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LAIDEZZA.
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LAIDEZZA.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Laido. L'esser laido, Qualità di ciò che è laido, Turpitudine, Bruttura, Disonestà, e simili. –
Esempio: Cavalc. Discipl. Spir. 123: Dio non lassa alcuna laidezza di vizio senza bellezza di vendetta.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. G. 625: Lo specchio ad ornamento del corpo seguisce laidezza d'anima.
Esempio: E Fr. Bart. Sallust. 174: Tanta era la forza dell'avarizia la quale i loro animi siccome grande laidezza e macula aveva compresi.
Esempio: Sanleol. Oraz. I, 1, 204: La quale (la poesia), siccome spirata dalla divinità, in lei si dee rivolgere e fregiarsi di lei, senza lo 'nfangarsi, o mischiarsi con laidezze terrene.
Definiz: § I. E per Parola, Atto, laido, turpe, e simili. –
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 1, 11: E sbalestran dal sen bestemmiatori Più di sei sporche laidezze in fila.
Definiz: § II. Vale anche Sconcezza, Schifezza, Sporcizia, detto di cosa. –
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 265: Anche di santo Bernardo si legge che nelle vestimenta sempre gli piacque povertà e non giammai laidezze.
Definiz: § III. Parlandosi di corpo animale, o di sua parte, si usò per Deformità, Bruttezza, e simili. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 811: E molto ha a dispetto (il pavone) la laidezza de' suoi piedi.
Esempio: Dant. Conv. 200: Disse bene il prete allo imperadore che ridea e schernia la laidezza del suo corpo: Iddio è Signore; esso fece noi, e non essi noi.
Esempio: Cavalc. Frutt. Ling. 54: Per molti è meglio la infermità e la laidezza, che la sanità o bellezza.