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MEGLIO, e per apocope, usata più che altro in poesia, ME'
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MEGLIO, e per apocope, usata più che altro in poesia, ME'.
Definiz: Avverb. comparativo. Più bene, In modo migliore; In modo, o In termini, più rispondenti o adeguati a un dato fine, effetto, condizione.
Dal lat. melius. –
Esempio: Dant. Inf. 14: Rea la scelse (la montagna) già per cuna fida Del suo figliuolo, e per celarlo meglio, Quando piangea, vi facea far le grida.
Esempio: E Dant. Purg. 31: Tuttavia, perchè me' vergogna porte Del tuo errore ec.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 160: In mezzo di questo muro è il palagio sì bello e sì grande, che non si potrebbe nel mondo meglio divisare.
Esempio: Vell. Cron. 3. Passato certo tempo,... e multiplicando in avere e persone, venne volontà al detto Bonaccorso e figliuoli di Donato d'abitare meglio, e fare altrove fondaco.
Esempio: Petr. Rim. 2, 18: L'angeliche parole Suonano in parte ov'è chi meglio intende.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 95: Forse quest'altra notte sarà più fresco, e dormirai meglio.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 244: Così fa tutto dì la fortuna, che molte volte si mostra lieta per vedere chi la sa pigliare; e molte volte chi meglio la sa pigliare ne rimane in camicia.
Esempio: Ar. Orl. fur. 23, 11: Non potea Astolfo ritrovar persona A chi il suo Rabican meglio lasciasse, Perchè dovesse averne guardia buona E renderglielo poi ec.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 26, 106: E tutto a un tempo Balisarda stringe, La buona spada, e me' lo scudo imbraccia.
Esempio: Tass. Lett. 1, 44: Ma la Francia, sottoposta a re solo e naturale,... è sì come in questa parte più felice (dell'Italia), così anco.... in molte cose meglio instituita e meglio governata.
Esempio: Dav. Tac. 2, 263: Il dì seguente scoperse me' la vittoria.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 2: Bisogna qualche volta ne' servizj De' padroni arbitrar, per me' servirli.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 268: Donde resterà meglio illustrata l'istoria di questa famosa moneta.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 270: Le punte del solin s'adatta, E rifà meglio il fiocco alla cravatta.
Definiz: § I. E per Con maggior facilità, Più facilmente, Più agevolmente. –
Esempio: Dant. Inf. 14: Ei provvide a scalpitar lo suolo Con le sue schiere, perciocchè il vapore Me' si stingueva mentre ch'era solo.
Esempio: Stor. Barl. 67: Voi fate.... come il cacciatore e 'l falconiere, che quando il cacciatore vuole andare nel bosco, si viene a' suoi levrieri, e 'l falconiere a' suoi falconi, e sì fanno loro grande gioia per meglio prendere la lor preda.
Esempio: Vill. M. 328: Non pensò mai più potersi fidare de' signori di Milano; e conobbe ch'a volersi me' potere guardare, gli convenia essere loro mortale nemico.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 71: Ed elli seguío la sua ambasciata, e per averla sposta con due bocche, ebbe meglio dal Papa ciò che domandò.
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 75: Poi son le genti senza nome tante, Che del lor sangue oggi faranno un lago, Che meglio conterei ciascuna foglia, Quando l'autunno gli arbori ne spoglia.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 23, 99: E dove meglio col Pagan pensosse Di potersi incontrare, il destrier mosse.
Definiz: § II. E, nei medesimi sensi, costruito, mediante la cong. Che o la prep. Di, con un termine espresso di comparazione. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Se' savio, e intendi me' ch'io non ragiono.
Esempio: E Dant. Purg. 7: Da questo balzo meglio gli atti e i volti Conoscerete voi di tutti quanti, Che nella lama giù tra essi accolti.
Esempio: E Dant. Purg. 12: Non vide me' di me chi vide il vero.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 222: Li quali (i leggiadri motti), perciò che brievi sono, molto meglio alle donne stanno che agli uomini, in quanto più alle donne che agli uomini il molto parlare e lungo.... si disdice.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 38: O fanno i preti così fatte cose? Il prete rispose: Sì, facciam noi meglio che gli altri uomini, o perchè no?
Esempio: Sacch. Nov. 2, 156: Come a uno di questi tali, o a giullari, o a uomeni di corte, che sono quasi simili, apparisce uno che con una cosa che faccia o con un motto gli morda, o mostri me' di loro, subito pèrdono che paiono morti.
