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1) Dizion. 5° Ed. .
OBBEDIRE e UBBIDIRE.
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OBBEDIRE e UBBIDIRE.
Definiz: Neutr. Eseguire gli altrui comandi o voleri; ed altresì Ottemperare alle leggi, decreti, ordini, e simili, emanati dalla legittima autorità. Usato anche assolutam.
Dal lat. obedire. ‒
Esempio: Nov. ant. B. 74: Essendo il re gravemente offeso, chiamò il cavaliere ch'avea insegnatoli questo, e comandògli che se sapesse la cagione di ciò, immantinente gliele dicesse. Il quale, obbediendo al re, pervertì tutto il fatto.
Esempio: Dant. Inf. 2: Tanto m'aggrada il tuo comandamento, Che l'ubbidir, se già fosse, m'è tardi.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: O pietosa colei che mi soccorse, E tu, cortese, che ubbidisti tosto Alle vere parole che ti porse!
Esempio: E Dant. Parad. 7: Non potea l'uomo ne' termini suoi Mai soddisfar, per non poter ir giuso Con umiltate, obbediendo poi, Quanto disubbidiendo intese ir suso.
Esempio: E Dant. Conv. 374: Figliuoli, ubbidite alli vostri padri per tutte cose; perciocchè questo vuole Iddio.
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 122: Coloro che non possono intendere quello che si dice, ovvero che per la mente avversaria son sì duri, che eziandio che intendano, non vogliono ubbidire nè acconsentire..., rispondono ec.
Esempio: Bocc. Decam. 7, 183: La Reina alla Fiammetta impose che seguitasse. La quale d'ubbidire desiderosa disse, ec.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 329: Il maestro de' cavalli insieme con tutto l'esercito conobbe, come egli era partito savio ubbidire a Fabio.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 46: Alta regina, perchè d'obbedire Più d'ogni altro a' tuoi cenni mi do vanto, Colà n'andrò.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 135: Se nella guerra s'impara a comandare obbedendo, si dà ancora talvolta il caso che l'aver comandato insegni ad obbedire.
Esempio: Segner. Mann. giugn. 9, 1: Figurati un gran monarca, che sia ignorante: conviene, se vuol guerreggiare, ch'egli ubbidisca a un dotto soldato.
Esempio: E Segner. Pred. 45: Che dite? chiamerete infami tutti questi uomini, perchè non hanno aderito alle leggi scellerate del mondo, ma ubbidito a i santissimi insegnamenti di Cristo?
Esempio: Red. Lett. 2, 151: Questo è quanto posso dire a V. A. S. per obbedire ai cenni del serenissimo Gran Duca, e per obbedire ancora a quanto da V. A. S. mi è stato comandato.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 59: Un fanciullino appella, E vuol che tosto entro il giardin lo scorga.... Ubbidisce il fanciullo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 155: Risponde il console, di mezzo alla folla: Son qui; ma bisogna aiutarmi, bisogna ubbidire.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 427: Fece subito cenno al cappellano che uscisse: il quale ubbidì.
Definiz: § I. In locuz. figur., e figuratam. ‒
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 173: Non ha l'ottimo artista alcun concetto, Ch'un marmo solo in sè non circoscriva Col suo soverchio; e solo a quello arriva La man che ubbidisce all'intelletto.
Esempio: Galil. Op. V, 380: Dico, essa acqua restar in dietro e sollevarsi alquanto verso la poppa, abbassandosi verso la prora, quindi a poco a poco ridursi ad ubbidire al moto del suo contenente, senza punto variare mentre egli placidamente ed uniformemente caminasse.
Esempio: Parin. Poes. 35: Ben degna pena avete, O troppo ancor religïosi servi Della necessitade.... Al suo possente Amabil vincitor v'era assai meglio, O miseri, ubbidire.
Esempio: Volt. Op. 1, 2, 236: Se si considera che una goccia d'acqua o d'altro liquore, una bolla d'aria, non obbediscono tanto alle leggi idrostatiche e pneumatiche, quanto ad altre leggi, e ad altre forze contrassegnate col nome di forze mutue, attrazioni, affinità; si concepirà facilmente ec.
Definiz: § II. E con relazione a principe, governo, e simili, vale Adempire verso essi il proprio dovere di suddito; detto così di popolo, città, e simili, come d'individui. ‒
Esempio: Savonar. Tratt. Gov. Fir. 10: Saria da instituire tale governo in ogni comunità, se si potesse, cioè, che tutto il popolo concordemente facesse un principe buono, e giusto, e prudente, al quale ognuno avesse a obbedire.
Esempio: Giannott. Op. 1, 4: Propriamente questi sono cittadini, essendo cittadino chi è partecipe di comandare e obbedire.
Esempio: Parut. Soliloq. 1, 13: Dammi adunque, Signore, ch'io.... serva ed obbedisca alla mia repubblica con integrità di coscienza, con fine di giovare a lei, non a me, e per la tua, non per la mia, gloria.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 72: Il popolo, ripieni gli orecchi di questi detti, non obbediva a' consoli, quando lo chiamavano a far la scelta de' soldati, e non voleva ascoltar nulla della colonia.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 4, 1: È nata (l'anima) a comandare come reina, non ad ubbidire qual serva.
Esempio: E Segner. Mann. 13, 5: Molto più è in poter di ciascuno l'esser povero come Cristo, che non è l'abbondare di gran ricchezze; l'umiliarsi, che il sovrastare; l'ubbidire, che il signoreggiare.
Definiz: § III. Pur figuratam. detto di persona, vale Adattarsi, Accomodarsi, e simili. ‒
Esempio: Rucell. Or. Dial. 6, 1, 31: Nel fabbricare colui che ubbidisce al vecchio non può mai far cosa di buono.
