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1) Dizion. 5° Ed. .
MORDERE
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MORDERE.
Definiz: Att. Stringere coi denti; ed anche Ferire stringendo coi denti.
Dal lat. mordere. –
Esempio: Dant. Inf. 12: E quando vide noi, se stesso morse, Sì come quei, cui l'ira dentro fiacca.
Esempio: Petr. Rim. F. 302: Cacciata da duo veltri,... Che l'un e l'altro fianco De la fera gentil mordean sì forte, Che ec.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 69: E' mi par pur vederti morderle.... quella sua bocca vermigliuzza e quelle sue gote che paion due rose.
Esempio: Ar. Orl. fur. 8, 8: Lo morde a un tempo il can nel piede manco.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 142: Per parer cortigiana (una mula), In cambio di baciar la gente, morde, E dà co' piè certe ceffate sorde.
Esempio: Car. Eneid. 4, 203: Vagamente fiero (il cavallo di Didone) Ringhia, e sparge la terra, e morde il freno.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 2, 202: Un maestro che, fatto levare a cavallo un fanciullo addosso a un altro, lo percuote con la sferza di maniera, che il povero putto, per lo gran duolo menando le gambe, pare che, gridando, tenti mordere un orecchio a colui che lo tiene.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 13, 29: Grigio è il cavallo e par dipinto a mosche, Impazïente spuma e il freno morde.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 219: Giuseppe Morini di Monte Catini.... fu morso da un cane nella gamba destra.
Esempio: Cesar. Fatt. Ap. 2, 195: A costui dovette esser rapportato.... della vipera che avea morduto uno di loro.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Parad. 6: E quando il dente Longobardo morse La santa Chiesa, sotto alle sue ali Carlo Magno, vincendo, la soccorse.
Esempio: E Dant. Parad. 26: Con quanti denti questo amor ti morde.
Esempio: Petr. Rim. F. 30: Fin che mi sani 'l cor colei che 'l morse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 65: Onde il sangue ch'al cor, quando lo morse Prima il dolor, fu tratto da la pieta, A questo annunzio il lasciò solo in guisa, Che ec.
Definiz: § II. Pur figuratam., e in ischerzo. –
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 183: Adesso che te la rimando (una scrittura), e tu lesto, per paura ch'ella non ti mordesse, la rimandi subito co' fogli aggiunti al signor Michel Agnolo senza vederla.
Definiz: § III. E negli stessi sensi usato in modo assoluto. –
Esempio: Dant. Inf. 30: Mordendo (due ombre) correvan di quel modo, Che il porco quando del porcil si schiude.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 51: Come la pecora morde, deono (i motti) così mordere l'uditore, e non come 'l cane.
Esempio: Ar. Orl. fur. 27, 70: Ed eran poi venuti ove il destriero Facea, mordendo, il ricco fren spumoso.
Esempio: Cas. Pros. 3, 144: Persuada loro, che chi ha delle bestie assai per casa, come son costretto di aver io, convien per forza averne di quelle, che mordano e traggano (qui in locuz. figur.).
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 520: Benchè se s'abbatte (il tasso) a combatter con essi (coi cani), ei morde terribilmente.
Esempio: E Flor. Agric. Met. volg. 522: Quando sendoli dato noia, s'infiamma d'ira (certo topo), terribilmente morde.
Esempio: Dat. Lepid. 52: Ma finalmente anche le pecore mordono quando sono offese.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 31: Non di quei (serpenti), che mordendo, E spremendo dal dente Un veleno tremendo, Uccidono la gente.
Esempio: E Fiacch. Fav. 1, 87: E nell'infinto mordere Far gli solea mille atti, Sconci così che un abile Buffon parea tra i gatti.
Definiz: § IV. E figuratam. –
Esempio: Imit. Crist. 36: Ogni gaudio mondano, quando entra nel cuore, in fine morde ed uccide.
Esempio: Machiav. Disc. 91: I popoli mordono più fieramente poi ch'egli hanno ricuperata la libertà, che poi che l'hanno conservata.