Esempio: Ar. Sat. 1, 181: In casa mia mi sa meglio una rapa..., Che all'altrui mensa tordo, starna o porco Selvaggio.
Esempio: Cas. Pros. 3, 33: Che se ciò fosse, essi meglio starebbono con Dio che non istanno, ed il mondo sarebbe più consolato, vedendo ec.
Esempio: Borgh. V. Stud. Div. Comm. 309: Delle similitudini e imagini è me' tacere che dirne poco.
Esempio: Grazz. Comm. 184: Il Teri giocava agli aliossi a suo tempo meglio che giovane di Firenze.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 10, 94: Quando tutto un dì sommi arrostato, Allora me' di prima faccio colta.
Esempio: Niccol. Poes. 2, 19: E non conobbi Che meglio dell'amor l'odio si cela.
Esempio: Lambr. Elog. 152: Qual cosa.... può valer meglio come ricordo, che l'oriolo, il quale si piglia in mano e si guarda a tutte l'ore?
Definiz: § III. Pur reggente il termine di comparazione espresso, trovasi costruito con la cong. Come. –
Esempio: S. Bern. Cosc. 109: Niuno può meglio sapere chi tu se', come il puoi sapere tu, il quale sai la conscienza tua medesima.
Definiz: § IV. Prendesi anche semplicemente per Più, ed uniscesi agli adiettivi per formare il comparativo. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 53: La mia anima si congiugnerà con quella.... E con qual compagnia ne potre' io andar più contenta o meglio sicura a' luoghi non conosciuti, che con lei?
Esempio: E Bocc. Decam. 5, 19: Egli riuscì il più leggiadro ed il meglio costumato e con più particolari virtù, che altro giovane alcuno che nell'isola fosse di Cipri.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 159: E pertanto sono meglio contento d'esserci venuto, per la evidente pruova che nel tuo parlare hai dimostrata a tutti costoro.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 28, 3, 164: Ma Filosseno..., come di ciò troppo meglio intendente per pruova che ne faceva, v'aggiunge ec.
Esempio: Giobert. Ges. mod. 1, 52: Ma le asserzioni che vi paiono arbitrarie e gratuite son le meglio provate di tutte...; poichè la verità loro risulta da tutto il discorso.
Definiz: § V. Pure per Più, in costrutto con un verbo. –
Esempio: Nov. ant. B. 57: Il Conte d'Angiò, volendo provare qual meglio valesse d'arme tra lui e 'l conte d'Universa, sì si provide ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 85: I buoi, gli asini, le pecore,... ed i cani medesimi fedelissimi agli uomini, fuori delle proprie case cacciati, per li campi,... come meglio piaceva loro, se n'andavano.
Esempio: Pindem. Poes. 302: Trattare il brando, e nelle dense file Scagliarsi, ove la grandine di piombo Meglio imperversa, e con sicuro volto L'orrida penetrar sulfurea nube.
Definiz: § VI. E altresì per Più, o Piuttosto, a denotare preferenza, maggior convenienza, attitudine, e simili; usato più spesso con un compimento. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 477: E quelle [galline] che il becco nè unghioni non hanno acuti, debbon covare; e l'altre son meglio da fare uova che da porre (il lat. ha: potius quam).
Esempio: Dant. Purg. 16: E Guido da Castel, che me' si noma Francescamente il semplice Lombardo.
Esempio: E Dant. Parad. 11: Poi che la gente poverella crebbe Dietro a costui, la cui mirabil vita Meglio in gloria del ciel si canterebbe, ec.
Esempio: Vill. G. 355: Meglio amavano di morire alla battaglia, che vivere in servaggio.
Esempio: E Vill. G. 810: Piccoletto di persona, e brutto, e barbucino, parea meglio greco che francesco.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 251: Di pari consentimento diliberarono di dargliele per isposa, amando meglio il figliuol vivo con moglie non convenevole a lui, che morto senza alcuna.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 126: E meglio che lasciarlo, satisfanne Potrete, se sarà d'un merlo impeso.
Esempio: Bemb. Pros. 206: È oltre a ciò, che meglio vale quanto val più, o ancora più tosto: il quale uso messer Federigo ci disse che s'era preso da' Provenzali.
Esempio: Deput. Decam. 28: Ancor che, chi volesse sottilizzare, direbbe in questo luogo esser preso meglio alla provenzale, che meglio e peggio disse per più e meno, onde è quello Amo meglio tanto famigliare a' nostri vecchi.
