Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: particella pronominale di gen. femm. che esprime tanto cosa quanto persona, e nel plurale fa Le. Denota l'obietto diretto dell'azione, e ora si premette, ora si affigge ai verbi, con raddoppiamento della l iniziale dopo vocale accentata. Più spesso si apostrofa dinanzi a parola cominciante per vocale.
Dal lat. illam per aferesi –
Esempio: Dant. Inf. 1: Questi la caccerà per ogni villa, Fin che l'avrà rimessa nell'Inferno, Là onde invidia prima dipartilla.
Esempio: E Dant. Inf. 33: Tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 210, 32: Si patteggiò co' Viniziani, e vendella (la terra) loro. I Viniziani vi vennono, e per forza la presono e tennono.
Esempio: Petr. Rim. 1, 300: I' la riveggio starsi umilemente Tra belle donne.
Esempio: Bocc. Decam. 5, 43: Ciascun prese la sua (sposa), e nelle braccia de' compagni messala, comandarono che alla nave apprestata le menassero di presente.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 206: Scaricate che l'ebbono (le sacca di grano), dice Farinello a Chiodo: ec.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 285: Ringraziandola prima della fatica e fastidio che ha avuto in tener il cavallo, la prego ad esser contenta consegnarlo al presente ec.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 1: Per tante strade si raggira e tante Il corridor che 'n sua balía la porta, Ch'alfin dagli occhi altrui pur si dilegua, Ed è soverchio omai ch'altri la segua.
Esempio: E Tass. Gerus. 12, 51: Vi giunse allor ch'essa Arimone uccise: Vide e segnolla, e dietro a lei si mise.
Esempio: Dav. Tac. 1, 191: Per levarsi dinanzi alla madre insopportabile, che per compagna nel dominare non la voleva, e cacciare non la poteva, avendo lo imperio da lei.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 43: Come farla sua, a dispetto della forza di quell'iniquo potente?
Definiz: § I. Affissa agl'Infiniti tronchi de' verbi, alcuna volta, per comodo della rima, assimila la r finale cangiandola in l. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 45: Ch'essendo causa del mio mal stata ella, Io l'odiai sì che non potea vedella.
Esempio: Bern. Orl. 45, 9: Che quella in corso lodata Camilla Fatica arebbe avuto di seguilla.
Definiz: § II. La, trovasi, per iperbato, divisa dal verbo, mediante l'avverbio Pure. –
Esempio: Car. Eneid. 2, 406: Noi la pur vedemmo (la macchina del cavallo di Troja) Con tanti occhi a l'entrar, che quattro volte Fermossi.
Definiz: § III. Comunemente si usa posposta alle particelle Me, Te, Se, Ce, Ne, Ve, Glie, insieme colle quali o si premette o si affigge al verbo. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 129: Come che buona opinione avesse della donna, ancora ne la prese migliore.
Esempio: E Bocc. Decam. 3, 258: Il non aver ben da maritarla ve la fa guardare in casa.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 58: E trovata che noi l'avremo, che avrem noi a fare altro, se non mettercela nella scarsella?
Definiz: § IV. Si usa pure, ma oggi soltanto in poesia, preporla alle particelle Mi, Ti, Si, Ci e Ne. –
Esempio: Dant. Inf. 27: Attorse Otto volte la coda al dosso duro, E, poichè per gran rabbia la si morse, Disse: Questi ec.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 127: Currado con lei lasciò la moglie e le disse, che.... del tutto facesse che seco la ne menasse.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 124: Togli, noi la ti diamo qual noi possiamo.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 231: Dopo molte novelle trovò li prestatori la notte passata aver l'arca imbolata, ed in casa messalasi.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 109: Io m'avea messa la gorgiera per paura del Guenize, ed ella m'ha arsa tutta la gola; e levatosi da tavola, la si trasse, e gittolla per lo spazzo, dicendo ec.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 244: Disse allora maestro Alberto: Figliuolo, datti pace, perocchè tu non se' il primo che non hai saputo tenere la ventura, quando Dio la ti manda; ma ec.