Definiz: § IV. Detto di pietra, marmo, e simili, con relazione a scarpello, strumento, e simile, vale Cedere agevolmente, Non resistere, ad esso, nell'essere lavorato. ‒
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 50: Qualunche pietra nera, quanto più arà le sue scabrosità minute, tanto manco obbedirà al taglio del ferro.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 147: Il migliore..., tra tutti i legni che si adoperano alla scultura, è il tiglio, perchè egli ha i pori uguali per ogni lato, ed ubbidisce più agevolmente alla lima ed allo scarpello.
Esempio: Soder. Op. 1, 277: E quanto più s'abbatterà a pietre statuali che obbedischino allo scarpello,... tanto meglio riusciranno e saranno più lodate.
Definiz: § V. E parlandosi di cosa liquida in relazione al vaso che la contiene, vale Adattarsi via via alla sua forma, Secondarne le mutazioni. ‒
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 181: L'acqua, e così gli altri liquori, in quei primi movimenti non si muovono per loro stessi, ma obbediscono meramente all'alterazioni de' vasi.
Definiz: § VI. E per Secondare l'opera, l'azione, di checchessia; Servir bene ad essa; anche figuratam. ‒
Esempio: Cresc. Agric. volg. 50: E ancora diventano i frutti acerbi, o vero amari, imperocchè tal nutrimento non obbedisce alla digestione compitamente, sì come fa l'umido della dimesticazione.
Definiz: § VII. E detto di parte di un edifizio o di suo ornamento in relazione con altra sua parte, per Corrispondergli, Fargli riscontro, Ribattere. ‒
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 33: Sopra questo ordine è una cornice, e sopra la cornice altri quattro pilastri minori, che reggono un'altra cornice che fa spartimento per tre quadretti, che ubbidiscono ai vani di sotto.
Esempio: Nell. Disc. Archit. 38: Quanto alla volta, scerrà (il capomaestro) le più ferrigne mezzane, ed a queste aggiugnerà più che altrettante sottili pietre lavorate dagli scarpellini a conio, quel tanto, che i conventi del lavoro obbedischino, e cordeggino appunto col centro.
Definiz: § VIII. In forza d'Att. Seguire, Secondare, e simili, altri, e più spesso a noi superiore per età, autorità, e simili, in ciò che egli ordina, vuole, desidera. Ed altresì riferito a comandi, ordini, e simili. ‒
Esempio: Dant. Conv. 284: Autentim, che tanto vale in latino, quanto degno di fede e d'obbedienza. E così Autore, quinci derivato, si prende per ogni persona degna d'essere creduta e obbedita.
Esempio: E Dant. Conv. appr.: Intra operarj e artefici di diverse arti e operazioni, ordinati a una operazione o arte finale, l'artefice, ovvero operatore di quella, massimamente dee essere da tutti obbedito e creduto, siccome colui che solo considera l'ultimo fine di tutti gli altri fini.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 206, 16: Lo imperadore, ciò sentendo, non cruccioso, come uomo di grande animo, gli citò: non l'ubbidirono, e rupponli fede e saramento.
Esempio: Stor. Barl. 127: E 'l nostro Signore.... per amore di Barlaam e di Giosaffatte ne guardi di male per lo suo piacere, e concedaci grazia che noi l'ubbidiamo.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 305: Vedendo che non voleano ubbidire i suoi comandamenti ec.
Esempio: Cavalc. Discipl. Spir. 49: Perchè narri tu le mie giustizie e la mia legge, la quale non vuoi ubbidire?
Esempio: Bocc. Decam. 7, 274: Il Canigiano dolente di queste cose, disse: male hai fatto; mal ti se' portato; male hai i tuoi maestri ubbiditi.
Esempio: Bern. Orl. 67, 48: E perchè quivi ognuno era ubbidito, Fece che ec.
Esempio: Alam. L. Avarch. 9, 59: Di tutto l'obbedìo la regia figlia, E con bramosa man l'addusse al fine, Di lui destando invidia e meraviglia Tra le proprie donzelle.
Esempio: Giacomin. Lez. II, 5, 187: Siccome veggiamo che il servo non sempre obbedisce il comandamento del suo signore, così può la ragione non acconsentire alla inclinazione dello appetito.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 101: In che posso ubbidirla? disse don Rodrigo.
Definiz: § IX. E figuratam. ‒
Esempio: Machiav. Disc. 194: In Italia innanzi all'imperio romano, furono i Toscani per mare e per terra potentissimi.... Intendesi ancora come le loro armi furono ubbidite, dal Tevere per infino a' piè dell'Alpi che ora cingono il grosso d'Italia.
Definiz: § X. Pur figuratam., detto di cosa, per Secondare un impulso ricevuto. ‒
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 4: State in arme.... Tentate, se le spade al trarsi fuori Obbediscon la mano.
Definiz: § XI. Per obbedirla! È maniera affermativa che talvolta si usa rispondendo a persone di riguardo.
Definiz: § XII. Sarà obbedito, Sarai, e simili, obbedito, è maniera usata a significare o ad assicurare che sarà fatto secondo che altri ha mostrato di desiderare o di volere.
Definiz: § XIII. Chi non sa obbedire, non sa comandare; che anche trovasi, Comanda bene chi sa obbedire. ‒
V. Comandare, § XX.
Definiz: § XIV. Comandi chi può, obbedisca chi deve. ‒
V. Comandare, § XXI.
Definiz: § XV. È meglio obbedire che santificare; proverbio che significa Esser meglio la virtù dell'obbedienza che l'osservanza formale di altri anche principali doveri. ‒
Esempio: Grazz. Comm. 235: Ogni dì non è festa: volevate voi che io stessi senza udir messa?... F. Non sapete voi ch'egli è meglio ubbidire che santificare?