Definiz: § VII. Pure per Più, in locuzioni estimative di quantità, numero, e simili; e costruiscesi con un termine retto da Che o Di. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 304: E donolle che in gioie e che in vasellamenti d'oro e d'ariento e che in denari, quello che valse meglio d'altre diecemilia dobbre.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 296: Dentro alla città di Roma erano tre grandissimi teatri ed amfiteatri infiniti; e quello ancora che era capacissimo di meglio che di dugento mila persone.
Esempio: Condiv. Vit. Buonarr. 33: Perciocchè i cornicioni della torre sporgevano in fuori, venivano i materassi ad esser lontani dal muro principale del campanile meglio di sei palmi.
Esempio: E Condiv. Vit. Buonarr. 40: È questa statua di grandezza meglio di due volte del naturale.
Esempio: Sassett. Lett. 123: Dicono che e' tiene gran corte con molti paggi e cavalli, e spende l'anno in sua casa meglio di scudi cinquemila.
Esempio: Albizz. L. Ragion. 9: L'impresa è da un Granduca di Toscana, e l'acquisto è meglio d'un miglione d'oro.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 471: Gio. Villani: meglio di dieci milia uomini, cioè più.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 149: Perdettero i primi in questo fatto meglio di quattrocento buoni soldati, tra morti, feriti e prigionieri.
Definiz: § VIII. E usato assolutam., vale In maggior quantità, Più abbondantemente. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 36: Quante some di vino ti rende questa vigna l'anno, quand'ella ti rende meglio?
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 471: Il lat. melius è fatto dal greco μᾶλλον, che significa più. Onde i nostri contadini dando da bere, dopo il primo bicchiere, invitano a bere il secondo, dicendo: la bea meglio; cioè ella beva d'avvantaggio.
Definiz: § IX. Costruito con un termine esprimente quantità, valore, misura, e simili, denota Quel tanto più o di vantaggio che il termine stesso rappresenti; e anche assolutam., Più della somma detta. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 313: Io il mostrai (un anello) a cotest'orafo, Che lo stimò ottanta scudi, o meglio.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 261: Ivi.... (in un manoscritto del 1399) leggesi: I fiorini a peso pisano sono meglio, che a peso fiorentino, due e mezzo per cento. E altrove: A Firenze si mettono in sugiello fiorini di Firenze vecchi, non sono me' nulla; e' fiorini nuovi da Firenze, a peso pisano, sono meglio cinque per cento; e fessi, che vi si mettessi, gienovini e ducati a mezzo quarto, anche sono meglio cinque per cento.
Esempio: E Targ. Tratt. Fior. 266: Che dal dì primo novembre in poi i pagamenti e depositi così pattuiti si facessero e restituissero in fiorini d'oro larghi a fiorini venti per cento meglio, cioè per fiorini 120 di sigillo si dovessero pagare solamente fiorini cento larghi.
Definiz: § X. E figuratam. –
Esempio: Dav. Oraz. 478: Ancor più degno era e metà meglio stava, se ricamar faceasi nelle reni l'impresa sua con quelle lettere intorno appariscenti e d'oro.
Definiz: § XI. Meglio, in costrutto coi verbi Potere, Sapere, Venir fatto, Parere, e simili, vale Nel miglior modo possibile, Nel modo più acconcio, più conveniente, e simili, che a uno sia dato di usare. –
Esempio: Barber. Regg. Donn. 283: Tienti pur ben, chè 'l salire è dubioso. Pigliati a me dove tu meglio puoi.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 95: Il valente uomo..., come meglio seppe e potè, con molte ampie promesse racchetò il frate.
Esempio: Ar. Sat. 1, 169: La vita che mi avanza me la salvo Meglio ch'io so.
Definiz: § XII. Quindi la maniera Chi meglio possa, potea, o simile, denotante il miglior modo possibile ad alcuno di fare checchessia; che, con l'ellissi del verbo, si disse Chi meglio meglio. –
Esempio: Vill. G. 189: E chi meglio potea si mettea dentro alla terra.
Esempio: E Vill. G. 471: Chè 'l Comune di Bologna vi mandò dugento cavalieri, e 'l Comune di Siena altri dugento, e oltre a quelli tutti i nobili delle case di Siena, a gara chi meglio meglio, vennero in quantità di dugento e cinquanta cavalieri molto bella gente, e i Conti, e altre terre e amici.
Esempio: Deput. Decam. 28: E nel libro nono, dove ha da dire Tutti i nobili delle case di Siena, a gara, chi meglio meglio, vennero in quantità di CCL cavalieri, lo stampato, al solito suo, ha Chi meglio potè vennero etc.; levato via questo bel modo di dire e nostro famigliare..., ove stanno queste due parole ciascuna da sè; come se, pienamente parlando, si dicesse.... Chi meglio potè mettersi in assetto, meglio messosi, venne. Come nel sesto libro avea detto: E chi meglio potea, si mettea dentro alla terra. Ma non sempre si parla ad un modo.
