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1) Dizion. 5° Ed. .
FINE.
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FINE.
Definiz: Sost. di gen. com.; che nel parlar familiare è più spesso di gen. femm. Punto che segna il termine, Punto di là dal quale si cessa; e più largamente Parte ultima, estrema. E il suo opposto è Principio.
Dal lat. finis, anch'esso di genere comune. –
Esempio: Dant. Conv. 170: Tra 'l punto e 'l cerchio, siccome tra principio e fine, si muove la Geometria.
Esempio: Senec. Pist. 58: Io mi metto oggimai tra' vecchi che si chiamano decrepiti, e che sono venuti al fine loro.
Esempio: Petr. Rim. 2, 67: Ogni cosa al fin vola.
Esempio: Segn. B. Poet. volg. 296: Il fine.... è quello, che per natura è atto a essere doppo un'altra cosa, o necessariamente, o il più delle volte; ed a cui nessun'altra cosa conseguita doppo.
Esempio: Bus. Lett. 273: Ogni uomo corre, anzi vola, a quel fine! e quando toccherà a noi, aremo pazienzia.
Esempio: Tass. Mond. cr. 99: Dio, ch'è senza principio e senza fine.
Esempio: E Tass. Pros. div. G. 1, 135: Il fine è quello che è dopo l'altre cose, nè altra cosa ha dopo sè.
Esempio: Adr. M. Plut. Opusc. 1, 12: Il principio, il mezzo, e il fine in questa materia (dell'allevare i figliuoli) consiste nella buona educazione e diritta instituzione.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 8, 137: Se lece e s'è permesso alle sacr'Ombre Scioglier la voce, e in questi luoghi, o estremo Ricetto e fine delle cose al vulgo Che poco intende, ma principio e fonte A me ec.
Esempio: Giust. Vers. 75: Principio e fine a noi d'ogni dimora Nell'esser, crede il feretro e la culla.
Definiz: § I. E detto di cosa che si faccia o avvenga, di atto od operazione, di condizione o stato, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 23: Tolto era in su la favola d'Isopo Lo mio pensier per la presente rissa, Dov'ei parlò della rana e del topo: Chè più non si pareggia mo ed issa, Che l'un coll'altro fa, se ben s'accoppia Principio e fine con la mente fissa.
Esempio: Petr. Rim. 1, 305: La mia vita, I miei corti riposi, e i lunghi affanni Son giunti al fine.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 255: Bevete un suco d'erba, Che purghe ogni pensier, che 'l cor afflige; Dolce alla fine, e nel principio acerba.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 170: Veggendo che le sue lusinghe non gli valevano, dispose lo 'ngegno e l'arti, riserbandosi alla fine le forze.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 206: Il convito, che tacito principio avuto avea, ebbe sonoro fine.
Esempio: Lemm. Testam. 114: Infino a tanto e tanto tempo, quanto tempo si lavorerà allo spedale predetto, e esso spedale fosse e sarà compiuto, e a fine della sua perfezione ed edificazione prodotto.
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 246: Non crediate.... che i soldati abbino cominciato a disonestarsi nel fine della guerra.
Esempio: Cellin. Vit. 317: Questi valenti uomini, che hanno quei gran concetti di quest'arte, volentieri danno lor principio, non considerando bene quando ch'hanno aver la fine.
Esempio: Vasar. Ragion. M. 11: In quest'opera (dipingeva una sala).... non è maraviglia se facciamo adagio, perchè siamo presso alla fine, e ci andiamo intrattenendo.
Esempio: Dat. Vegl. 3, 107: E benchè molte sieno le cose da noi cominciate, di niuna ne veggo io il principio e la fine in guisa che si possa dire.
Esempio: Giust. Vers. 31: Se a fin di tavola E a naso rosso Una facezia V'arriva all'osso; Non fate broncio.
Definiz: § II. E in particolare, detto di discorso o scrittura, o di parte di essa. –
Esempio: Dant. Inf. 25: Al fine delle sue parole il ladro Le mani alzò.
Esempio: E Dant. Purg. 29: Continuò col fin di sue parole: Beati, quorum tecta sunt peccata.
Esempio: E Dant. Parad. 25: E prima e presso il fin d'este parole, Sperent in te, di sopra noi s'udì.
Esempio: E Dant. Conv. 396: Due quistioni, alle quali nella fine di questo trattato è bello intendere.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 122: Non dire, se non questo, ch'è cosa molto notabile, e sarà fine di questa nostra opera.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 180: Ma venuta di questa [novella] la fine, ec.
Esempio: E Bocc. Vit. Dant. M. 61: Deliberarono di sentire dove Dante fosse, e quello che trovato avevano (del suo poema) mandargli, acciocchè, se possibile fosse, a tanto principio desse lo immaginato fine.
Esempio: E Bocc. Vit. Dant. M. 69: Ma la mia fatica ancora non è alla sua fine. Una particella, nel processo promessa di questa operetta, mi resta a dichiarare, cioè ec.
Esempio: Varch. Stor. 1, 326: Come testifica Dante nella fine dell'undecimo canto del Purgatorio.
Esempio: Grazz. Pros. 335: E così nella fine della seconda stanza, nel sesto decimo canto del secondo libro.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 18: Non aspettar già l'alme a Dio rubelle Che fosser queste voci al fin condotte.
Definiz: § III. E detto di un determinato tempo, stagione, o simili; ed anche assolutam., per Un dato tempo. –
Esempio: Dant. Parad. 6: Tu sai ch'e' fece in Alba sua dimora Per trecent'anni ed oltre, infino al fine Che i tre a tre pugnar per lui ancora.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 7: I venti occidentali.... i quali, se soffieranno, o vero trarranno in fine della notte, e nel cominciamento del dì, verranno dall'aere;... ma se alla fine del giorno, e al cominciamento della notte trarranno, sarà il contrario.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 170: E fine al fine; cioè ed infino a quello punto fece sua dimora l'aquila in Alba.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 3, 169: Era già la fine dell'autunno, e le piove e il freddo induceva ognuno a andare alle stanze.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 7: E 'l fine omai di quel piovoso verno, Che fea l'arma cessar, lunge non era.
Definiz: § IV. Per lo stesso Terminamento o Cassazione di checchessia; ed anche Il venir meno, Il mancare. –
Esempio: Dant. Conv. 352: Rendasi dunque a Dio la nobile anima in questa età, e attende la fine di questa vita con molto desiderio.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 327: Sì come nasce il vermine nel saldo pome, così tutte le cose che sono create a alcun fine, conviene che cagione sia in esse che al loro fine termini.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 133: Ora, perchè la natura mi fa fine di vita.... ti ammonisco e ti scongiuro che, ec.
Esempio: Petr. Rim. 2, 86: Pregate non mi sia più sorda morte, Porto delle miserie, e fin del pianto.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 193: La morte è fin d'una prigion oscura Agli animi gentili.
Esempio: Bern. Orl. 62, 42: E fu la fin della prigione oscura Di molti cavalier di sommo ardire, Ch'eran là presi, e non potean uscire.
Esempio: Parut. Soliloq. 1, 3: Già cammina a gran passi la mia età al fine della vita.
Esempio: Capor. Rim. 219: Fe' testamento al fin della sua etade.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 23, 81: Il fine della vita, essere il miglior principio che v'abbia per vivere sì, che la morte sia principio d'una vita immortale e beata.
Esempio: Borgh. S. Tertull. 69: La rovina, che all'universo sovrasta, e le orribili acerbità minacciate, che debbano esser la fin del mondo sappiamo, che dalla durazione dell'impero Romano vengono ritardate.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 331: Quando tu vedi ch'io sono appresso al fine della vita, acconciami ec.
Esempio: Leopard. Pros. 2, 64: Il genere umano, esempio mirabile d'infelicità in questa vita, si aspetta, non che la morte sia fine alle sue miserie, ma ec.
Esempio: Capp. Lez. 270: Avrebbe condotto la repubblica ad un fine egualmente misero, ma inglorioso.
Definiz: § V. Detto di cosa materiale, significa Parte che non ne ha nè può averne altra dopo di sè, Parte ultima, Estremità. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Ed accennolle che venisse a proda, Vicino al fin de' passeggiati marmi.
Esempio: Uff. Cast. Fort. Fir. 15: Che la detta torre sia merlata, e abbia uno ballatoio di pietre in beccatelli nella fine della torre.
