquide vie fan labirinti. |
Definiz: | § VII. Term. di Anatomia. Chiamasi così, per similit., Quella riunione di cavità flessuose, comunicanti tra loro, che si trovano dentro l'osso temporale, le quali costituiscono l'orecchio interno. – |
Esempio: | Bart. D. Suon. 264: Proseguiamo a dire del laberinto e della chiocciola, che sono le parti veramente sovrane e magistrali di questa maravigliosa machina dell'orecchio. |
Esempio: | E Bart. D. Suon. 267: Piacemi ora d'aggiugnere quel che a me in questa materia ha communicato un eccellente notomista di Roma; ed è l'avvenutogli nel provarsi all'impresa di tracciar gli andamenti e scoprir gli occulti raggiri del laberinto. |
Esempio: | Tagl. Lett. scient. 27: Dalla detta membrana col mezzo di que' tre noti ossetti, martello, incudine e staffa, così volgarmente chiamati dagli anatomici, e coll'aiuto altresì dell'aria contenuta nella cavità del timpano, si diffondono i suoni nell'aria racchiusa entro lo spazio del laberinto. |
Esempio: | E Tagl. Lett. scient. appr. Nell'accennato laberinto v'ha una cavità irregolare chiamata vestibolo, ove sono tre canali, o condotti, ossei semicircolari in lunghezza e larghezza disuguali, ove restano chiuse alcune membrane composte di nervi, che dal Valsalva sono addimandate zone sonore. |
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