Definiz: § V. Riferito a cibo, vivanda, e simili, vale Mangiare, Gustare. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Qual è quel cane che abbaiando agugna, E si racqueta poi che il pasto morde, ec.
Esempio: E Dant. Purg. 24: Legno è più su che fu morso da Eva, E questa pianta si levò da esso.
Esempio: E Dant. Purg. 33: Per morder quella (pianta), in pena e in disio Cinquemil'anni e più, l'anima prima Bramò colui che il morso in sè punio.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 583: Legno; cioè uno arbaro (albero),... che fu morso da Eva; cioè fu mangiato da la nostra prima madre contra 'l comandamento di Dio.
Esempio: Manfred. Rim. 33: Se la donna infedel, che.... morse il pomo lagrimevol tanto,... Chiuse avesse l'orecchie al dolce incanto Del serpe,... Staria ancor chiuso entro gli abissi il pianto.
Definiz: § VI. E per estensione, detto di animali che non han denti, vale Pungere, Bucare, e simili; usato anche assolutam. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Non altrimenti fan di state i cani, Or col ceffo, or col piè, quando son morsi O da pulci o da mosche o da tafani.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 77: Tante bocche mi avevan, tanti denti Trafitto, morso, punto e scorticato.
Esempio: Salvin. Iliad. 495: A lui nel petto infuse (a Menelao la Dea Minerva) Caparbieria di mosca, che, cacciata Ancorchè venga assai da corpo umano, Insolente s'attacca, e a morder prende.
Esempio: Mont. Iliad. 17, 719: Impronta mosca Che, ognor cacciata, ognor ritorna e morde Ghiotta di sangue.
Definiz: § VII. Detto di arnesi o strumenti, vale Serrare, Stringere, e simili, fortemente. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 406: L'asta volando, sì come avvenne che nove bellissimi corpi di fratelli s'erano posti contra,... l'uno di costoro al mezzo della cignitura, in quella parte dove la fibbia dello scaggiale morde le giunture delle latora, bellissimo giovano di forma e d'armi splendienti, passò le coste, e gittollo a terra.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 173: Le penne del mantello trassono colore di porpora; la fibbia e l'oro che mordea il vestire, diventò piuma.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 181: La forma di essa forbicia, o tanaglia, era cavata dalla lettera X che con i rampi di sotto era volta all'indentro, con i quali quasi come un granchio strignessero mordendo il peso.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 62, 2: I rampi di sopra di tale strumento mordevano i pesi, e quegli tenacemente strignevano a forza d'una certa fune, la quale strettamente legata a' rampi di sotto, strigneva fortemente il tratto di essa forbice.
Definiz: § VIII. E per Consumare, Incavare, Intaccare, e simili; detto di corpo duro, e talvolta tagliente. –
Esempio: Cellin. Pros. 52: Non avendo (la durezza del diamante) cosa nessuna superiore nè che la possa mordere, però gli è di necessità pigliar dua diamanti; e tanto si soffrega l'uno all'altro, che a questo modo facendo ei si mordono, e dassi loro quella forma che al buon conciatore pare di poter fare di essi.
Definiz: § IX. E detto di acidi, e riferito a metalli, vale Corrodere, Intaccare, e simili.
Definiz: § X. Detto di cibo, di bevanda, e simili, e riferito a stomaco, a lingua, e simili, vale Eccitare, Solleticare, vivamente, Produrre in essi una sensazione quasi di morso. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. ined. 195: Or non dite voi di questi vini raspanti, che mordono, che pungono la bocca.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 347: Il porro..., con la sua acuità, morde i suo' nervi (dello stomaco).
Esempio: Mattiol. Disc. 1, 63: Lo squinanto usuale non morde la lingua nel masticarlo, non corrisponde all'esperimento: perciocchè il fresco morde valorosamente.
Esempio: Cecch. Samar. 1, 4: E vin bianco che smaglia, e poi del rosso Non se ne parli, e tanti e tanti; e tutti Bacian, mordono.