Esempio: Bern. Orl. 1, 27: Mi fan sperar che non saran perdute Le fatiche di questi peregrini, Che son venuti dalla fin del mondo.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 33: Alla fine di questi o ver sette o pur nove quai si fussero scaglioni, consideratissimamente vi posero un piano, acciò che chi era stracco o debole per la fatica del salire, avesse alquanto di inframmesso da riposare.
Esempio: Cellin. Pros. 238: E di bocca a questo osso, in verso la terra, esce il fine della stiena, che pare, sì come veramente ell'è, una piccola codina, la quale è composta di cinque ossicini.
Esempio: Tass. Dial. 1, 360: Dovete sapere che il cielo è ritondo, ed ha tutte le sue parti sì uniformi, che non si può assegnare in lui nè principio nè fine, nè destro nè sinistro, nè sovra nè sotto, nè innanzi nè indietro, che sono le sei posizioni del luogo.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 28, 101: Una scala trova.... lunga sì che arrivi In fin del fosso.
Esempio: Lambr. Bach. Set. 208: Per buchi fatti nei regoli traversi, passano tanti fili di spago, o meglio sverzino, non troppo grosso nè troppo sottile; che infilzato dall'alto o dal basso del primo filare de' quadratelli, si conduce su e giù fino alla fine.
Definiz: § VI. E detto di parola, per Desinenza: ma non si userebbe che nel singolare. –
Esempio: Bemb. Pros. 105: Ne' maschi il numero del meno più fini suole avere.
Definiz: § VII. E per Punto al quale si perviene nell'adempimento o compimento di checchessia; Termine. –
Esempio: Dant. Purg. 4: Però quand'ella (la montagna) ti parrà soave Tanto, che il su andar ti sia leggiero,... Allor sarai al fin d'esto sentiero.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 165: Per tanto, o voi cedete;... o voi sperate il piano, che ghiace tra il fiume del Tevero e le mura di Roma, aver ad esser il fine del nostro cammino.
Definiz: § VIII. E parlandosi di edifizj, od altra opera d'arte, per Quella parte che ne è conveniente e acconcio termine, che la finisce convenientemente; Finimento. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 117: Fecevi adunque il Cronaca (al palazzo Strozzi).... in cima una cornice corintia molto magnifica, che è per fine del tetto.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 8, 118: Bene è vero ch'ella fu dal Cronaca ringrandita a proporzione del palazzo, acciò facesse proporzionato fine ed anche, col suo aggetto, tetto a quel palazzo.
Definiz: § IX. Pure di opera d'arte, si disse, ma sempre nel gen. femm., per Compimento di ciò che essa deve essere, ed anche Ultimo termine di bellezza a cui può esser condotta; Finimento, Finitezza. –
Esempio: Cellin. Pros. 75: Ed ogni volta che tu hai saldo alcuni pezzi o altre cose, di nuovo si rimette in su il tuo, stucco a ricesellarla, tanto che la venga alla fine che tu gli saprai dare.
Esempio: E Cellin. Pros. 92: Da poi si smaltò la detta opera in molti luoghi, massimamente nel suo fregio all'intorno: e fatto tutte le dette diligenzie, io mi messi a dargli il restante della sua bella fine, la quale si dà in questo modo. Cominciando a dar primamente la sua fine a tutte le parti che sono scoperte, ec.
Esempio: E Cellin. Pros. 145: Così tutta questa statua.... si cavò di fuoco benissimo salda; da poi si bianchì,... ed empiessi di pece ne' sopradetti modi, e con i ceselli sopradetti se gli dette l'ultima sua fine.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. T. 1, 225: Ma chi ardirà di dire, in quel tempo essersi trovato uno in ogni cosa perfetto? E che abbia ridotto le cose al termine di oggi e d'invenzione, e di disegno, e di colorito? E che abbia osservato lo sfuggire dolcemente delle figure, con la scurità del colore, che i lumi siano rimasti solamente in su i rilievi; e similmente abbia osservato gli strafori e certe fini straordinarie nelle statue di marmo come in quelle si vede? (Così anche la Giuntina; male in altre edizioni posteriori, certi fini straordinarj).
Definiz: § X. Fine prendesi anche per Modo come una cosa o fatto termina o si compie; Esito, Evento, Conclusione. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 297: Amor.... Mai non posa d'operare. Vuol con perfezione menare Ogni cosa al suo bel fine.
Esempio: Dant. Parad. 27: O buon principio, A che vil fine convien che tu caschi!
Esempio: E Dant. Conv. 97: Delle nuove cose il fine non è certo, perciocchè l'esperienza non è mai avuta, onde le cose usate e servate sono e nel processo e nel fine commisurate.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 42: Il conte Guido non aspettò il fine, ma sanza dare colpo di spada si partì.
Esempio: Libr. Sent. 45: Colui è bene avventurato che può cognoscere la fine delle cose.
Esempio: Machiav. Princ. 95: Papa Giulio II.... trovò tanto i tempi e le cose conformi a quel suo modo di procedere, che sempre sortì felice fine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 49: Ritorneria subito in Francia,... Nè Bradamante più terrebbe a ciancia, E verria a fine onesto de i suo' amori.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 252: Potersi sperare di guerra tanto pietosa felicissimo fine.
Esempio: Varch. Stor. 1, 315: Volse l'animo ad altre imprese, le quali ebbero, come si vedrà di sotto, quasi tutte infelicissimo fine.
Esempio: Cellin. Vit. 165: Stando a considerare che fine avesse avere quella diavoleria.
Esempio: Giannott. Op. 1, 159: Se venivano tra loro in disputazione d'alcuna cosa, il fine era dirsi villania con parole piene d'oltraggio e vitupero.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 3, 278: Allora non si seguitò più oltre, per stare a vedere che fine dovesse avere una lite che, ec.
Esempio: Grazz. Pros. 251: Il ragazzo e la fanciulla.... si stavano per la loggia e per la corte, aspettando che la cosa avesse il fine che desideravano.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 51: E pur quasi a spettacolo sedesti, Lenta aspettando de' grand'atti il fine.
Esempio: Parut. Perfez. Vit. polit. 1, 35: N'andiamo di continuo per torti sentieri, errando lungo da quel dritto cammino che può scorgere nostra vita a buon fine.
Esempio: Dav. Tac. 1, 89: Si ricordassero delle tante battaglie: i cui fini, con la cacciata finalmente de' Romani, chiarire chi riportasse l'onor della guerra.
Definiz: § XI. E figuratam. riferito a persona o ad istituzione, anche per Destino, Destinazione, Sorte. –
Esempio: Sentenz. Filos. volg. 37: Quella medesima fine de' l'uomo pensare d'imprendere, che di vivere.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 86: Credasi sicuramente che le lor virtù e le lor anime.... diventino d'uomini eroi, e d'eroi demoni, e di demoni.... diventino Dii, ricevendo fine oltre ad ogn'altro glorioso e avventuroso.
Definiz: § XII. E per La cessazione della vita, Morte: per lo più con relazione al modo o alle circostanze di questa. –
Esempio: Dant. Purg. 4: Io indugiai al fin li buon sospiri.
Esempio: E Dant. Rim. 199: A Dio si rimarita [l'anima] Contemplando la fine che l'aspetta.
Esempio: Tav. Rit. 1, 511: Ed egli mi pregò, il dì della sua fine, ch'io, in cambio di suo corpo, v'appresentassi tutte sue armi, acciò che voi ec.
Esempio: Vill. G. 402: Questa fu la fine dello 'mperadore Arrigo.
Esempio: Barber. Docum. Am. 370: Voi vedrete la fine mia sì fatta, Che si movranno i duri quori a pianto.
Esempio: Petr. Rim. 1, 297: O vivo Giove, Manda, prego, il mio in prima che 'l suo fine.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 55: I' chiamo 'l fine per lo gran desire Di riveder, cui non veder fu 'l meglio.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 507: Sicchè pensiàno al fine, che Iddio ce lo dia a far buono.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 481: Conoscendo Nicolao esser venuta la sua fine,.... mandò per frate Ambrogio degli Agnoli con parecchi religiosi della sua religione,... e non volle che partissino mai da lui infino alla sua fine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 15: Far dovea allegrezza Di sì devoto fine, e sapea certo Che Brandimarte alla suprema altezza Salito era.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 389: Il nostro M. Lorenzo Foggino, il quale si è ritrovato alla sua fine, può aver riferite a V. S. cose di infinita consolazione.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 7, 209: Molti 'l disagio al fin ne spinge.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 17: Averei molto caro intendere come sia stato il suo fine, e come s'è accomodato volentieri al morire.
