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Dizion. 5° Ed. .
FORFORA.
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FORFORA. Definiz: | Sost. femm. Escremento secco, bianco, e sottile, che si genera nella cute del capo sotto i capelli. |
Dal lat. furfur. – Esempio: | Cresc. Agric. volg. 2, 30: La sua cenere (del capelvenere) con ranno è utile alle forfore del capo, e le consuma e diradica. |
Esempio: | Montig. Dioscor. volg. 57: Netta la forfora, consumma il lattime, la tigna, le bolle che escono per la persona. |
Esempio: | Soder. Cult. Ort. 48: La cocitura delle bietole, così delle foglie come delle radici, lavandosi la testa, leva via le lendini e la forfora. |
Esempio: | Bicchier. Bagn. Montecat. 74: Sanano le di lei acque (della Terma Leopoldina) le malattie della cute, la scabie, l'erpete, la forfora, il prurito, la serpigine, ec. |
Esempio: | E Bicchier. Bagn. Montecat. 228: Riducendosi tutto il suo incomodo a un piccolo tratto dell'occipite inferiore coperto di forfora. In cinque giorni di doccia alla Terma Leopoldina, e dell'applicazione del solito fango, si vide abolita la forfora e la cute rosseggiante. |
Definiz: | § I. In locuz. figur. – |
Esempio: | Car. Apol. 199: Vi voglio adesso fare un poco di saponata per la forfora che v'avete di questa vostra tignosa grammatica. |
Definiz: | § II. Forfora chiamasi anche Quella che producono sul viso le bollicine secche delle volatiche o empetiggini. |
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