Esempio: Tass. Lett. 1, 35: Ma ciò che desidero nel vino, è un non so che, che o lusinghi o morda la lingua e 'l palato, o faccia l'uno e l'altro effetto insieme.
Esempio: Red. Ditir. 45: Questo liquore, che sdrucciola al core, O come l'ugola e baciami e mordemi!
Definiz: § XI. E figuratam., e più che altro poeticam., per Affliggere, Tormentare; anche assolutam. –
Esempio: Dant. Purg. 27: Più non si va, se pria non morde, Anime sante, il fuoco: entrate in esso, Ed al cantar di là non siate sorde.
Esempio: E Dant. Parad. 7: La pena dunque che la croce porse, S'alla natura assunta si misura, Nulla giammai sì giustamente morse.
Definiz: § XII. Pur figuratam., detto di passione, vale Stimolare, Pungere, e simili; anche assolutam. –
Esempio: Comm. Anon. Dant. 1, 323: Onde tanto morse la invidia, ch'ella fe' pensare costoro sopra il male di maestro Piero.
Definiz: § XIII. Detto figuratam. di persona, vale Pungere con parole, Beffare acremente, Schernire; e con più grave senso, Oltraggiare, e simili: anche assolutam. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 88: Nè ancora dar materia agl'invidiosi, presti a mordere ogni laudevole vita.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 300 tit.: Papa Bonifazio morde con una parola messer Rossellino della Tosa, il quale con alcuna piacevole risposta si difende.
Esempio: Machiav. Rim. 381: Ed ancor non mi curo che mi morda Un detrattore o palese o coperto.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 306: Affermando le censure pubblicate contro a lui,... essere ingiuste e invalide, mordendo con grandissima veemenza il Papa.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 83: Mi si dice ancora da qualcuno che in quest'opera io mordo un poco troppo l'avversario.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 44: Abbiatevi Quella (cioè un'impertinenza), compare, e imparate a mordere.
Esempio: Salvin. Odiss. 33: Per la casa I proci apparecchiavano la tavola; Celiavano, e mordevano con motti.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 449: Io sono dolente a morte qualunque volta certe lingue serpentine, certi ingegnetti loschi e con poca interiore virtù, stimando grande acutezza e garbo lo sparlare di voi, ad ogni ora vi mordono.
Esempio: Leopard. Pros. 1, 205: Molti mortali.... lo scherniscono (Amore) e mordono tutto giorno, sì lontano come presente, con isfrenatissima audacia.
Esempio: Giobert. Buon. CXVIII: Ma quando ciò non si possa conseguire, e io debba a ogni costo esser lacerato dalle lingue malediche di certi miei provinciali, avverto i laceratori che so anch'io mordere.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 233: Cane non mangia can, dice il dettato: Ma il letterato morde il letterato.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 209: Non lasciava sfuggire occasione di deriderle (le suore) dietro le spalle, come pinzochere, o di morderle come ipocrite.
Definiz: § XIV. E pur figuratam., per Biasimare, Riprendere, Rampognare, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 31: Una medesma lingua pria mi morse, Sì che mi tinse l'una e l'altra guancia, E poi la medicina mi riporse.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 214: Con agre riprensioni, sì come padri, mordere i difetti de' cattivi.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 299: Lo re veggendosi mordere per modo, che male si potea difendere, allegò assai cose, ma non sì, che lo Spagnuolo non rimanesse al di sopra di quello che avea detto.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 785: Una medesma lingua; cioè di Virgilio, pria mi morse; quando mi riprese crucciatamente.
Esempio: Guicc. Stor. 2, 32: Mordendolo nelle altre cose, confessava lui essere uomo verace.
Esempio: Cellin. Vit. 143: Voi mi fate torto a mordermi di questa sorte.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 161: E così se ne tornò a Fiorenza, dove era stato morso più volte, che non sapeva fare gl'ignudi.
Esempio: Tocc. Lett. 112: Ma,... non vi son eglino anche i decreti de' Pontefici, che.... hanno in virtù di santa ubbidienza comandato il non censurarsi, il non notarsi, il non mordersi l'un coll'altro, in sulle proposizioni dalla Santa Sede non condannate?