Esempio: Tass. Gerus. 9, 39: E ben d'uom sì feroce è degno fine, Che faccia ancor morendo alte ruine.
Esempio: Dav. Tac. 1, 411: Abbiano nella storia memoria particolare di lor fine.
Esempio: Bald. Vers. 119: Hanno il velen de' serpi, e gl'infelici Guidan cantando a doloroso fine.
Esempio: Martin. T. V. 10, 361: Per sino a tanto ch'io.... entri nel santuario di Dio, e intenda qual sia la fine di coloro (de' peccatori).
Esempio: Pindem. Poes. 18: D'amico o di congiunto Nell'imbianchito crine, Nel viso trasformato Non legge il proprio fato, Non legge il proprio fine.
Definiz: § XIII. E per Quietanza, Ricevuta; per lo più in costrutto coi verbi Fare fine o Avere fine: ma oggi non vive che nella maniera Fine e quietanza, che un tempo si disse anche Fine e quotazione. –
Esempio: Lucan. volg. 9: Cesare l'avea condemnato per uno suo debitore che Piso avea battuto, al quale Cesare fece fare del debito fine, e lui condamnò nel prezzo.
Esempio: Stat. Art. Calim. G. 253: E se di ciò avesse fine da' compagni o maestri, la detta fine non vaglia, e sia di neuno valore.
Esempio: Vill. G. 864: Sanza volere udire o accettare le ragioni del Comune di Firenze, o le fini e quitanze fatte per lo detto Duca al Comune.
Esempio: Lett. fam. 15: Manderatti la carta ch'ebbe da Lotto, e quivi al presente non ti farà altra fine.
Esempio: Lemm. Testam. 40: Curerà che essa Ginevra al tempo, nel quale sarà di legittima età, la detta fine e quietanza farà, come di sopra si contiene.
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 12, 91: Secondo lo stile di notaj di costà la detta fine si faccia.
Esempio: E Rep. Fir. Lett. Istr. 22, 100: Pertanto fa' che tu sia da Filippo Guidotti, il quale è procuratore del detto signore, e che tu facci d'avere le fini delle dette somme in forma valida.
Esempio: Pitt. B. Cron. 33: Liberògli di quello debito, e feciene loro la fine.
Esempio: Albizz. R. Commiss. 1, 122: Ratificorono a' Capitoli per me fatti in Perugia, ed alla fine per me fatta de' detti fiorini tremilia cento.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 388: Fece fine di tutto, per mano di ser Piero ec.
Esempio: Cellin. Vit. 523: Si degni di commetter a un uomo de' suoi, qual sia giusto e ragionevole, acciò santamente si possa saldar tutti i sua conti, ed a quelli si faccia una fine.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 294: Contentarlo con dargli una favola Di dote, e farsi far fine alla giovane.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 189: Ma se questo creditore è persona liberale e magna, vedendo quel poverino stare in timore, li vien compassione, e li fa una fine e quietanza di tutto il debito.
Definiz: § XIV. E si usò pure per L'atto, o Documento, della quietanza. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 129: Sentendo che un giovane il volea far pigliare per una carta antica già pagata al suo padre, e 'l giovane non lo sapea, e 'l detto Sandro avea la fine; onde Sandro ciò sapendo ec.
Esempio: E Sacch. Nov. 1, 130: La carta, perchè mi vuol fare pigliare, è pagata, ed io ho la fine in casa;... preso che tu mi avrai, ed avuto il pagamento, ed io mostrerrò la fine a quell'ora che sia di bisogno.
Definiz: § XV. Ed anche si usò per Vendita, Il disfarsi di checchessia; come Finire si diceva per Vendere. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 241: Io non so che avermivi a ricordare, se none la fine delle masserizie superchie, le terre da Quaracchi.
Definiz: § XVI. Si usò, con proprietà latina, per Confine, Termine di paesi; ed altresì, nel numero plurale, per Il paese stesso, Territorio. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. Suppl. 15: A me piace d'andare di lungi quinci, e di lasciare le fini della patria.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 151: Poi sono li Altari Fileni, il qual luogo fu la fine dello imperio di Cartagine verso Egitto; poi sono l'altre città puniche.
Esempio: Stef. March. Istor. 1, 2: Dicesi che il principio de' suoi confini (dell'Asia) è il Paradiso diliciarum, e dalla parte di tramontana, cioè settentrione, dal fiume Tanai, che il suo fine è il mare maggiore.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 241: Nelle fini di Roma avea uno nobile cavaliere: il suo nome era Ridolfo, e avea una sua donna molto divota a Dio.
Esempio: Bemb. Stor. 1, 116: Facendo impressione ne' fini di Faenza.
Esempio: E Bemb. Stor. 1, 286: A soccorrere i suoi, che la guerra napoletana co' re di Spagna, per controversia de' loro fini, facevano.
Esempio: Car. Eneid. 4, 945: Da fiera gente Sia combattuto, e de' suoi fini in bando, Da suo figlio divelto implori aiuto.
Esempio: Varch. Stor. 1, 330: E trattenendosi nei fini dei Sanesi sotto specie di volere essere da loro condotto, entrò ec.
Esempio: Tass. Gerus. 17, 5: Volgendo gli anni, il regno è stabilito, Ed accresciuto in guisa tal, che viene, Asia e Libia ingombrando, al sirio lito Da' Marmarici fini e da Cirene.
Esempio: Porz. C. Op. 30: I cui fini [del Reame] dal mare di sotto a quel di sopra aggiungono.
Esempio: E Porz. C. Op. 277: Essendosi con armi appressato per sì breve spazio ai lor fini.
Definiz: § XVII. Figuratam. e in locuz. figur. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 164: Oh, come debbono essere a grado alle femmine li termini de le case loro, per conservare li fini e li limiti della loro onestade!
Esempio: Dant. Conv. 201: È posto fine al nostro ingegno, a ciascuna sua operazione, non da noi, ma dalla universale natura, e però è da sapere che più ampj sono li termini dello 'ngegno a pensare, che a parlare, e più ampj a parlare, che ad accennare.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 628: Già i suoi fati chiamano Turno, ed egli è pervenuto a' fini della data etade.
Esempio: Car. Eneid. 1, 448: A Roma non pongo io termine o fine; Chè fia del mondo imperatrice eterna.
Definiz: § XVIII. Onde la locuzione, propriamente biblica, Fini della terra, o del mondo, o Fine, della terra, o del mondo, per denotare Le estreme parti di questo, od anche tutta quanta la sua estensione. –
Esempio: Dant. Inf. 27: Gli accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte, e sì menai lor arte, Ch'al fine della terra il suono uscie.
Esempio: Bibb. N. 5, 189: In ogni terra è uscito loro suono; e nelle fini del mondo, loro parole.
Esempio: E Bibb. N. 5, 274: Secondo il tuo nome, Iddio, così etiam la tua laude è nelle fini della terra.
Esempio: E Bibb. N. 6, 403: E leverà segno in le nazioni, e sibilerà a lui delle fini della terra.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 2: L'assiria, la macedonia, la greca e ultimamente la romana repubblica augumentate, colle opere le fini della terra, e colla fama toccarono le stelle.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 699: Al fine della terra; cioè in fino all'occidente, il suono uscie; cioè la fama del mio malizioso ed astuto sapere.
Esempio: Mazz. Lett. 2, 144: E sapete n'avete lettere centomila maggiori, venute a voi insino dalle fini della terra.
Definiz: § XIX. Fine, o Il fine, apponesi nell'ultima pagina d'un libro, a denotare che l'opera in esso contenuta è terminata.
Definiz: § XX. Dal principio alla fine, od anche al fine, posto avverbialmente, vale Per tutto lo spazio di checchessia, parlandosi di cosa materiale, o Durante tutto il tempo di alcun atto o avvenimento. –
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 116: La copia.... dovrà essere trascritta.... in un libro grande in foglio, con notare nel medesimo da principio al fine, sempre da una sola faccia, tanti beni stabili,... quanto ec.
Definiz: § XXI. Fine della morte, trovasi per Punto di morte, Pericolo di vita. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 141: E Gian Sega, quasi mezzo morto e per lo combattersi, e per lo fine della morte dove elli era, e per la soperchia allegrezza della boce, che disse rimenatelo sano e salvo, ec.
Definiz: § XXII. Buona fine e buon principio; maniera augurativa, con la quale negli ultimi giorni dell'anno si suole augurare felicità.
