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DEMONIO e talora anche, con forma oggi solamente poetica, DIMONIO.
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DEMONIO e talora anche, con forma oggi solamente poetica, DIMONIO.
Definiz: Sost. masc. Spirito maligno, nemico del bene, e che incita l'uomo a mal fare; ed altresì Ciascuno degli Angeli ribelli cacciati dal cielo insieme con Lucifero; ai quali la fantasia popolare dà figura orribilmente brutta, e gl'immagina come ministri del demonio.
Dal lat. daemonium, e questo dal grec. δαιμόνιον. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 115: Male seppe interpetrare le parole mendaci del dimonio.
Esempio: Giamb. Oros. 265: Sono da abbominare i dimonj, che sono i Dei loro, che addomandaro che le dette reie cose potessero fare.
Esempio: Dant. Inf. 14: Maestro, tu che vinci Tutte le cose, fuor che i dimon duri, ec.
Esempio: E Dant. Inf. 18: Di qua, di là, su per lo sasso tetro Vidi dimon cornuti con gran ferze.
Esempio: Leggend. Cint. Prat. 12: Dopo le molte parole e contenzioni, disse il dimonio: Elli mel conviene pur dire, ec.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 271: Temendo non il demonio, se egli la ritenesse, lo 'ngannasse.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 42: E seppi poi, come i demoni industri, Da suffumigi tratti e sacri carmi, Tutto d'acciaio avean cinto il bel loco.
Esempio: Segner. Pred. Pal. ap. 99: Il demonio ha trovato modo di fare che il nostro processo sia tutto pieno di peccati anche incompossibili.
Definiz: § I. E poeticam. per Ciascuno degli spiriti infernali, con nome ed ufficio tolti spesso dalla mitologia pagana. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Caron dimonio con occhi di bragia, Loro accennando ec.
Esempio: E Dant. Inf. 6: Cotai si fecer quelle facce lorde Dello demonio Cerbero.
Definiz: § II. E pur poeticam., per Anima dannata, Dannato. –
Esempio: Dant. Inf. 30: S'io dissi falso, e tu falsasti il conio, Disse Sinone, e son qui per un fallo, E tu per più che alcun altro dimonio.
Definiz: § III. Figuratam. vale Persona fieramente e terribilmente malvagia, ovvero eccessivamente iraconda; ed anche Grandemente brutta; che, per maggiore iperbole, dicesi Demonio incarnato. Quindi la maniera Non essere il demonio, che dicesi di Persona brutta o cattiva, ma non in grado eccessivo. –
Esempio: Dant. Purg. 14: Ben faranno i Pagan, dacchè il demonio Lor sen gira.
Esempio: S. Cater. Lett. 3, 289: Sia in voi uno ardore di carità, sì e per siffatto modo, che non vi lassi udire le voci de' dimonj incarnati, e non vi faccia tenere il consiglio de' perversi consiglieri.
Esempio: Panzier. Tratt. 27 t.: Se il sentimento non è in sè nella fine eccellentemente certificato, sia avuto sospetto quasi come incarnato demonio.
Esempio: Giust. Vers. 250: Si tratta di doversela strigare Con una gente che non vuol padrone; Padrone, intendo, del solito conio, Chè un po' tarpati, e' non sono il demonio.
Definiz: § IV Pur figuratam. e familiarm., dicesi di Persona arditissima, infaticabile, o che fa prove straordinarie di forza o d'ingegno. –
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 2, 89: Sappiate dunque che io sono stato sempre un demonio, qual mi son ora, camminatore di notte, salitore di mura ec.
Definiz: § V. E dicesi pure di bambino, fanciullo e simile, per Vivace oltremodo, grandemente irrequieto.
Definiz: § VI. Presso i Gentili, come appresso i poeti cristiani, vale Genio così buono, come cattivo. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 66: Ma buono o rio demonio, o quel che sia, Che gli ha renduta la sua libertade, Ringrazia e loda.
Esempio: Salvin. Iliad. 462: Ma quando la quarta Fïata egli assaltò, come un demonio, Con gran minaccia Apollo arcier gli disse.
Definiz: § VII. E nel linguaggio degli Ascetici, vale Impeto, Stimolo, di qualche mala passione. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 35: Così è bisogno che 'l monaco stia sempre apparecchiato e armato contro al dimonio della fornicazione.
Definiz: § VIII. Del demonio, usato come aggiunto di persona del demonio, gente del demonio, popolo del demonio e simili, vale Pessimo, Sfrenatissimo. –
Esempio: Tasson. Secch. rap. 2, 5: Il popol nostro è un popol del demonio, Che non si può frenar con alcun freno.
Definiz: § IX. Il vostro demonio vi assiste; modo di dire, che corrisponde all'altro Avere il diavolo nell'ampolla, e che vale Essere maestro d'astuzie e di strattagemmi; od anche, Aver la fortuna dalla sua. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 3, 18: Il vostro demonio vi assiste.
Esempio: E Galil. Op. fis. mat. 3, 23: Pur poco fa vi dissi, che il vostro demonio vi assisteva.