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1) Dizion. 5° Ed. .
APPRESSARE.
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APPRESSARE.
Definiz: Att. Accostare, Avvicinare, Far che una cosa sia presso all'altra. –
Esempio: Rim. ant. P. Guinizz. Guid. 1, 391: Passa [la donna] per via sì adorna e gentile, Ch'abbassa orgoglio;.... E non la può appressar uom che sia vile.
Esempio: Dant. Purg. 28: E fece i prieghi miei esser contenti, Sì appressando sè, che il dolce suono Veniva a me co' suoi intendimenti.
Esempio: Tass. Amint. 1, 2: Allor sentii nel cuor nuovo desire D'appressare alla sua questa mia bocca.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 213: La lasciò subitamente stare [la frutta], non sostenendogli l'animo d'appressarsela alla bocca.
Esempio: Mont. Iliad. 13, 1: Poichè Giove appressati ebbe alle navi Con Ettore i Troiani, ivi in travaglio Incessante lasciolli.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 28: Quando diritto appiè del ponte fue, Levò il braccio alto con tutta la testa, Per appressarne le parole sue.
Definiz: § II. Neutr. pass. appressarsi, ed anche in forma di Neutro. Accostarsi, Avvicinarsi. –
Esempio: Dant. Purg. 10: Noi salivam per una pietra fessa, Che si moveva d'una e d'altra parte, Sì come l'onda che fugge e s'appressa.
Esempio: Vill. G. 2, 187: Don Arrigo,.... quando si venne appressando, conobbe le insegne de' nemici.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 284: Verso Genova se ne venne, e appressandosi a quella, non volle in essa entrare.
Esempio: Tass. Amint. 1, 2: Va' sull'avviso, e non t'appressar troppo Ove sian drappi colorati e d'oro.
Esempio: Metast. Dramm. 4, 191: Se v'appressate, in seno Questo ferro le immergo.
Definiz: § III. Per similit. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 19: L'aurora già di vermiglia cominciava, appressandosi il sole, a divenir rancia.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 17: Perchè la voglia mia saria contenta D'intender qual fortuna mi s'appressa, Chè saetta previsa vien più lenta.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 341: Messer Torello.... in lungo pensier fu chi questi tre esser potessero, nè mai al vero aggiunse, nè s'appressò.
Esempio: Tolom. Lett. 1 t.: Così voi credendo,... che le mie cose vi dilettasseno, quando poi a lor v'appressaste, avvedendovi meglio de la loro sciocchezza, cadereste subito da ogni vostro immaginato piacere.
Definiz: § V. E detto del Tempo. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Già eran desti, e l'ora s'appressava Che il cibo ne soleva esser addotto.
Definiz: § VI. Detto poeticam. di luogo, cui altri si reca, vale Esser vicino. –
Esempio: Dant. Inf. 8: S'appressa la città che ha nome Dite.
Definiz: § VII. Appressarsi, riferito a quantità, vale Sommar quasi a un dato numero, Esser poco meno di una data quantità. –
Esempio: Aver. B. Lez. 2, 91: Io per me credo di potere senza fallo affermare che s'appressassero [i rematori] a due mila.
Definiz: § VIII. Appressarsi, figuratam. vale anche Rassomigliarsi alquanto, Avere alcun che di conforme, Approssimarsi. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 8: E come più riceve l'anima questi tre doni abbondevolemente, ella più propriamente s'appressa a sua diritta beltà naturale, alla sembianza cioè di Dio.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 106: Ma come di tempo l'adegua (il volgarizzatore di Livio adegua il Villani), o forse gli passa innanzi, così nel rimanente a grande spazio non si crede che gli s'appressi.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 66: Hanne il volto acceso Di rossor tale che a fiamma s'appressa.
Definiz: § IX. Appressar checchessia, vale talvolta Appressarsi a checchessia, così al proprio come al figurato. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 182: Tanto mi piacque prima il dolce lume, Ch'i' passai con diletto assai gran poggi Per poter appressar gli amati rami.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 260: Era un tenero fior nato in quel bosco Il giorno avante, e la radice, in parte Ch'appressar nol poteva anima sciolta.
Esempio: Car. Eneid. 12, 940: E tutti insieme inanimati e stretti.... Appressar la città.
Esempio: Speron. Op. 3, 59: Li sergenti, non lo potendo appressare, soli e confusi,.... senza altro fare, ne ritornarono.
Esempio: Tass. Gerus. 16, 70: Passa d'Alcide i termini; nè 'l suolo Appressa degli Esperj, o quel de' Mori.
Esempio: Chiabr. Guerr. Got. 15, 20: Dietro [al cervo] s'affretta il cacciator levriero, E già l'appressa e già ne' fianchi 'l tocca.