Definiz: § XXIII. Al fine, che più comunemente scrivesi congiunto Alfine, posto avverbialmente, vale Finalmente, Alla fine, e poeticam. anche All'ultimo, Da ultimo. –
Esempio: Dant. Parad. 13: E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine all'entrar della foce.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 407: Per tutto suo cammino; cioè per tutto lo viaggio che dovea fare, Perir al fin; cioè a l'ultimo; e dichiara quando, cioè, all'intrar de la foce; cioè del fiume nel quale vuole intrare per andare a la città.
Esempio: Ar. Comm. 2, 197: Al fine io diedi per consiglio a Lucramo, Che facesse venir quivi la giovine.
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 581: Ritruova (il dotto cultore) Cose spesso incredibili a chi 'l vede, Non che a chi l'ode dir; e pruova al fine Che l'arte alla natura è mastra e guida.
Esempio: Speron. Op. 1, 31: In maniera, che io tema forte, non disdegnando la sorte mia, egli al fin trovi una donna, ove ec.
Definiz: § XXIV. Alla fine, posto avverbialmente, vale Finalmente. –
Esempio: Liv. Dec. 2, 349: L'altra moltitudine, sì lassa e sì affannata come ella era, ferì appresso, e alla fine passò gli ordini de' nemici.
Esempio: Dant. Conv. 196: Di che accorgendosi Ercole, alla fine prese lui, e stringendo quello, e levatolo dalla terra, tanto lo tenne,... che ec.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 305: Ma pure alla fine Barac e sua gente non poterono durare.
Esempio: Vill. G. 20: Ma, alla fine, li romani rimasero vincitori.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 184: Fu cacciato di signoria, condannato e messo in bando, e alla fine morto di mala morte.
Esempio: Petr. Rim. 1, 14: Prendete or alla fine Breve conforto a sì lungo martiro.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 131: Alla fine, forse dopo tre o quattro anni appresso la partita fatta da messer Guasparino, ec.
Esempio: Bern. Orl. 16, 62: Onde alla fin smontato dell'arcione, Con cortese parlar lo salutava.
Esempio: Guicc. Op. ined. 8, 71: Di che venuti a parole, lui alla fine sforzò la porta e entrò drento.
Esempio: Varch. Stor. 1, 298: Mentrechè Melfi era dal Navarro valorosamente combattuta, e dal Caracciolo valorosamente difesa, ancorachè alla fine fatto prigione il suo principe, fosse presa e crudelissimamente saccheggiata, gl'imperiali ec.
Definiz: § XXV. Pure per Finalmente, nel senso di In somma, In conchiusione, Infine. –
Esempio: Machiav. Comm. 144: Vero è che io non vorrei anche arrecarmi nimico Nicomaco, perchè poi alla fine il padrone è egli.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 55: In tuo paragone hai fatto divenir Filippo clemente.... Alla fine quell'empio carnefice della Grecia non fece altro che venderlo (lo schiavo d'Olinto).
Esempio: Segner. Mann. apr. 19, 6: Ma che possono essi (i sacerdoti) alla fine rispetto a Cristo, mentre ancor essi han bisogno d'intercessore?
Esempio: E Segner. Mann. appr.: Tutti alla fine son pascoli di salute, perchè vengono tutti da un pastor buono.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 327: In questo mondo v'è un certo numero di fatti, i quali vengono e vanno su e giù, ora in questo paese, ora in quell'altro, ma alla fine sono quei medesimi.
Definiz: § XXVI. Al fine, Alla fine, Nella fine, talvolta con qualche possessivo, vale In fine di vita, Quando uno è per morire; oggi, comunemente, In fine. –
Esempio: Dant. Purg. 3: Quale in contumacia muore Di Santa Chiesa, ancor che al fin si penta, Star li convien da questa ripa in fuore ec.
Esempio: Vill. G. 297: Papa Bonifazio.... canonizzò la memoria del buono re Luis di Francia,... trovando per vere testimonianze di lui sante e buone opere a sua vita e alla fine.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 21: Dio sottrae spesse volte la grazia sua nella fine a molti che la rifiutarono quand'erano vivi e sani.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 71: Ancor che al fin si penta; cioè, benchè al fine suo si penta.
Esempio: Lemm. Testam. 111: Ma perchè infino allo estremo ed ultimo punto della presente vita ed al fine, del proprio arbitrio libero è l'arbitrio in ciascuno, ec.
Definiz: § XXVII. Pure con adiettivo possessivo, vale Quando alcuno muoia, o sia morto, Nella morte o Dopo la morte di alcuno. –
Esempio: Leggend. Cint. Prat. 14: E poscia ci dia alla nostra fine vita eterna.
Esempio: Bocc. Laber. 61: Estimano i bestiali,... che.... nella spada e nelli sproni dorati,... e un pezzo di panno, e uno scudicciuolo da fare alla sua fine nella chiesa appiccare, consista la cavalleria.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 264: Che sia un buon figliuolo, e che viva col timor di Dio, ed alla sua fine abbia quella gloria beata.
Definiz: § XXVIII. Alla fin fine, ed anche Alla fin delle fini; maniera avverbiale, usata familiarmente a significare Finalmente, In somma, ma con maggiore efficacia; In ultima conclusione, In somma delle somme. –
Esempio: Firenz. Comm. 1, 438: Che vi date voi ad intendere ch'i' sia, alla fine delle fini, che non mi avete mai più visto?
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 22: Alla fine delle fini, il suo usarlo non val nè punto nè fiore, ed è fastidioso.
Esempio: Not. Malm. 1, 215: Quel ch'ei guadagnò ed acquistò alla fine delle fini, o in ultimo degli ultimi. Tanto servirebbe dire Po' poi; senza aggiungervi, In quel fondo; ma così è il nostro costume in simili casi, per dar maggior enfasi, quasi dica: Una fine più là delle fini.
Esempio: Nell. Iac. Gelos. disinv. 1, 7: Alla fin fine, che danno ce ne può accadere?
Definiz: § XXIX. Alla fin fine, trovasi anche come maniera avverbiale di tempo, per Finalmente. –
Esempio: Bemb. Stor. 2, 122: Assai lungo tempo ignavi e scioperati giaciuti ci siamo. Risvegliamoci oggimai, e questo timore notturno e ombratile da' pori nostri alla fin fine rimoviamo.
Definiz: § XXX. Alla per fine, e Nella per fine; maniere avverbiali di tempo, equivalenti, ma con qualche maggiore efficacia, a Finalmente. E si scrive anche congiuntamente Alla perfine. –
Esempio: Colonn. Guid. 109: Alla per fine essendo [la nave] consumata dagli inghiottimenti del mare, disciolta da' fondi,... ella s'attuffoe.
Esempio: E Colonn. Guid. 183: Non possendo alla per fine resistere contra tanti, rimase a piedi, e fugli morto il cavallo sotto.
Esempio: E Colonn. Guid. 193: Alla per fine fece fare una sepoltura a Patroclo d'intagliate pietre di marmo.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 316: Anzi gli convenne alla per fine lasciare il campo, e missesi a fuggire.
Esempio: Lanc. Comp. Eneid. 185: Così alla per fine, passata la notte, desiderosamente veggio i compagni.
Esempio: Virg. Eneid. 126: Gl'indovini alla per fine mi mandarono all'altare; consentimmo tutti.
Esempio: Vell. Cron. 83: Que' di Valdinievole non si voleano partire, se prima non si disfacea quello era sentenziato: alla per fine ismovemmo que' di Valdinievole ad andare in sul terreno de' Fucecchiesi.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 133: Nella per fine un dì, essendo la detta forese in una vigna, il detto Berto non abbandonando questo suo amore, ne venne alla volta sua.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 141: Contro la famiglia stette per ispazio d'un'ora, anzi che fosse legato; alla per fine, essendo con gran fatica tratto fuori, ec.
Esempio: Bemb. Stor. 41 t.: Il Proveditore, con quelle galee che gli restavano, fatto impeto nella nave francese, alla per fine la prese.
Esempio: Varch. Stor. 1, 297: Ottenne alla per fine di poter passare in Spagna.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 97: Messer lo Priore con gran negghienza sovr'una qualche mula alla per fine s'acconcia, ec.
Definiz: § XXXI. E nello stesso senso trovasi anche Alla per fatta fine. –
Esempio: Fr. Guid. Fior. Ital. 317: Alla per fatta fine, li Rutoli riempierono alquanto delli fossi, ed alquanto dello steccato mandarono per terra.
