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Dizion. 5° Ed. .
GUITTO.
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pag.738
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GUITTO. Definiz: | Add. Che è di vil condizione, Abietto e sudicio. |
Probabilmente dallo spagn. guito, che vale Vizioso, Sfrenato, detto di cavallo. – Esempio: | Salv. Granch. 3, 11: O guitto di Tofano, O furfante di Tofano, o ribaldo. | Esempio: | Forteguerr. Ricciard. 6, 74: Ritrova alfine il desiato ostiero,... Ma sporco, guitto, e con un grembiul nero. |
Definiz: | § I. Figuratam., detto del modo di vivere, e simili, vale Misero, Meschino. – | Esempio: | Fag. Rim. 1, 279: Le figlie intanto.... su in soffitta Stanno serrate in compagnia de' polli; E denno occulte far vita sì guitta, Perchè alla fin lor piaccia più un convento, ec. |
Definiz: | § II. Pur figuratam., detto di animo, sentimento, e simili, vale Gretto, Basso. – | Esempio: | Nom. Catorc. Angh. 1, 75: Giudicate voi s'io dico il vero, Ch'avete più cervel d'un elefante, E se può darsi capo sì leggiero, O capriccio sì guitto e stravagante. |
Definiz: | § III. In forza di Sost., vale Uomo di vil condizione, Persona abietta e sudicia. – | Esempio: | Buonarr. Fier. 4, 1, 1: E co' provvisatori Briachi in chiocca, e mandracchiuole e guitti. | Esempio: | Lipp. Malm. 3, 9: Tra questi guitti ancora sono assai, (Oltre a' marchesi, principi e signori), Uomin di conto e grossi bottegai, ec. | Esempio: | E Lipp. Malm. 11, 54: Si rivolta Meino, e dà al colosso Nella gola, che ha piena di pasticche; Talchè morendo dolcemente il guitto: Addio cucina, dice, ch'io ho fritto. | Esempio: | Not. Malm. 2, 827: Guitto. Uomo vile, abbietto, sudicio, sporco e sciatto. È voce napoletana, ma usata oggi anche da noi. | Esempio: | Nom. Catorc. Angh. 6, 91: Vorrei prima gettar dentro ad un pozzo La figlia mia, che così maritarla,... Qualche carbonaio! cencioso e sozzo Caderà giù dall'Alpi a domandarla, Darolla innanzi a lui, darolla a un guitto Che saprà me' di voi tenersi ritto. | Esempio: | Fag. Rim. 3, 212: Quand'ella mangia poi, non come un guitto Trangugia il cibo, no; ma gentilmente Prima stende a pigliarlo il braccio dritto; E quindi ec. |
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