Esempio: Mont. Iliad. 19, 23: Son degne del divino fabbro Quest'armi, nè può tanto arte terrena. Or le mi vesto.
Definiz: § V. Talora, invece di affiggersi al verbo cui propriamente appartiene, si trova affissa ad altro verbo che da quello dipende. –
Esempio: Bocc. Filoc. 1, 126: E come faremo noi subitamente morirla, senza avere cagione che legittima paia?
Esempio: Vett. Colt. 90: Essendo già, dumila anni sono, da una persona ingegnosa stata chiamata l'arte del lavorar la terra madre e nutrice di tutte l'altre arti, sopra tutto mi pare da commendarla che abbia trovata questa pianta e insegnatala custodire.
Esempio: Salv. Oraz. 35: Allora sì che noi vedremo fiorirla (la lingua), e rendere frutto per altra guisa che al presente non fa.
Definiz: § VI. Talora, per maggiore chiarezza od efficacia, si usa a mo' di pleonasmo, quantunque sia espresso, e più comunemente premesso, il sostantivo o il pronome a cui si riferisce. –
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 181: Le quali cose poichè l'ebbe ordinate a tutta sua volontà,... venne sopra l'oste d'Aulo.
Esempio: Gell. G. Onest. Vit. volg. 41: Alle presenti delicatezze non ti darai o accosterai, e le assenti non le desidererai.
Esempio: Caran. Erodian. Stor. 86 t.: Pure non guari dopo la repudiò ancora lei, e ne menò la terza per moglie.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 56: La bricconeria l'hanno fatta a me.
Esempio: E Manz. Prom. Spos. 281: La ragione giusta la dirò io, soggiunse Renzo: è perchè la penna la tengon loro.
Definiz: § VII. Talora denota in generale un sostantivo sottinteso, come Cosa, Faccenda, o simile, che viene determinato dal senso del verbo o del suo compimento. –
Esempio: Dant. Inf. 15: Lo mio Maestro allora in sulla gota Destra si volse indietro e riguardommi; Poi disse: Bene ascolta chi la nota.
Esempio: Cess. Scacch. volg. 113: Quegli che è usato di spendere alla larga ed in cattivanze, quando viene in mendicaggine, bisogno è, o che la vada mendicando, o ch'egli rinboli.
Esempio: Rep. Fir. Diec. Bal. 2, 99: Vogliamne pigliare partito prestamente: e però, se ne pretende avere alcuna ragione, mandi qua uno bene informato di tutto che ci dica le sue ragioni, però che la vogliamo spacciare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 26, 133: Ruggier non vuol cessar fin che decisa Col re d'Algier non l'abbia del cavallo.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 31, 52: Del campo d'Infedeli a prima giunta La ritrovata guardia all'improviso Lasciò Rinaldo sì rotta e consunta, Ch'un sol non ne restò, se non ucciso. Spezzata che lor fu la prima punta, I Saracin non l'avean più da riso.
Esempio: Bern. Orl. 9, 4: Nel qual, perch'era così pazïente E non avea paura nè dolore, Far la potea non sol come valente, E pien di generoso invitto core; Ma potea farl'ancor come prudente.
Esempio: Dav. Tac. 1, 306: Il centurione ne venne seco a parole. E per non farsi tra que' forestieri scorgere, la rimisero nelli statichi, e ne' loro conducenti.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 7: Basta ch'ella se l'è legata al dito.
Esempio: Salvin. Disc. 1, 80: Io veggio bene che il volere andare contr'alle ricchezze, è un pigliarsela con tutto il mondo.
Esempio: E Salvin. Iliad. 515: Consultatela bene, amici; ch'io Consiglio che al castello ora n'andiamo.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 143: Anche questa! disse don Abbondio: le sanno tutte.