Definiz: § XXXII. Alla fine del giuoco, del salmo, de' conti; maniere che valgono Da ultimo, Finalmente, In conclusione, In somma. –
Esempio: Cellin. Vit. 53: Di modo che lo scoppietto alla fine del giuoco mi stava più a guadagno che a perdita.
Esempio: Cecch. Mogl. 2, 3: Alle porte mostrate ciò che voi avete, pagate ciò che e' vi chieggiono; chè alla fine del giuoco chi gli vuole giuntare, gli paghi.
Esempio: Salv. Spin. 4, 1: E che diascolo hann'elleno poi queste cittadine più di noi altre, alla fin del giuoco, che ec.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 76: Andò tutto, alla fin dei conti, Nei tribunali e nei procuratori.
Esempio: Giust. Vers. 318: Ogni secolo, ogni gente, Lavorando alla diritta, E pensando arditamente D'arrivare alla soffitta, Si condusse a fin di salmo A procedere d'un palmo.
Definiz: § XXXIII. In fine, posto avverbialmente, vale Finalmente; e più, comunemente scrivesi congiunto Infine. –
Esempio: Vill. G. (1533) 208: In fine, si provide per li uficiali del Comune di non vendere grano in piazza.
Definiz: § XXXIV. Pure per Finalmente, nel senso di In somma, In conclusione. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 72: Ciò che m'ha detto, tocco con mano essere verissimo. D. Che t'ha detto, in fine? E. Che Damone era, ec.
Esempio: Bern. Orl. 37, 62: Era sassoso [il deserto], stretto, pien di spine, Or alto, or basso, un mal viaggio in fine.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 7: Salta in collora, come un li vuol favellare; in fine, e' non se ne può più con lui.
Esempio: Spolv. Colt. Ris. 1, 14: Te.... candido riso.... Cantar intendo.... E in qual terra, e in qual acqua apprestar giovi Albergo al seme tuo, sotto quai segni Fidarlo al campo, e rimondar da l'erbe; Quando coglierlo poscia; in fine, tutto De la cultura tua l'ordine e il modo Spiegherò a parte a parte.
Definiz: § XXXV. In fine dicesi comunemente per In fin di vita, Sul punto di morire; per lo più coi verbi Essere in fine, Stare in fine, e simili. –
Esempio: Cell. G. Lett. 27: Per la qual cosa egli si tornò a casa, e stette in fine più dì.
Esempio: Morell. Cron. 334: Come piacque a Dio, e' vivette infermo sedici dì: ne' quattro primi istette in fine, e dipoi migliorò.
Definiz: § XXXVI. In fin di vita, e familiarmente In fin di morte, vale Agli estremi della vita, In sul morire; per lo più coi verbi Essere in fin di vita o min fin di morte, Stare in fin di vita o in fin di morte, e simili. –
Esempio: Frescobald. Viagg. 17: Passò di questa vita, che prima era stato parecchi dì quasi in fine di morte.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 310: Sai che per quello io ne venni in fine di morte: io non ci sarei più buono a questo.
Esempio: Bocchin. Ricord. 9: E' quali Spagnuoli, vedendo Piero mio cognato stare in fine di morte, lo liberorno per fiorini 39.
Esempio: Varch. Stor. 1, 335: Monsignore di Valdimonte.... stava in fine di morte.
Esempio: Cecch. Dissim. 3, 5: Gli è dato avviso, come e' si truova malato in fine di morte.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 29: Ferito in mezzo al petto da una palla d'archibuso, si trovò in fin di morte.
Esempio: Stor. Amer. 4, 398: Dopo d'essere stato alcun tempo in fine di morte, anch'egli trapassò.
Definiz: § XXXVII. In buona fine, trovasi in costrutto con la partic. Che, come maniera esclamativa equivalente ad Affè, In fede mia, e simili. –
Esempio: Grazz. Comm. 124: In buona fine, che io son carica da maladetto senno.
Definiz: § XXXVIII. In fine de' conti. –
V. Conto, § XXXVII.
Definiz: § XXXIX. Nella fine, ed anche Nel fine, posti avverbialmente, valgono lo stesso che Alla fine o Al fine; Finalmente. –
Esempio: Bocc. Decam. 4, 207: E più e più giovani riguardati, nella fine uno ne le fu all'animo, nel quale ella pose tutta la sua speranza.
Esempio: Car. Eneid. 1, 563: Ma nel fin, di Sicheo la stessa imago, Fuor d'un sepolcro uscendo,... Le apparve in sogno.
Esempio: Grazz. Pros. 99: Falananna, avendo avuto grandissima voglia di far le sue cose,... e gran pezzo avendola ritenuta, nella fine, non potendo altro fare, l'aveva lasciata andare.
Esempio: E Grazz. Pros. 113: Tanto che nella fine fece capace alla vecchia, essere cosa, non pure onesta, ma giustissima, dargli la Lisabetta.
Esempio: E Grazz. Rim. V. 57: Oggi verrà, domani; aspetta, aspetta: Ma nella fine io ho aspettato il corbo.
Definiz: § XL. Nel fine, trovasi anche per In somma, In conchiusione, Infine. –
Esempio: Alam. L. Avarch. 2, 31: Ch'ancor ch'ei mostre fuore alta eccellenza, Non è però nel fine Ercole o Marte.
Definiz: § XLI. Per fine, posto avverbialmente, trovasi per Infine, Finalmente. –
Esempio: Galil. Comm. ep. 1, 155: Degnisi per fine di offerirmi e dedicarmi divotissimo servidore.
Definiz: § XLII. Senza fine, posto avverbialmente, vale Infinitamente. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 100: Molto dunque sanza fine è più nobile e maggior cosa lo spirito che 'l corpo.
Esempio: Dant. Purg. 20: Per la tua fame senza fine cupa.
Esempio: E Dant. Parad. 17: Giù per lo mondo senza fine amaro.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg. 2, 226: Quanto alla loro essenza, essi (il cielo e la terra) bastano senza fine.
Esempio: Petr. Rim. 2, 131: Fammi, che puoi, della sua grazia degno, Senza fine o beata, Già coronata nel superno regno.
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 285: Tu mi fai senza fine maravigliare di ciò che tu mi racconti.
Esempio: E Bocc. Teseid. 11, 30: E Palemone di lugubre manto Coperto nella corte si mostrava Con rabbuffata barba, e tristo crine, E polveroso ed aspro senza fine.
Esempio: Stor. Maom. 12: Chi non crede, dice Magumetto, sarà in pena eternale sanza fine.
Definiz: § XLIII. E usato a modo di aggiunto, vale Infinito. –
Esempio: Dant. Conv. 276: A costoro... (cioè alli Romani) nè termine di cose, nè di tempo pongo: a loro ho dato imperio sanza fine.
Esempio: Ugurg. Eneid. 13: A costoro fine nè tempi non pongo no; io li diedi imperio senza fine.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 86: Il condusse in su la piazza dove tra quegli che venuti gli eran dietro, e quegli ancora che, udito il bando, da Rialto, venuti v'erano, erano gente senza fine.
Esempio: Sentenz. Filos. volg. 69: Lo servigio del benivolente è senza fine.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 742: Lo quale tempio.... è terminato da ogni parte da luce e da amore; e perchè quine la luce e l'amore è senza fine, quello tempio è senza termine.
Esempio: Ar. Rim. 1, 306: Se senza fin son le cagion ch'io v'ami.
Esempio: Bern. Orl. 48, 40: Già colpi senza fin dati si sono.
Definiz: § XLIV. Aver fine, vale Finire, Terminare, Cessare di essere, di avvenire, di farsi. –
Esempio: Dant. Parad. 7: La divina bontà.... ardendo in sè sfavilla, Sì, che dispiega le bellezze eterne. Ciò che da lei senza mezzo distilla Non ha poi fine, perchè non si muove La sua imprenta, quand'ella sigilla.
Esempio: E Dant. Conv. 174: Le cose incorruttibili, le quali ebbero da Dio cominciamento di creazione, e non aranno fine.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 55: Sì come a colui piacque, il quale, essendo egli infinito, diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 235: Ciò che da lei; cioè ogni cosa, che dalla Bontà Divina, senza mezzo.... deriva ed è produtto in essere, Non à poi fine; cioè è perpetuo, siccome gli angeli, li cieli, e l'anime umane; le quali cose sono perpetue.
Esempio: Diviz. Calandr. 5, 17: Ora avranno fine i sospiri e' pianti miei.
