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Dizion. 5° Ed. .
ACCOCCARE.
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ACCOCCARE. Definiz: | Att. Annodare il filo a una delle cocche o capi del fuso. |
Definiz: | § I. Accoccare per Menare, Trarre, Avventare; e dicesi per lo più del colpo, e anche talvolta dell'arme o dello strumento qualunque con cui si tira o si avventa il colpo medesimo. Modo dell'uso familiare. − | Esempio: | Dant. Inf. 21: Ei chinavan gli raffj, e, vuoi ch'io 'l tocchi, Diceva l'un con l'altro, in sul groppone? E rispondean: Sì, fa' che gliele accocchi. | Esempio: | Pulc. L. Morg. 17, 40: Che s'io t'accocco una palla di piombo, Di Babbillona s'udirà il rimbombo. | Esempio: | E Pulc. L. Morg. 22, 166: Guicciardo un'altra di queste rintoppa, Ed una lancia arrestata gli accocca, E tutta la forò sotto la poppa. | Esempio: | Giambull. B. Ciriff. Calv. 2, 239: Con tutti gli arnesi Guernito una mattina andò a la rocca Ed un gran pal di ferro all'uscio accocca. |
Definiz: | § II. E per Spingere, Cacciare a forza, detto di checchessia. − | Esempio: | Pulc. L. Morg. 19, 45: Il capo presto tra gambe gli accocca Per modo che da terra il sollevava. |
Definiz: | § III. E figuratam., detto delle parole, del discorso e simili. − |
Esempio: | Pulc. L. Morg. 22, 53: Questo è quel traditor Gan da Pontieri; Io vo talvolta la lingua accoccando. | Esempio: | Dav. Tac. 1, 225: Ed io, si vanta Azio, le tali parole terribili gli accoccai. |
Definiz: | § IV. Accoccarla a uno, vale Fargli qualche danno, dispiacere o cattivo scherzo, ch'e' non se l'aspetti. Modo familiare; lo stesso che Affibbiarla. − |
Esempio: | Poliz. Rim. 2, 24: Ella m'ha tenuto un pezzo Già con la ciriegia a bocca: Ma pur poi mi son divezzo, Tal che mai più me l'accocca. | Esempio: | Machiav. Comm. 296: Tanto perversa, indiavola e fa guerra, Che alfin convien per forza te l'accocchi. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 28, 72: Come potremo avere Guardia, che la moglier non ne l'accocchi? | Esempio: | Firenz. Comm. 1, 373: Certo, che questo traforello me l'ha accoccata. | Esempio: | Grazz. Comm. 376: Voi dite bene il vero. F. I traditori l'accoccherebbono a lor padre, e non son buoni ad altro che a far vituperj. |
Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 20, 98: Nè ti stupire, lettor mio benigno, Se quando posso, io l'accocco a costoro. |
Definiz: | § V. Onde in proverbio dicesi: Tal ti ride in bocca, che dietro te l'accocca; di chi alla presenza ti si mostra amico, e poi con parole o con fatti ti nuoce. |
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