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CASTRARE.
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CASTRARE.
Definiz: Att. Tagliare, Cavare o Ammortire gli organi della generazione, così a maschi come a femmine.
Dal lat. castrare. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 449: Ancora non si deono [i vitelli] innanzi due anni castrare.
Esempio: Innoc. Proc. Fed. M. 26: Alle loro maniere [de' Saraceni] mette guardie a sua mollie, le quali sono discese di reale lignaggio, faccendo castrare uomeni e femmine per mettere a quella guardia.
Esempio: Vill. G. 111: E 'l detto Guiglielmo fece accecar delli occhi e castrare.
Esempio: Vill. M. 353: Molti [cavalli] ne castrano, che si mantengono meglio e sono più mansueti.
Esempio: Pallad. Agric. 170: In questo mese e tempo ogni animale di quattro piedi, spezialmente i cavalli, si castrano.
Esempio: Cant. Carn. 174: Non gli fate [i gatti] per nulla mai castrare, Perchè mogi diventano.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 16, 77: Disse Nalduccio: Li vogliam castrare? [i cavalli].
Esempio: Nell. Iac. Serv. 2, 162: Oh là, presto, che si castri costui per man del boia.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 29, 1: Sono eunuchi, i quali se medesimi castrarono per lo regno del cielo, non per tagliamento di membro, ma ispegnimento de' mali pensieri.
Definiz: § II. Castrare vale anche Intaccare i marroni o le castagne, acciocchè non iscoppino quando si pongono al fuoco per farne bruciate. –
Esempio: Burch. Son. 2, 22: Fa sagrificio, e castra de' marroni.
Esempio: Alam. A. Rim. 77: Castagne ti darò senza castrare.
Esempio: Grazz. Rim. 2, 68: Qui vogliono esser grossi e bei marroni Senza castrargli.
Definiz: § III. Castrare le arnie trovasi per similit., alla maniera latina, nel senso di Tagliare i fiali, Cavare il mele da esse, Smelare. –
Esempio: Pallad. Agric. 207: Di questo mese si castrano l'arnie; le qua' cognosceremo esser mature, a questi segni.
Esempio: E Pallad. Agric. 259: Di questo mese si castreranno l'arnie, cioè si trarrà il mele.
Definiz: § IV. Castrare, detto di certe piante, vale Toglier via ad esse il superfluo, Spuntarle, e simili. –
Esempio: Lastr. Agric. 4, 176: Le più vigorose [piante di poponi], come hanno quattro o sei foglie, si castrano, come suol dirsi, con tagliar loro alle due o tre foglie i tralci.
Definiz: § V. E pure per similit. e in ischerno, riferito a scritture o componimenti, vale Toglierne, Resecarne alcuna parte, che si creda contraria a' principj morali, religiosi o civili; ed è fatto o da censori o da qualche particolare editore. Spurgare. –
Esempio: Fag. Rim. 4, 15: Gliel'han castrata Senza garbo e a capriccio, e poi di più Con la stampa gliel'han trasfigurata.
Definiz: § VI. Castrare alcuno, vale Togliergli il comodo o la potenza d'operare in checchessia; ed oggi riferiscesi più specialmente alle facoltà intellettive e morali: ma è modo, più che altro, da scherzo. –
Esempio: Fag. Rim. 4, 21: Perchè s'io sono stato un malcreato In non vi ringraziar nè in ubbidirvi, Fatela col destin che m'ha castrato. Castrato idest, voglio venire a dirvi, Ch'ei non mi ha dato quel cervello intero, Ch'e' mi poteva dar per ben servirvi.
Definiz: § VII. O castra questa! Modo basso, e oggi poco usato, col quale si nega altrui cosa ch'e' ricerchi e che non sia conveniente, aggiungendovi per dispregio l'atto sconcio del fargli in faccia una castagna. –
Esempio: Pataff. 8: E castra qui, e rendimi l'avanza.
Esempio: Varch. Ercol. 133: Gli fa (come dicono le donne) una castagna, aggiugnendo spesse volte: To', castrami questa.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 4, 10: O monta un po' qui su, castrami questa.