Esempio: Ar. Orl. fur. 36, 84: Ma voglio questo canto abbia qui fine.
Esempio: Martin. T. V. 10, 27: La malvagità de' peccatori avrà fine.
Definiz: § XLV. Per Aver confine, Aver termine, Essere finito. –
Esempio: Dant. Parad. 19: E quinci appar ch'ogni minor natura È corto recettacolo a quel bene Che non ha fine, e sè in sè misura.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 544: Ogni minor natura; come è la creata, È corto ricettaculo a quel bene, Che non à fine; lo quale è Iddio: imperò la creatura finita non può contenere in sè, e ricevere quello che è infinito.
Definiz: § XLVI. Figuratam. e poeticam., detto di cosa astratta. –
Esempio: Tass. Rim. 2, 225: Lontano dal mio core Infinito è 'l dolore, Infinite le pene e i miei tormenti,... Infinite le lagrime e i lamenti; Sol la speranza ha fine Di rivedervi mai, luci divine: Sol fine ha la speranza, E nel fondo de' mali ognor avanza.
Definiz: § XLVII. Avere alcuno fine a checchessia, vale poeticam. Cessare egli di far quella data cosa, o di essere in una data condizione. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 32, 21: Alto mi leva [il desiderio].... Poi non potendo sostener, mi lassa Dal ciel cader: nè qui finisce il male; Che le rimette (l'ale) e di nuovo arde; ond'io Non ho mai fine al precipizio mio.
Definiz: § XLVIII. E Aver fine in checchessia, pure poeticam., vale Aver suo termine in quello, Avervi il proprio adempimento o compimento. –
Esempio: Dant. Parad. 28: Se il mio disio dee aver fine In questo miro ed angelico tempio, Che solo amore e luce ha per confine, Udir conviemmi ancor ec.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 742: Se 'l mio desiderio, de' aver fine; cioè debbe essere quietato.... in questo meraviglioso, ed angelico tempio; cioè casa ampia delli Angeli ec.
Definiz: § XLIX. Andare a fine buono, lieto, ovvero cattivo, triste, Venire a fine buono, lieto, ovvero cattivo, triste, Riuscire, e simili, a fine buono, lieto, ovvero cattivo, triste, e simili, vale Finire bene o male: detto così di cosa o fatto, come anche di persona. –
Esempio: Dant. Conv. 240: Tanta fu l'affezione a producere la creatura spirituale, che la presenzia d'alquanti che a mal fine doveano venire, non dovea nè potea Dio da quella produzione rimuovere.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 126: E poi maravigliandosi l'abate come queste cose erano andate a sì buon fine, conciossiacosachè egli avesse così reo intendimento, chiamò il suo discepolo, e dissegli ec.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 91: Uno amore, non da altra noia che di sospiri e d'una brieve paura con vergogna mescolata, a lieto fin pervenuto,... intendo di raccontarvi.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 2, 9: E che avesse a riuscir [l'assalto] a buon fine, si aveva poca speranza, stantechè le fortificazioni sull'istmo erano molto formidabili, e dall'altre parti si poteva poco frutto aspettare.
Definiz: § L. Condurre a fine checchessia, Menare a fine checchessia, Recare a fine checchessia, Trarre, e simili, a fine checchessia, vale Finirlo, Terminarlo, Compierlo; Eseguirlo interamente, compiutamente. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 78: Priegano, che dieno tutto l'aiuto, e il consiglio che possano, per recare a fine sì grande fatto.
Esempio: Liv. Dec. 1, 332: La guerra si può dilungare, e la battaglia indugiare a nostro salvamento, e tosto si può a fine conducere.
Esempio: Vill. G. 449: Molte gran cose trasse a fine per suo senno e industria.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 59: Conoscere dobbiamo, così alta, così grande, così escogitata impresa.... non essere stato possibile in picciolo spazio avere a suo fine recata.
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 4: Lavorare in muro, bisogna bagnare, smaltare, fregiare, pulire, disegnare, colorire in fresco, trarre a fine in secco, temperare, adornare, finire in muro.
Esempio: Rucell. G. Orest. 104: Obbediam pure al gran voler di Dio; Chè chi lui segue, al fin conduce ogni opra.
Esempio: Ar. Orl. fur. 22, 18: Desideroso di condurre a fine Il paladin sì gloriosa impresa, Non tarda più.
Esempio: Alam. L. Gir. 4, 19: Così prometto io.... al terzo giorno Di ritornar, se menar posso a fine Quel ch'io disegnio.
Esempio: Cas. Pros. 2, 16: S. M. Cristianiss. perseveri nella sua gloriosa impresa, e tirarla a fine, ad esaltazione di S. Chiesa.
Esempio: Stat. Art. Por S. Mar. 2, 23: Possa.... lavorarli (i filaticci ec.) per condurr'a fine la tela predetta.
Esempio: Tass. Gerus. 4, 86: Quinci vedendo che fortuna arriso, Al gran principio di sue frodi avea, Prima che 'l suo pensier le sia preciso, Dispon di trarre al fin opra sì rea.
Esempio: E Tass. Gerus. 11, 13: Onde a suo fin ben puote Condur le sacre incominciate note.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 34: E che egli, senza mestieri di compagno, menava a fine molti e belli fatti.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 2, 177: Pensando egli dunque a condurre la trama al suo fine, si resse a questo modo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 130: D'accordo ebbero concertata la maniera di condurre a fine l'impresa.
Definiz: § LI. Condurre a fine, o Trarre, a fine, riferito a desiderio proprio, vale Conseguirne l'adempimento, Venirne a capo; e riferito a desiderio altrui, voto, e simili, Far che abbia suo compimento, Esaudirlo. –
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 170: Molti innamorati trarrebbono a fine il loro desiderio, se conoscessono piacere alla femmina quello che piace all'uomo, ed e converso; ma la dubitanza fa molti non avere ardimento.
Esempio: Salvin. Iliad. 24: Padre Giove, se mai tra gl'immortali O con detti o con fatti io ti giovai, Tu questo voto mio conduci a fine.
Definiz: § LII. Condurre, o Trarre, a fine, detto figuratam. e poeticam. di cosa, vale Far cessare, Finire. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 90: Ma, se maggior paura Non m'affrenasse, via corta e spedita Trarrebbe a fin quest'aspra pena e dura.
Definiz: § LIII. Considerare il fine, o la fine, Discorrere il fine, o la fine, Guardare, il fine, o la fine, Pensare al fine; e simili: maniere che valgono Usare in checchessia la debita considerazione e cautela, avendo ben presente come la cosa sia per andare, o possa andare, a finire. –
Esempio: Albertan. Tratt. volg. 197: Di ciascuna cosa, che tu vogli dire, o fare, addomanda la cagione: e quando tu hai trovato lo cominciamento, sì guarda alla fine: e se tu vedi la fine buona, sì comincia sicuramente; e, se tu vi vedessi alcun dubbio no le cominciare, chè meglio è a non farla cosa, che cominciarla, se ne potesse uscir mala fine.
Esempio: Libr. Sent. 6: Lo savio considera lo fine, e lo stolto lo cominciamento.
Esempio: Fav. Esop. S. 50: Non guardando [le colombe] il pericoloso fine, elessono e feciono lo sparviere loro re.
Esempio: E Fav. Esop. S. 51: Quando fai alcuna cosa, falla saviamente, e con grande provvedenza, e sempre guarda la fine.
Esempio: E Fav. Esop. S. 90: Per lo rigido villano s'intende le provvedute e savie persone che considerano il fine delle ricevute opere, e non solamente rispondono co' meriti all'opere, ma all'intenzione della mente.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 228: Il Gonnella che pensava, come malizioso, al fine, dice a costoro ec.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 8: La scimia, senza discorrere il fine, si lanciò subito alla scure, e misesi a fendere uno di quei querciuoli.
Definiz: § LIV. Dar fine a checchessia, vale Finire, Terminare. –
Esempio: Bocc. Decam. 1, 239: Piacque alla reina di dar fine alla prima giornata.
Esempio: Ar. Orl. fur. 6, 31: Come Ruggiero al suo parlar fin diede, Tremò quel mirto da la cima al piede.
Esempio: E Ar. Comm. 2, 72: E queste sono le buone, anzi le ottime novelle, ed il partito vinto che apportar mi dicevi? E. Non volere intendere tu, prima ch'io abbia dato al mio ragionamento fine. D. Or séguita.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 117: Non già per adempire il rigido comandamento, ma per dar fine, col gittarsi giù per un di que' balzi di quel fiume, alle sue fatiche.
