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1) Dizion. 5° Ed. .
INGOZZARE.
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INGOZZARE.
Definiz: Att. Mandar giù nel gozzo, detto propriamente di volatili; e per estensione, detto di persona, Mandar giù per la gola nello stomaco, Inghiottire, e più generalmente Ingoiare o Tracannare, secondo che parlisi di cibo o di bevanda; ma in tal senso ha dello scherzevole, e spesso denota il prendere checchessia con ripugnanza, o per forza. –
Esempio: Grazz. Comm. 85: Io so ch'io n'ho ingozzato tanto (del vino), che non mi doverrà far freddo.
Esempio: Red. Esp. nat. 66: Che le gru ingozzino questi sassolini, lo accennò Eliano.
Esempio: E Red. Esp. nat. 75: Scemate erano di peso quattordici altre (palline), che eran rimase nel ventriglio d'un cappone, dopo averle quindici giorni prima ingozzate.
Esempio: E Red. Lett. 1, 183: Sa astenersi da tutti quanti quei guazzabugli di medicamenti, che i medici sogliono per vera ciurmeria ordinare agli altri, ma per se medesimi non gl'ingozzano mai.
Esempio: E Red. Lett. 1, 393: Non troverà mai Vostra Signoria illustrissima un medico, per semplice e mal pratico che si sia, il quale voglia per se medesimo ingozzare medicamenti.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 8, 55: Ingozzando di Bacco il buon liquore, Preser cantando a dir: viva l'Amore.
Definiz: § I. E per similit., usato anche assolutam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 81: E giurando minaccia che la testa Ad Orrigille e a lui rimarrà mozza, Se tutto il fatto non gli manifesta. Il mal giunto Martano alquanto ingozza, E tra sè volve se può sminuire Sua grave colpa, e poi comincia a dire: Sappi ec.
Definiz: § II. In locuz. figur. –
Esempio: Rondin. F. Relaz. 43: Infettò [un appestato] tutto quel borgo: si bucinò questa cosa in Firenze, ma.... non fu creduta, fu disprezzata, nè si rimediò...; intanto quei di Trespiano venivano ogni giorno alla città e praticavano liberamente con tutti, e noi ingozzavamo l'esca che a suo tempo fece l'effetto.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 554: Bisogna ch'io l'ingozzi; supplisci, questo boccone amaro; m'è giuoco forza mandarlo giù.
Esempio: Bottar. Dial. 316: Se quel Duca fosse stato intelligente di queste arti da vero, Agostino non avrebbe ingozzati tanti bocconi amari.
Definiz: § III. E figuratam. –
Esempio: Cellin. Vit. 95: Ed io, che l'avevo avuto molto più per male di lui, nulla gli risposi mai, anzi mi ingozzavo la stizza.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 72: E pur qui (ne' casi delle consegne de' Cocchieri) mi c'intrigo volentieri, Perchè della dottrina vi s'ingozza Quant'un che stesse a Pisa gli anni intieri.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 5, 342: Di quali magagne di' tu? V. Dell'Ignoranza e dell'Errore che avea bevuti alla tazza di Seduzione, e dell'Arroganza e della Cupidità, dell'Incontinenza, dell'Avarizia, e di quanti altri imbratti e guazzabugli avrà ingozzati allora.
Definiz: § IV. E detto di chi è sommerso in ciò che è indicato dal compimento del verbo. –
Esempio: Dant. Inf. 7: Così girammo della lorda pozza Grand'arco tra la ripa secca e il mezzo, Con gli occhi volti a chi del fango ingozza.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 245: Lo medico sentendosi in questo luogo così abbominevole, si sforzò di rilevarsi e di volersi aiutare per uscirne, ed ora in qua ed ora in là ricadendo, tutto dal capo al piè impastato, dolente e cattivo avendone alquante dramme ingozzate, pur n'uscì fuori e lasciovvi il cappuccio.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 220: Con li occhi volti a chi del fango ingozza; cioè alli accidiosi, che erano sotto la palude Stige.
Esempio: Menz. Sat. 70: Or ti rammenta Ch'Eupolide ingozzò l'onda marina.