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 393: Quante volte mordono essi i costumi, ch'egli pare che mordano quelli de' tempi nostri?
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 7: Promuover la virtù, mordere il vizio, Adesso è preso per fatuità!
Definiz: § XV. Parlandosi di coscienza, vale Rimordere; anche assolutam. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 5: Come esser può.... gaudio, ove morde coscienza.
Esempio: Dant. Inf. 19: O ira o coscienza che il mordesse.
Esempio: E Dant. Purg. 31: Tanta riconoscenza, il cuor mi morse, Ch'io caddi vinto.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 765: Tanta ricognoscenzia; cioè del mio errore, il cuor mi morse; imperrocch'io n'ebbi pentimento e dolore.
Definiz: § XVI. Pure per Rimordere, parlandosi di vizio, colpa, e simili, e riferito alla coscienza. –
Esempio: Dant. Inf. 11: La frode, ond'ogni coscïenza è morsa, Può l'uomo usare in colui che si fida, E in quello ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 306: È morsa; questo dice, perchè ciascuno che l'usa (la frode) n'à rimordimento di coscienzia.
Definiz: § XVII. Neutr. pass. Mordersi Lacerarsi coi denti per rabbia, dolore, e simili. –
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 45: Con urli, e con gemiti spaventevoli tuttavia mordendosi (il serpente), e perseguitando chi lo feriva, cadde e morì.
Definiz: § XVIII. Mordere il freno. –
V. Freno, § XIX.
Definiz: § XIX. Mordere la terra, la polvere, e simili, propriamente vale Stringerla convulsamente coi denti, essendo atterrato dal nemico o avversario; e figuratam., Cadere ucciso in battaglia, in combattimento. –
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 747: Giacque morendo, e colla bocca una volta morse la terra.
Esempio: Maff. Merop. 5, 1: E credi Tu, che se questo popolo scorgesse L'odiato usurpator morder la terra, E che s'io mi scoprissi; entro ogni core Non pugnasse per me l'antica fede?
Esempio: Mont. Poes. 2, 175: Veder la numerosa oste, e primieri Assalirla, spezzarla, e sgominarla, E far che molti mordano la polve, Molti cedano il ferro, e il resto compri Col fuggir ratto una codarda vita, Fu per que' pochi eletti un breve affanno.
Esempio: E Mont. Iliad. 2, 552: Fa'.... che dintorno a lui molti suoi fidi Boccon distesi mordano la polve.
Esempio: E Mont. Iliad. 22, 22: M'hai devïato dalle mura, e tolto Che molti, prima d'arrivar là dentro, Mordessero la polve.
Definiz: § XX. Mordersi i guanti. –
V. Guanto, § X.
Definiz: § XXI. Mordersi la lingua. –
V. Lingua, § LV.
Definiz: § XXII. Mordersi le dita o il dito, le labbra, le mani. –
V. Dito, § XXXI, Labbro, § XVII, e Mano, §§ CDLXX e CDLXXI.
Definiz: § XXIII. Mordersi l'ugne. –
V. Ugna.
Definiz: § XXIV. Mordere prima d'aver messo i denti, vale proverbialm., Offendere altrui anche innanzi di poterlo fare con buon successo, o altresì avanti di averne la possibilità o l'occasione propizia. –
Esempio: Bracc. R. Dial. 53: Qui si comincia a mordere prima di mettere i denti. R. Non abbiate paura no, messer Boccia; perchè questi è un cane da pagliaio ch'abbaia di molto, ma non morde giammai, perchè è affatto sdentato.
Definiz: § XXV. Cane che abbaia non morde. –
V. Cane, § LXXVI.
Definiz: § XXVI. Insin le pecore lo mordono. –
V. Pecora.
Definiz: § XXVII. La vipera morde il ciarlatano, o la biscia morde il ciarlatano, o la serpe, morde il ciarlatano. –
V. Ciarlatano, § II.
Definiz: § XXVIII. Non mi morse mai cane, ch'io non volessi del suo pelo. –
V. Cane, § LXII.