Esempio: Bentiv. C. Teb. 7, 141: Dato avean fine alle battaglie inermi, E a' funerali, e al busto spento intorno Stavano i Greci.
Definiz: § LV. E riferito a impresa, o simili, per Condurre a fine, Compiere. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 70: Il mio cor mai non temo Di non dar fine a cosa che cominci.
Esempio: Bald. Vit. Feder. 3, 74: Dato fine con tanta felicità e prestezza a queste cose, Federigo.... se n'andò a Roma.
Definiz: § LVI. Si usò per Alienare, Vendere, Spacciare; che anche dicevano Finire. –
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 316: Dice Giovanni tu t'ingegni di dar fine a que' drappi.
Esempio: Empol. Gir. Vit. 24: E trovandosi Martino certe belle perle di conto, e certe anella e gioie di valuta, e volendo dare loro fine, le mandò per detto Giovanni a Ferrara.
Definiz: § LVII. Far fine a far checchessia, o a checchessia; ed anche si disse Far fine di far checchessia, o di checchessia; vale Finire, Terminare, quella azione od operazione, o quella cosa, Cessare dal farla. –
Esempio: Colonn. Guid. 100: Allora si fece fine alla battaglia.
Esempio: Barber. Docum. Am. 71: E qui ti faccio fine al documento.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 98: Poichè Cesare ebbe fatto fine di suo dire, molti s'accordavano a suo detto, altri ec.
Esempio: Leggend. SS. M. 3, 84: E qui fo fine di più dire delle sue cose.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 292: Qui fece fine Lauretta alla sua canzone.
Esempio: Mazz. Lett. 1, 13: E ancora, più presto poteste, far fine a più murare.
Esempio: Nard. Liv. Dec. 74: Se mai si dubitò,... se i tribuni della plebe siano stati sempre auttori delle sedizioni,... quest'anno s'è fatto fine al dubitarne.
Esempio: E Nard. Liv. Dec. 114: Tito Quinzio,... per esser rimaso zoppo.... per una ferita aveva fatto fine alla milizia, già da lui essercitata con somma gloria.
Esempio: Giannott. Op. 1, 159: Io voglio far fine di raccontare le loro malvagità, perchè mi viene grandissimo stomaco qualunque volta io mi rivolgo per la mente i sinistri modi loro.
Esempio: Gozz. Op. scelt. 3, 466: Alla buona grazia di V. E. raccomandandomi, fo fine alla lettera.
Definiz: § LVIII. Far fine, usato assolutam., vale Finire, Terminare, di parlare, di discorrere, di scrivere, e simili. –
Esempio: Mazz. Lett. 2, 148: So che mi pregate ch'io faccia fine. Eccola.
Esempio: S. Antonin. Lett. 160: Son testè chiamato ad altre faccende, e però fo fine.
Esempio: Cellin. Pros. 275: Corsi a scrivere questi parecchi scorretti versi, e così in furia fo fine, e mi vi raccomando.
Esempio: Sassett. Lett. 3: Pregovi salutare Tommaso, vostra madre e i vostri fratelli:... e raccomandandomi molto a voi, fo fine.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 265: Ma perchè l'ora è tarda, io sonnacchioso, Facendo fine, è ben ch'io m'addormenti.
Esempio: Menz. Lett. 84: E però se le invia questo saggio. E qui faccio fine.
Esempio: Forteguerr. Cap. 248: Ma mi cadon le ciglia sonnacchiose; Però fo fine, e mi caccio a dormire.
Definiz: § LIX. Far fine, detto di cosa materiale, trovasi per Finire, Cessare, Non estendersi oltre un dato punto. –
Esempio: Vill. G. 76: Conseguendo poi [con la costruzione delle mura della città] infino alla porta di S. Pagolo,... ed appresso seguendo infino alla porta alla Carraia, ove fece fine il muro in su l'Arno, ove poi si cominciò e fece il ponte chiamato alla Carraia.
Definiz: § LX. Far buona fine, vale Finir bene i proprj giorni, la vita; Morire con sentimenti di pietà, in grazia di Dio, e simili. E il contrario vale Far cattiva, o mala, fine. –
Esempio: Cap. Comp. Orsam. 2, 15: Conceda [Gesù Cristo] a loro fare buona fine.
Esempio: Vill. G. 910: Chi muore in contumacia di santa Chiesa e scomunicato, sempre pare che faccia mala fine.
Definiz: § LXI. Fare bel fine, vale Finir la vita con onore, in maniera degna di lode, Morire onoratamente. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 179: Che poss'io far, temendo il mio Signore, Se non star seco in fin all'ora estrema? Chè bel fin fa chi ben amando more.
Esempio: Dav. Tac. 1, 415: Seguendo que' saggi che gli ornaron la vita, facesse un bel fine.
Definiz: § LXII. Fare una data fine, o Far la fine che è indicata dal compimento mediante la prep. Di, vale Finire la vita in quel dato modo, o nel modo proprio o solito di ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 172: O quanti ho visti.... Fare una fine dolorosa e ria, E divenir la favola e il dettato D'ogni persona.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 47: Che tu faccia la fine del capretto, Il qual vive cornuto, e muor scannato!
Definiz: § LXIII. Imporre fine ad una impresa, vale poeticam. Condurla a fine, Compierla. –
Esempio: Tass. Gerus. 1, 18: Se già bramava, or tutto arde d'imporre Fine alla guerra, ond'egli è duce eletto.
Definiz: § LXIV. Mettere a fine checchessia, si usò per Finirlo, Terminarlo. –
Esempio: Liv. Dec. M.: Mise a fine la guerra, la quale facea tutto il popolo folleggiare.
Definiz: § LXV. Mettere a fine, si usò per Porre in atto, Recare ad effetto. –
Esempio: Senec. Pist. 32: O Iddio sturberà il mio provvedere,... o fortuna non mi lascierà mettere a fine la mia provvedenza.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 6: Questa presa di Roma.... fè che quei cittadini, che un mese innanzi avevano romoreggiato in Firenze per mutar quello stato, ripresono animo, e tentarono di mettere a fine i disegni loro.
Definiz: § LXVI. Non avere nè fine nè fondo, detto di cosa materiale, è maniera iperbolica, che vale Essere quella profondissima; e figuratam. riferiscesi a cose intellettuali o morali. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 217: Questo cercano i divini (i teologi), e non se ne viene mai a fine in tutta la vita dell'omo; che ciascun di questi (de' nomi di Dio) non hae nè fine nè fondo: che ciascuno è un mare: e se l'omo vivesse mille anni, non basterebbe a cercarne pur uno.
Definiz: § LXVII. Non venire mai a fine, dicesi familiarmente o di cosa materiale che duri lungamente, non si consumi; o di lavoro per sua natura molto lungo; o di strada che sia parimente lunga e tediosa.
Definiz: § LXVIII. Porre fine a checchessia, o Mettere, fine a checchessia, vale Finire, Cessare, di fare quella data cosa, o di essere in una data condizione. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Qui pose fine al lacrimabil suono. Ed io a lui: Ancor vo' che m'insegni, E che di più parlar mi facci dono. E Purg. 18: Posto avea fine al suo ragionamento L'alto dottore.
Esempio: E Dant. Conv. 256: Tempo è, per più oltre procedere, di porre fine a questo trattato.
Esempio: Liv. Dec. 2, 111: Ma per la perdita d'un solo cittadino ponesse fine alla guerra, la quale facea tutto il popolo folleggiare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 20, 49: Fine al suo parlar qui pose.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 5, 51: Appena Ella pon fine al suo ragionamento; Che, ec.
Definiz: § LXIX. E per Dismettere checchessia, Non farlo più. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 177: Voi m'avete lungo tempo stimolato, che io d'amare questa mia nemica mi rimanga e ponga fine al mio spendere; ed io son presto di farlo.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 82: Così adunque Calandrino tristo e cattivo, tutto pelato e tutto graffiato a Firenze tornatosene,... al suo fervente amor pose fine.
Definiz: § LXX. E per Far cessare, Rimuovere. –
Esempio: Dant. Parad. 16: La casa di che nacque il vostro fleto, Per lo giusto disdegno che v'ha morti, E posto fine al vostro viver lieto, Era onorata essa e suoi consorti.
Esempio: Petr. Rim. 2, 92: E sarebbe ora, ed è passata omai, Da rivoltarli in più secura parte, E poner fine agl'infiniti guai.
