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FORFORA.
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FORFORA.
Definiz: Sost. femm. Escremento secco, bianco, e sottile, che si genera nella cute del capo sotto i capelli.
Dal lat. furfur. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 2, 30: La sua cenere (del capelvenere) con ranno è utile alle forfore del capo, e le consuma e diradica.
Esempio: Guglielm. Piac. Chir. volg.: Il segno di questo si è fregare il luogo dove appariscono le fenditure, e le forfore caggiono.
Esempio: Montig. Dioscor. volg. 57: Netta la forfora, consumma il lattime, la tigna, le bolle che escono per la persona.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 48: La cocitura delle bietole, così delle foglie come delle radici, lavandosi la testa, leva via le lendini e la forfora.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 74: Sanano le di lei acque (della Terma Leopoldina) le malattie della cute, la scabie, l'erpete, la forfora, il prurito, la serpigine, ec.
Esempio: E Bicchier. Bagn. Montecat. 228: Riducendosi tutto il suo incomodo a un piccolo tratto dell'occipite inferiore coperto di forfora. In cinque giorni di doccia alla Terma Leopoldina, e dell'applicazione del solito fango, si vide abolita la forfora e la cute rosseggiante.
Definiz: § I. In locuz. figur. –
Esempio: Car. Apol. 199: Vi voglio adesso fare un poco di saponata per la forfora che v'avete di questa vostra tignosa grammatica.
Definiz: § II. Forfora chiamasi anche Quella che producono sul viso le bollicine secche delle volatiche o empetiggini.