Definiz: § XIII. Meglio, col verbo Dire meglio, o simile, acquista significato correttivo, esplicativo, determinativo, di cosa detta men bene innanzi. –
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 221: La notte si ritornava dentro nel diserto, quasi come uomo che ritornasse a casa a riposarsi; ovvero, che diremo meglio, egli ritornava la notte a stare in contemplazione.
Esempio: Gell. Circ. 105: Essendo egli (il tempo) o, per meglio dire, quel moto sopra il quale egli è fondato, la cagione d'ogni mutazione ec.
Esempio: Segner. Mann. dic. 16, 3: Se prima ch'egli arrivi a levarteli (i beni temporali), procurerai di staccartene interamente, almen con l'affetto, non farai altro su quell'ora che renderli prontamente a chi te gli diede, o vero, per dir meglio, te gl'imprestò.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 97: E poichè seco lor tra l'equipaggio O, per me' dir, per guida del viaggio Erasi accompagnato l'appetito, ec.
Esempio: E Fiacch. Fav. 2, 9: Frattanto il moccolin ridotto al verde Le facea sul groppone Certo calore, anzi per meglio dire, Certa vampa sentire, Ch'avria ec.
Esempio: Capp. Econ. 402: M'arrischierò.... a ripercorrere la via medesima, o, a meglio dire, partendomi dallo stesso punto, e rasentando le stesse tracce, io mi sforzerò di giungere a un fine poco dissomigliante.
Definiz: § XIV. Bene e meglio. –
V. Bene, avverb., § XII.
Definiz: § XV. Meglio, usato assolutam. e con forza esclamativa, esprime sodisfazione di checchessia, a confronto di cosa men buona o vantaggiosa. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 277: Uno gridò: Viva il pane a buon mercato! A buon mercato? disse Renzo: gratis et amore. Meglio, meglio.
Definiz: § XVI. Meglio! è esclamazione ironica di maraviglia, usata allorchè ci vieti detta, o dimandata, cosa che sia, o ci paia, strana e quasi incredibile. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 317: De' dua rivali il più sollecito.... È ito via sfinito. Z. Oh! sta.... il medico È forse morto per l'affanno? C. Meglio!
Definiz: § XVII. Meglio così, Tanto meglio, Meglio che nulla; maniere esclamative, che esprimono o sodisfazione, o rassegnazione e contentamento, di checchessia nei termini ne' quali è, o ne' quali ci viene esposto, profferto, e simili.
Definiz: § XVIII. Meglio per me, Meglio per te, Meglio per lui, per noi, ec., dicesi pure familiarmente ad esprimere sodisfazione, per sè o per altri, di checchessia. –
Esempio: Manz. Prom. Spos. 299: Io sono un galantuomo: non ho fatto nulla; e mi maraviglio.... Meglio per voi; meglio per voi; così in due parole sarete spicciato.
Definiz: § XIX. Meglio al muro. –
V. Muro.
Definiz: § XX. Andar meglio, dicesi di cosa che proceda più prosperamente o favorevolmente, o meno male, che per lo innanzi. E spesso intendesi della salute di qualche infermo o indisposto. –
Esempio: Cecch. Corr. 3, 7: Orsù, la cosa non potrebb'ir meglio.
Definiz: § XXI. E detto di persona, vale anche Essere, o Trovarsi, in miglior condizione in checchessia, o per effetto di checchessia. –
Esempio: Varch. Sen. Benef. 166: Dunque, a volere che tu possi essere grato, è di bisogno, che gli dii siano adirati? nè conosci, se non da altro, almeno da questo, che colui ne va meglio, al quale tu sei ingrato?
Definiz: § XXII. Essere meglio. – V. i §§ XXVI–XXVIII, Stare meglio.
Definiz: § XXIII. Far meglio, usato così assolutam., come con un compimento, vale Operare in forma migliore, Compiere con maggior pienezza di effetti una data operazione, o quella di cui si parla. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 212: Dimmi in che io ti ho contristato o fatto difetto, e ammenderommi, e farò meglio.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 75: In verità la cosa va benissimo, E non arè possnto questo passo Farlo me' di costui il Sanese stesso.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 61: Volendo non ricever mercede dal ben fatto, ma dar arra di far meglio nell'avvenire, si vergognano ec.