Definiz: § V. Altresì figuratam., detto di mare, fiume, e simili, per Fare sprofondare e sparire nei suoi vortici, Sommergere; più comunemente Inghiottire. –
Esempio: Bemb. Stor. 1, 66: Di tre galee grosse, le quali la città in Fiandra per mercatantare mandava, due ne furono dal mare oceano per fortuna ingozzate.
Esempio: E Bemb. Asol. 40 t.: Se del porto non uscivano, elle (le navi) dal mare non sarebbono state ingozzate.
Definiz: § VI. Riferito, pur figuratam., a ingiurie, torti, danni, angherie, e simili, vale Sopportare senza farne risentimento, Portare con pazienza, Tollerare; ed altresì Patire, Soffrire, suo malgrado; che anche dicesi Inghiottire. –
Esempio: Franc. Son. 5: Tutti i torti non ho; tutto s'ingozza, Quando possa con voglia si raccozza.
Esempio: Cecch. Malandr. 382: Chè in fatto Nello star con altrui s'ingozza cose Che ti fan nodo e scoppiare, e bisogna Pure star cheta.
Esempio: Salv. Granch. 3, 7: In fatti Ella mi par troppo ostica, e non posso Ingozzarla.
Esempio: Buonarr. Tanc. 3, 11: Se tu se' sua, bisogna ch'io l'ingozzi, E 'l mio Amor vadia altrove a accattar tozzi.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 410: Due zingari (malaggio a tal semenza) Me l'abbino a rubare? Non la posso ingozzare.
Esempio: Menz. Sat. 137: E se (la moglie) ti sgrida, coraggioso ingozza, Come se fosser pillole del Gelli, Parole da tornar giù per la strozza.
Esempio: Baldov. Lament. 170: A tal disgraizie i' non percurerei, S'i' fussi in graizia tua, Sandra me' cara, E 'n pace tutte i' me le 'ngozzerei, Che gnuna cosa mi parrebbe amara.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 109: Non sono un cercabrighe, uno strillozzo Da pigliar tutti i bruscoli; ma questa Di vedersi scapato non l'ingozzo.
Esempio: Giust. Vers. 211: Perdi alla brava, ingozzati del bue.
Definiz: § VII. E figuratam., detto di animali. –
Esempio: Saccent. Rim. 2, 179: Questo nostro cavallo spiritato Ingozza mal di sottoporsi al freno.
Definiz: § VIII. Non potere ingozzare checchessia, o Ingozzar male, checchessia, vale anche semplicemente Non restarne persuaso, o appagato, Non approvarlo come cosa conveniente o plausibile, Esserne mal contento. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 111: A me però sarebbe stato più stimabile quel meique amantissimus, che quel vir acutissimi ingenii; poichè, per lode, non è nulla, potendosi, mutato il vir in puer, adattar mirabilmente a un bambino che impari a legger la tavolozza; onde l'Uliva non poteva ingozzare che il Redi nel suo libro delle vipere l'avesse chiamato l'ingegnosissimo Uliva.
Esempio: Not. Malm. 1, 226: Intender male una cosa vuol dire Non restar capace. Si disse nello stesso significato Masticar male e Ingozzar male; che son translati dalle medicine,... le quali, pel cattivo odore e sapore che sogliono avere, fanno che l'ammalato, prendendole con nausea, malamente le inghiottisca.
Definiz: § IX. Trovasi riferito a beni o averi, per Appropriarsi, Occupare, che più comunemente diremmo Ingoiare o Mangiare. –
Esempio: Dav. Scism. 358: La quale [supplica],... esaggerata la gran moltitudine e miseria de' mendici veri, diceva esserne cagione certi mendici grassi e grossi e oziosi, che col pigolare, spaventare, e altri artificj, avevano ingozzata la metà de' beni d'Inghilterra.
Definiz: § X. Trovasi riferito anche a persona, per Riempire di cibo, Dare da mangiare soverchiamente; Inghebbiare, Inzeppare. –
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 2, 2: L'albergatore, Che dee voler morir, fatt'ha le fogge, Ed uscito è dal manico, e 'ngozzati Ci ha molto bene a isonne.
Definiz: § XI. Si riferì anche a lancia, per Mettere in resta; forse dal chiamarsi popolarmente Gozzo quel ferro nel quale si fermava il calcio della lancia nel combattere, quasi Mettere nel gozzo.