Lessicografia della Crusca in rete

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RAMINGO.
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RAMINGO.
Definiz: Aggiunto, che propriamente si dà agli uccelli di rapina, che si pigliano giovani fuor del nidio. Lat. ramarius, Cresc. lat.
Esempio: Cr. 10. 3. 1. Quello, ch'è tratto del nidio, è migliore, e quasi mai dal signor non fugge, e questo si chiama nidiace, ovvero che di nidio uscito, di ramo in ramo va seguitando la madre, e si chiama ramingo.
Esempio: E Cr. cap. 4. 1. Nudrisconsi i nidiaci, e' raminghi di buoni uccelli, e di buone carni.
Definiz: §. Per similit. si dice di Chi va per lo mondo errando. Lat. vagus, profugus. Gr. ἀλήτης, φυγάς.
Esempio: Petr. cap. 9. Ov'è 'l gran Mitridate, quell'eterno Nemico de' Roman, che sì ramingo Fuggì dinanzi a lor la state, e 'l verno?
Esempio: Fir. Luc. 4. 3. Perchè stai tu così ramingo nella strada? e che vuol dire, che tu non entri in casa alla libera? (quì vale: fuggiasco)
Esempio: Tac. Dav. ann. 4. 85. Gracco ec. quivi tra sbanditi, e rusticani allevato andò ramingo per l'Affrica.
Esempio: Malm. 2. 22. Disse, veduto avendo a un fiasco il fondo, Volersene ramingo andar pel mondo.