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NOIARE
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NOIARE.
Definiz: Att. Recar fastidio, molestia, od anche affanno, pena, e simili.
Dal sost. noia; prov. enoiar, franc. ant. anuier, ennuier, moderno ennuyer, spagn. enojar. –
Esempio: Petr. Rim. F. 206: Or de' miei gridi a me medesmo incresce, Che vo noiando e prossimi e lontani.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 57: In una stufa lavatosi bene, acciò che non forse l'odore del letame la reina noiasse o la facesse accorger dello inganno, ec.
Esempio: Tor. Miser. 53: E brievemente di tanta tenerezza è questo nostro corpo misero, che a' vermini è riserbato, che ogni piccola cosa dentro a sè il noia, affligge e offende.
Esempio: Mazz. Lett. 2, 213: Pregoti non ti noino le fantasie mie.
Esempio: Ar. Orl. fur. 34, 50: Una dolce aura che ti par che vaghi A un modo sempre, e dal suo stil non falli, Facea sì l'aria tremolar d'intorno, Che non potea noiar calor del giorno.
Esempio: Band. Bagn. Pis. 382: Nessun uomo ardisca entrare nè affacciarsi, noiare, o fare insolenza alcuna alti bagni delle donne; nè le donne similmente possano entrare alli bagni degli uomini e noiarli, sotto le medesime pene.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 48: E non avendo alcuno de' nimici preso ardire di noiarli, ricondusse tutta la pompa sicuramente ad Atene.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 42: V'è chi noiar la gente Pretende impunemente: Ma se dagli altri poi noia riceve, Sopportar non la vuole ancor che lieve.
§ I. Usasi pure per Cagionare stanchezza morale, tedio; più comunemente Annoiare.
Definiz: § II. Vale anche Turbare, Affliggere, e simili. –
Esempio: Tass. Rim. S. 3, 282: Generoso signor, se mai trascorse Mia lingua sì che ti noiasse in parte, Non fu mossa dal cor ec.
Definiz: § III. Pure per Molestare alquanto, Importunare; che comunemente dicesi Dar noia. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 92: Ora, ecco, disse la donna, per questa volta io non vi voglio turbare nè disubidire: ma si adoperate che egli si guardi di più noiarmi.
Definiz: § IV. Si usò per Contrariare, Osteggiare, Vessare, e simili; ed altresì per Danneggiare, Nuocere; riferito più che altro a persone; Dar noia. –
Esempio: Stor. Pistol. 152: Lo Bavaro prese tutte le fortezze di Roma, acciocchè nessuno lo potesse noiare.
Esempio: Pucc. A. Centil. 33, 67: Tenendosi gravato Il Bonifazio da due cardinali, Che nella sua lezion (elezione) l'avean noiato.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 19 t.: Arnolfo.... n'andò a Roma, per difesa di santa Chiesa, ed in favore del predetto papa, contra i Romani, che lo noiavano già fuori di modo, per inimicizia contratta seco sino da 'l principio del suo papato.
Esempio: E Giambull. P. F. Stor. Europ. 38 t.: Or non mi giurasti tu allora spontanamente, nomo instabile e senza fede, di non tornare mai più nella Italia, o notarmi lo stato mio?
Definiz: § V. E figuratam., riferito a piante; che oggi dicesi Dar noia. –
Esempio: Tedald. Agric. 13: Pigliansi le mazze di quel tralcio che vuoi annestare, e vuoi resti per capo, e questo si può fare, chè non noia il capo.
Esempio: Vett. Colt. 62: Pur che e' non fossero (gli ulivi) tanto accosto l'uno all'altro, che e' si noiassero.
Definiz: § VI. Pur riferito a persona, trovasi per Offenderla, Farle torto o ingiuria; anche figuratam. –
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 293: Se l'uomo piglia dopo la prima donna un'altra che non sia di tanto onore quanto la prima, o che non indugi a pigliarla uno pezzo,... dice lo mondo ch'elli fa poco onore a la prima, e così la noia.
Definiz: § VII. E figuratam. trovasi riferito alla vista, per Farvi spiacevole impressione. –
Esempio: Galil. Op. VIII, 493: In un panno rozzo e vile manco noiano la vista molte grandi ed oscure macchie, che in un drappo vago e per la moltitudine de' fiori riguardevole non farebbe una benchè minima.
Definiz: § VIII. Trovasi detto anche di cosa materiale, per Ingombrare, Impacciare, Impedire; nel qual senso dicesi oggi Dar noia. –
Esempio: Mazz. Lett. 1, 20: Credo sia bene levar simili rancori e tagliare i tralci che noiano l'andare (qui in locuz. figur.).
Definiz: § IX. Neutr. pass. noiarsi Sentir noia o tedio, Tediarsi; più comunemente Annoiarsi. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 41: In un de' più cocenti Giorni di colma estate una cicala Cantato avea per venti: Sicchè degli altri insetti il vicinato A una tal cantilena, Che certo non parea d'una sirena, Erasi alfin noiato.
Definiz: § X. Neutr. Si usò per Sentire, Provare, noia, molestia, fastidio, per alcuna offesa o danno. –
Esempio: Stor. Aiolf. 1, 87: Aiolfo gli diè (al drago) della spada nel collo per tagliarlo, e nollo intaccò di niente; e per lo grande colpo noiò pure el drago, e tirossi indietro, ed enfiossi molto grosso.
Definiz: § XI. E conforme a proprietà francese e provenzale, si usò pure, in costrutto con un termine retto dalla particella A, o con pronomi e particelle pronominali nel corrispondente reggimento indiretto, per Rincrescere, Dispiacere, Riuscir molesto, penoso; e con più grave senso, Far danno, Nuocere. –
Esempio: Dant. Inf. 23: Questi per noi Sono scherniti, e con danno e con beffa Si fatta, ch'assai credo che lor nòi. E Purg. 9: Guardate che il venir su non vi nòi.
Esempio: E Dant. Parad. 9: Ma lietamente a me medesma indulgo La cagion di mia sorte, e non mi noia.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 591: Assai credo che lor nòi; cioè a' demonj faccia rincrescimento.
Esempio: E But. Comm. Dant. 2, 208: Guardate che il venir su, cioè senza guida, non vi nòi; cioè non vi faccia nocimento.
Esempio: E But. Comm. Dant. 3, 285: La condizione di mia sorte non mi noia; cioè non mi fa increscimento nè noia la vita mia,... e non mi nuoce la cagione di mia sorte.
Definiz: § XII. Si usò anche per Far torto o ingiuria, Recare offesa, e simili. –
Esempio: Dant. Parad. 9: Chè più non arse la figlia di Belo, Noiando ed a Sicheo ed a Creusa, Di me, infin che si convenne al pelo.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 293: Noiando a Sicheo; cioè rompendo l'amore che avea in verso Sicheo suo primo marito, ed a Creusa; cioè faccendo rompere ad Enea l'amore che avea in verso Creusa sua donna.
Definiz: § XIII. Ed altresì per Fare ostacolo, impedimento, o simile. –
Esempio: Dant. Parad. 14: E, se rimane (la luce), dite come, poi Che sarete visibili rifatti, Esser potrà ch'al veder non vi nòi.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 416: Dite come.... Esser potrà ch'a veder non vi nòi; cioè come potrà essere che voi, essenti in tanto splendore, possiate vedere fuori di voi.