Definiz: § LXXI. Porre fine di non fare se non alcuna cosa, trovasi per Ristringersi a fare quella tal cosa. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 122: Acciocchè non sie tedio a' lettori la lunghezza del troppo dire, voglio porre fine di non dire se non questo, che è cosa molto notabile.
Definiz: § LXXII. Prender fine, si usò per Aver fine, Terminare, Finire. –
Esempio: Vill. M. 291: Per divino giudicio spesso avviene che le tirannie prendono termine e fine per simiglianti modi.
Esempio: E Vill. M. 429: E così prese fine ne' successori il dominio di messer Gianni Pipino.
Esempio: E Vill. M. 433: La Signoria da Beccheria non potuta sottomettere dalla gran potenza de' Signori di Milano, nè da molte guerre sostenute, prese fine per le parole d'un piccolo fraticello.
Definiz: § LXXIII. Rapportarsi, di checchessia, al fine, vale Riferirsi, Rimettersi, al modo come la cosa finirà, senza pretendere di prevedere o provvedere comecchessia; Stare a vedere come anderà. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 322: Perchè le cose de' Svizeri importano molto in questa impresa, molto meglio ne potete intendere se si mantengono in Lombardia,... o se si partono.... Bisogna rapportarsene al fine, perchè costoro ancora dicono,... che tre Cantoni ne danno loro ottomila: sicchè facilmente potrebbe essere Svizeri e di qua e di là, e l'uno e l'altro ne facesse male.
Definiz: § LXXIV. Toccare una parola, o due parole, della fine; e Non gli fu insegnata la fine; si disse, per motteggio, di persona che vada in lungo coi discorsi. –
Esempio: Varch. Ercol. 124: D'uno che favella, favella, e favellando, favellando con lunghi circuiti di parole aggira sè e altrui senza venire a capo di conclusione nessuna, si dice: e' mena 'l can per l'aia, e talvolta; e' dondola la mattea; e' non sa tutta la storia intera, perchè non gli fu insegnato la fine; e a questi cotali si suol dire: egli è bene spedirla, finirla, liverarla, venire a capo, toccare una parola della fine.
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Tu mi riesci carne grassa. Io Vorrei, che tu toccassi due parole Della fine. B. La fine si è questa, Che la cosa ec.
Definiz: § LXXV. Trarre, o Menare, a fine, riferito a persona, vale Uccidere, ovvero Danneggiare gravemente, Disertare, Rovinare. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 25: E 'l castellano sentendosi così innaverato, e sentendosi perduta la mano ritta, allora dismonta a piè, e sì addimanda merzè a Lancilotto, che non lo traghi a fine.
Esempio: Buson. Gubb. Avvent. Cicil. 284: Con saramento promette a Dio mai non partirsi da quella terra, se non ha menato a fine i traditori.
Esempio: Vill. G. 120: Il detto messer Buondelmonte quivi fu atterrato del cavallo per Io Schiatta de gli Uberti, e per lo Mosca Lamberti e per Lambertuccio Amidei assalito e fedito, e per Oderico Fifanti segate le veni e tratto a fine.
Esempio: Bibb. N. 8, 513: Combattiamo contro a loro, e meniamgli a fine, e togliamo a questi uomini la loro memoria.
Esempio: Vill. M. 515: Nè a ciò contento (un barone nemico d'un altro), cercava sollicitamente di distruggerlo e trarlo a fine; e per ciò fare, lo cavalcava spesso, faccendo ogni male.
Definiz: § LXXVI. Venire a fine, o alla fine, detto di persona, vale Esser per morire, Venire a morte, od anche Morire; e detto del corpo, Consumarsi, Logorarsi. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 64: Dopo alquanto di spazio venendo a fine quello solitario, vide lo predetto frate, moltitudine di demonia venire per lo predetto solitario.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 228: Ma era il corpo suo sì macero e sì venuto a fine per la lunga e aspra penitenza, che poco potea operare se non collo spirito.
Esempio: Bibb. N. 5, 704: Colui che non ha pietade nel suo cuore d'altrui disavventura e d'altrui peccato, che giudica e a lui non tiene, e' non si guarda già pure che gli possa bene avvenire a tale cosa, o a peggiore, innanzi che vegna alla fine.
Definiz: § LXXVII. Detto di stirpe o lignaggio, per Mancare, Venir meno, Spengersi. –
Esempio: Vill. G. 1, 169: Onde poi sono discesi molti lignaggi di nobili in Mugello e in Valdarno, e in città assai, che oggi sono popolari e quasi venuti a fine.
Definiz: § LXXVIII. E detto di disegno, o simili, per Avere suo effetto, Venire ad atto. –
Esempio: Salvin. Podagr. Luc. 27: Se le cose pensate a fin non vennero, Alle impensate trovò modo Iddio.
Definiz: § LXXIX. Venire a fine di checchessia, vale Riuscire alla conchiusione di essa, al suo ultimo effetto; od anche semplicemente, Vederne il termine, la conclusione. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 217: Questo cercano i divini, e non se ne viene mai a fine in tutta la vita dell'omo.
Esempio: Vill. G. 203: In sei mesi non sene sarebbe venuto a fine.
Esempio: Ar. Orl. fur. 4, 21: Per poter meglio al fin venir di quanto La cauta maga instruzïon le diede.
Esempio: Cellin. Vit. 182: Era la infirmità stata tanta inistimabile, che non pareva possibile di venirne a fine.
Esempio: E Cellin. Vit. 598: Ancora mi avete dimandato tutti li conti di quanto io ho mai auto a fare con sua Eccellenza illustrissima, onde io con molto mio disagio e spesa alfine gli ho dati a Vostra Signoria, pensando pure di venirne a qualche fine.
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 303: Vi raccomando la cosa del Pollino e G. Bernardone orafo, come vi disse Antonio; che troviate detto Bernardone, e si vegga venirne a fine.
Definiz: § LXXX. Venire a fine, tale quale è designato dal compimento, e detto di persona, vale Finir bene o male, Riuscire a bene o a male. –
Esempio: Dant. Conv. 240: Tanta fu l'affezione a producere la creatura spirituale, che la presenzia d'alquanti che a mal fine doveano venire, non dovea nè potea Dio da quella produzione rimuovere.
Esempio: Libr. Sent. 37: Niuna cosa è così poco avvenente a coloro che sono già sì avanzati, come disperarsi di venire a buon fine.
Esempio: Sacch. Nov. 1, 359: E però non si puote errare a lasciare stare le cose altrui; chè, se non che costui morì da ivi a poco tempo, e' venia a fine che avrebbe vituperato sè e tutta la sua progenie.
Definiz: § LXXXI. Voler vedere la fine di checchessia, usasi familiarmente per Proporsi fermamente di fare quant'è da noi perchè la cosa abbia comecchessia esito, finisca; ovvero Proporsi di scoprirne il vero, com'ella è andata o è per andare; ed altresì dicesi di chi disperde le proprie sostanze, od anche semplicemente guasta, o malmena, checchessia. –
Esempio: Fag. Comm. 6, 284: Ma s'è maritata, come dice che ha confidato questi illeciti amori alla cognata,... e che ella darà mano al felice esito de' medesimi col di lui consenso? Vorrò vederne la fine; sarò questa notte alla porta dell'orto.
Definiz: § LXXXII. La fine loda l'opera, o la vita, o Il fine, loda l'opera, o la vita; Il fine giudica il tutto; Il fine dimostra la cosa: Maniere proverbiali, significanti Che a giudicare rettamente di una cosa, conviene farlo quand'essa è condotta al suo termine; ovvero Che a ben condurla, conviene pensar bene com'essa può andare a finire. –
Esempio: Ovid. Pist. 14: Certo noi troveremo bene chi reggerà la misera Tracia; la fine loda l'opera. Così arrivi a chiunque pensa il fatto solamente nel principio.
Esempio: Petr. Rim. 16: La vita il fin, e 'l dì loda la sera.
Esempio: Pulc. Luc. Giostr. 10: Forse che i fiori ancor faranno frutto A luogo e tempo: e 'l fin giudica il tutto.
Definiz: § LXXXIII. Lodane il fine, o Lodatene, il fine; locuzione ironica, con la quale si prognostica male di un dato modo di operare o di procedere, di un dato tenor di vita, e simili: che anche dicesi latinamente Lauda finem. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 362: Tirate innanzi, e poi lodatemene Il fine.