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LARDO.
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LARDO.
Definiz: Sost. masc. Grasso strutto, comunemente di maiale. –
Esempio: Rim. Ant. P. Ang. Cecc. 2, 153: Dante Alighier,... S'io mordo il grasso, e tu ne succhi il lardo.
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 68: Tu farai una cisterna, che sia per lungo più che per largo, e sia ben murata in alto, e unta spesso di buon lardo cotto.
Esempio: Plut. Vit. 81: Trovò una fonte, e l'acqua di quella era grassa come lardo.
Esempio: Bocc. Lett. 20: Li romani eserciti.... niuno altro guernimento, per soddisfacimento della natura portavano, che un poco di farina per uno, con alquanto lardo.
Definiz: § I. Lardo, è anche Quella grossa falda di grasso, che cuopre tra la citte e la carne la parte superiore e laterale del maiale: più, comunemente Lardone.
Definiz: § II. Lardo vergine, dicesi Il fiore del lardo, che si coglie dalla prima cottura.
Definiz: § III. Avere il suo lardo in alcun che, vale Avere, o Trovare, il proprio gusto, la propria sodisfazione, in quella cosa. –
Esempio: Fag. Rim. 7, 59: In somma, se a partirvi eri più tardo, Voi vi trovavi a tutte queste scene, Ch'in vederle io per me c'ebbi il mio lardo.
Definiz: § IV. Colare il lardo da tutte le parti ad uno, ovvero Cascare il lardo dalle calcagna o dai talloni, vale Trovarsi costui nell'abbondanza d'ogni cosa, in auge, in ricchezza. –
Esempio: Nell. Iac. Vilupp. 1, 1: Non ci è nessuno spiantatello nel mondo, che colle parole non procuri far credere che gli cola il lardo da tutte le parti, quando è più asciutto dell'esca.
Definiz: § V. Dare il suo lardo ad uno, denota Dargli il dover suo, quel che si merita. –
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 2, 8: O dove l'han trovato Gelindo? V. Per istrada; e gli han dato il suo lardo, non dubitate, perchè si era partito dalla conversazione senza dir nulla.
Definiz: § VI. Essere una palla, una pallina, di lardo, dicesi vezzeggiativamente ai bambini piccoli, grassi e prosperosi; e si dice anche di uccellini molto grassi.
Definiz: § VII. Friggere nel suo lardo, vale lo stesso che Cuocere, o Bollire, nel suo brodo; e Friggersi col proprio lardo, o nel proprio lardo, si trova per Essere a se stesso cagione di danno o pericolo. –
Esempio: Buonarr. Sat. 9, 277: Aver di pardo Gli occhi crediamo, e siam col piè sotterra, E spesso ci friggiam col nostro lardo.
Definiz: § VIII. Gettare il lardo a' cani, o Trarre, il lardo a' cani, vale Fare strazio della roba per troppa abbondanza che se ne abbia; e Non aver lardo da trarre a' cani, vale Non vivere in tanta abbondanza da poter gettar via. –
Esempio: Alam. L. Fior. 1, 3: Non se ne vada; e dove? forse che a Roma, e che a Napoli Si getta il lardo a' cani per loro, che tanti oggi ve ne sono, Che molti di loro di fame, o nello spedale, si muoiono?
Esempio: Varch. Suoc. 4, 5: M'hanno più tosto fatto insospettire, che altro; oggi non si getta il lardo a' cani.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 168: Sabato si vendè il grano ragionevole a lire 4 lo staio;.., pur non ci si getta il lardo a' cani; chè ci è de' poveri.
Esempio: Cecch. Masch. 4, 5: lo disegno affrontar mona Adriana, Che so che non ha punto punto di Lardo da trarre ai cani; e le vo' dare Ottanta o cento scudi d'oro in mano.
Definiz: § IX. Nuotare, Stare, o simili, nel lardo, si dice del Vivere in mezzo all'abbondanza d'ogni cosa bisognevole, d'ogni bene, e simili. –
Esempio: Bellinc. Rim. F. 2, 89: Se le vivande triste fussin buone, No' potremmo notar quassù nel lardo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 78: Il vizio... trionfa, e geme Virtude...; e la malizia e l'ignoranza Stanno nel lardo, e si grattan la panza (qui figuratam.).
Definiz: § X. Trovasi per Essere immerso nelle contentezze, nei piaceri, nelle soddisfazioni, e simili. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 24, 168: Or se qui Ganellon nel lardo nuota, E 'l zucchero trabocca alla caldaia, Per discrezion, lettore, intendi e nota.
Definiz: § XI. Andare alla gatta pel lardo. –
V. Gatta, § X.
Definiz: § XII. Tanto va la gatta al lardo Che ci lascia lo zampino. –
V. Gatta, § XXXIX.