Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
FAVAGELLO.
Apri Voce completa

pag.682


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
FAVAGELLO.
Definiz: Sost. masc. Nome volgare di più specie di erbe, la più nota delle quali è quella che nasce comunemente nei campi e fa al principio della primavera dei fiori gialli, moltiplicandosi in modo straordinario, le cui foglie cotte sono buone a mangiarsi in insalata; ed è il ranunculus ficaria de' Botanici. –
Esempio: Benciv. Cur. malatt. volg.: Pesta il favagello tra le due pietre.
Esempio: Burch. Son. 1, 75: E le grondaie infino al fondamento Hanno saputo come tu non puoi Di favagello adoperar l'unguento.
Esempio: Med. L. Canz. ball. 9: La virtù del favagello S'il dicessi a chi non sallo, Non è niuna in questo ballo, Che non volessi sapello.
Esempio: Cant. Carn. 85: E per duol della matrice Olio abbiam perfetto e bello, Polver tutte, erbe e radice, Sugo buon di favagello.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 223: Le fece una gran predica, che per niente non lasciasse seminare i favagelli di Menicuccio nel suo campo di Monteficale. (In questo e negli altri tre es. superiori è usato con equivoco osceno.)
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 200: Ma se egli è già fiorito il favagello, Perchè non è per me la primavera?
Esempio: Targ. Viagg. 8, 49: Chelidonia minore, o Scrofolaria minore, le contadine insalataie la domandano favagello e favuccello: nasce da per tutto in tempo di primavera.