Esempio: Red. Lett. 1, 349: Tutti gli uomini non sono il signor Marcello Malpighi. Io non so far meglio: se meglio sapessi, farei meglio al certo.
Definiz: § XXIV. Fare, di checchessia, meglio, detto di persona, vale Avvantaggiarsi di checchessia, Cavarne miglior partito. –
Esempio: Machiav. Stor. 1, 223: Chi è contento di una mezzana vittoria sempre ne farà, meglio, perchè quelli che vogliono sopravvincere sempre perdono.
Definiz: § XXV. Fare checchessia meglio per alcuno, vale Giovargli, Essergli più utile, checchessia. –
Esempio: Vill. G. 172: E per noi farebbe meglio la morte e d'essere sconfitti, che andare più tapinando per lo mondo.
Definiz: § XXVI. Stare checchessia meglio, od anche Essere meglio, ad alcuno, vale Addirglisi, Convenirglisi, più. –
Esempio: Dant. Inf. 16: E se non fosse il fuoco che saetta La natura del luogo, io dicerei, Che meglio stesse a te, che a lor, la fretta.
Esempio: Leggend. B. Umilt. 33: Gliene porse (d'un pane bianco), e benignamente le disse: Mangia, madonna. La santa donna ringraziò el giovane, e non lo voleva; dissegli: Egli è meglio a te che a me.
Definiz: § XXVII. Stare meglio, Sentirsi meglio, ed anche Essere, meglio, valgono Essere, o Sentir d'essere, in migliore stato o condizione di salute. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 306: Io ho qui il carico D'una ammalata.... Z. Se la fussi in transito? G. L'è poco meglio.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 109: Li dico avere avuto, da poi che li scrissi, a' dì passati, l'ultima mia, un grandissimo male; pure, per grazia di Dio, sono un po' meglio.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 132: Stanotte à pochissimo dormito, ma è stata meglio di queste altre notte.... Ora siamo a ore 18; l'è meglio assai assai: non ve ne date affanno.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 133: Stamani mi sento meglio che iermattina, e stanotte mi sono riposata più che la passata.
Esempio: Tass. Lett. 2, 575: Le trascriverò (molte cose scritte) molto volentieri, e le correggerò e le ridurrò a quella perfezione che per me si potrà maggiore, se mi sentirò meglio.
Definiz: § XXVIII. Usasi anche con compimento retto dalla preposizione Di, e indicante uno speciale incomodo o malattia. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 207: Io mi sto per ancora assai debole; del catarro, ne sono meglio un buon dato.
Definiz: § XXIX. Star meglio, vale anche Trovarsi in grado o condizione migliore, o più vantaggiosa, rispetto ad altri. -
Esempio: Cecch. Comm. ined. 246: E la vecchia ove ha più l'animo? C. A maestro Gherardo. E. Egli sta meglio Di tutti.
Definiz: § XXX. Tornare meglio, ed anche Mettere meglio, Valere, meglio, vale Essere checchessia più conveniente, più utile o vantaggioso, più dicevole, o simili, ad alcuno. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 386: E ne' luoghi delle pareti si piantino arbori fruttiferi.... O vi si piantino, e varrà meglio, salci od olmi.
Esempio: Bibb. N. 2, 563: Quale vi mette meglio, o che signoreggino sopra di voi (e siano vostri signori) LXX uomini della casa di Gedeone, o che vi signoreggi uno uomo?
Esempio: Bemb. Asol. 46: A ciascun di loro sta, qualunque volta esso vuole, il pigliar materia del suo scrivere o lieta, o dolorosa, sì come più gli va per l'animo o meglio li mette, o più agevolmente si fa.
Esempio: Car. Long. 52: Avendo innanzi il partito o di combattere o di pacificarsi, a quel che metteva lor meglio attenendosi, la pace elessero.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. Gh. 121: E questo ve l'ho detto, perchè mona Margherita mi pare che la se ne intenda: fate poi voi quello che vi torna meglio.
Definiz: § XXXI. Non è meglio chi meglio non fa. –
V. Meglio, add., § XXXI.
Definiz: § XXXII. Quanto più tosto meglio, o Quanto più presto, meglio, o simile; è maniera proverbiale, usata parlandosi di cosa nella quale ciò che più preme è la sollecitudine. –
Esempio: Grazz. Comm. 194: Dàgli e' danari, qui non accade, altro. F. Sì, sì; quanto più tosto meglio.
Esempio: E Grazz. Pros. 12: A che fare ti conforto, quanto più tosto, meglio.