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FATA.
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FATA.
Definiz: Sost. femm. Genio finto immortale, di potenza soprannaturale e per lo più benefica.
Provenzale fada, spagnuolo fada e portoghese fada; franc. fée. Voci tutte, la cui probabile origine è dal basso lat. fatae (da fata, plur. di fatum), nome dato alle Parche, siccome regolatrici e auspicatrici dei fati. Altri ravvicina le dette voci alle latine fatuae, fantuae, fanae, come si chiamarono le divinatrici, da Fatua figliuola di Pico e moglie di Fauno. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 539: Molti dissero che costei fue Iddea, o figliuola di Dea, ovvero una di quelle, che la gente chiama Fate.
Esempio: Tav. Rit. 1, 295: Io sono veramente la fata Morgana; la quale v'amo assai, e più v'amerei, quando io credesse essere amata da voi.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 297: Ma sappiate che la fata ingannava Tristano, però che quello scudo ello lo avea fatto fare in disinore altrui.
Esempio: Diviz. Calandr. 3, 11: Ella.... è più astuta che la fata Morgana.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 51: Altri [muta] in liquido fonte, alcuni in fera, Come più aggrada a quella Fata altiera.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 10, 56: Morir non puote alcuna Fata mai Fin che 'l sol gira, o il ciel non muta stilo.
Esempio: E Ar. Cinq. Cant. 1, 7: Queste, ch'or Fate, e dagli antichi foro Già dette Ninfe e Dee con più bel nome.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 242: Quando io nacqui, io non ero sì vecchio quanto io sono al presente, e non era si barbuto com'adesso, nè sì brutto com'ora; ma le fate mi guastarono per la via.
Esempio: Buonarr. Cical. III, 1, 8: Essendo noi.... a Fiesole andati,... capitammo colà a quella buca che delle Fate si dice, dove fin oggi tu sai molto bene che elle dimorano.
Esempio: Not. Malm. 1, 373: Fate.... ma dalle nostre balie, nel contare le novelle a' fanciulli, son prese per donne di buon genio, e che fanno servizio al prossimo colle loro azioni, e son contrarie all'Orco, al Bau e alle Befane ec.
Esempio: Parin. Poes. 49: Fama è così, che il dì quinto le fate Loro salma immortal vedean coprirsi Già d'orribili scaglie, e in feda serpe Volta strisciar sul suolo;... Ma il primo Sol le rivedea più belle, ec.
Esempio: Pindem. Poes. 44: Fra queste, che or ti vedi al destro fianco Sorger colline, ha una gran Fata albergo: Morgana è il nome.
Definiz: § I. E con tal nome trovansi designate le Parche. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 213: Quando questa regina Altea moglie di Eneo re di Calidonia partorì Meleagro, le tre fate, cioè Cloto Lachesis ed Atropos, intrarono in camera, e gittarono uno stecco di legno in lo fuoco, e dissono ec.
Esempio: E Fr. Guid. Fior. Ital. 215: E queste tre fate dipingono li antichi; la prima con la rocca piena di lino; la seconda, che filava questo lino; la terza, che rompia lo filo filato.
Esempio: Bocc. Comm. Dant. 2, 179: La interpetrazione di questo nome Cloto, è tanto a dire, quanto evocazione; perciocchè a questa fata s'appartiene dare, ec.
Definiz: § II. E talora anche per Indovina, Profetessa. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 2, 230: Tutta infiammare un dì la fata Ocira Si sente dallo Dio c'ha chiuso in petto.
Esempio: Not. Malm. 1, 373: Fate.... sono Donne indovine, dette, secondo alcuni, dal greco φάτις, che suona donna indovina: e quelle forse che i Latini co' Greci chiamano Sibille.
Definiz: § III. Fata morgana, dicesi Quel fenomeno di refrazione pel quale si vede o nel suolo o nell'atmosfera l'imagine degli oggetti, come arrovesciata. Così detto propriamente dagli abitanti delle due coste dello Stretto di Messina, quasi fosse opera della fata di tal nome, celebre nei romanzi cavallereschi: e poi fattone denominazione generica, e anche in altre lingue, di simili fenomeni. –
Esempio: Pindem. Poes. 40: La Fata Morgana.... Temira, udisti mai la meraviglia, Che nel siculo mare a i giorni estivi Tra il lito di Messina e quel di Reggio Il fortunato passeggier consola?
Definiz: § IV. Lino delle fate, ed anche Stipa, delle fate, è nome volgare d'una specie di Stipa, o Pianta perenne, che nasce sui monti, con steli diritti e sottili, con foglie simili a quelle dei giunchi, e belle reste piumose, lunghissime, color d'argento: ed è la stipa pennata o spartum austriacum dei Botanici. –
Esempio: Targ. Viagg. 4, 329: La terza specie di sparto indigena della Toscana, ma perenne, chiamata da noi lino delle fate, è lo spartum austriacum pennatum, descritto e figurato da Carlo Clusio.
Esempio: E Targ. Viagg. 4, 330: Anche le lunghe reste dello sparto del boccone.... si attortigliano a spira per il seccore, e possono servire d'igrometro, ma non tanto sensibile quanto quelle del lino delle fate.