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1) Dizion. 5° Ed. .
ESECRAZIONE.
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ESECRAZIONE.
Definiz: Sost. femm. L'atto e anche L'effetto dell'esecrare.
Dal lat. exsecratio. ‒
Esempio: Bocc. Lett. 286: Sue opere (di Dio) furono,... che Cammillo.... in Roma trionfando tornasse; e che Alcibiade, lungo trastullo della fortuna stato, non fosse con tante esecrazioni da Atene cacciato, che egli in quella poi, con troppe più benedizioni, e chiamato e ricevuto non fosse.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 467: Adiunge l'autore una esecrazione a l'avarizia, dicendo: Maladetta sii tu, antica lupa.
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 3, 114: Sarebbe a tutta Francia ed alla posterità venuto in esecrazione.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 1, 210: Le maledizioni, le imprecazioni, le esecrazioni della moltitudine non furon poche.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 433: L'Innominato raccontò brevemente, ma con parole d'esecrazione,... la prepotenza fatta a Lucia.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 441: All'apparir di quell'uomo, oggetto ancor poche ore prima di terrore e d'esecrazione.
Definiz: § E per L'atto di quel giuramento che dicevasi esecratorio. ‒
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 17: Alcuna volta si fa [il giuramento] per esecrazione, quando alcuno si obbliga ad alcuna pena: s'io non farò questo, così m'intervenga; ovvero: il figliuolo mio sia morto.