Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 4° Ed. .
LISCIARE
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LISCIARE.
Definiz: Stropicciare una cosa per farla pulita, e bella, e morbida, Ligiare. E si adopera, come mostran gli esempli, anche nel sentim. neutr. pass. Lat. demulcere, molliter attrectare, perpolire, levigare. Gr. καταμειλίσσειν, μαλακῶς ψηλαφᾷν, ἐξεργάζεσθαι, λιαίνειν.
Esempio: Dant. Purg. 8. Volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso, Leccando come bestia, che si liscia.
Esempio: Lab. 209. Le dita colla lingua bagnatesi, a guisa che fa la gatta, or quà, or là si lisciava.
Esempio: Cr. 9. 63. 4. Si dimestichino (i buoi) toccandogli spesso, e lisciandogli, e appianandogli colle mani.
Definiz: §. I. Figuratam. per Adornare, Abbellire. Lat. decorare. Gr. ἐπιτρέπειν, Lucian.
Esempio: Fr. Giord. S. Orni altresì le parole, e liscile; forsechè 'l credi piegare, come si piegano talotta l'altre persone per belle parole lisciate? non si piega Iddio per lisciamento di parole.
Definiz: §. II. Lisciare, per Adulare, Piaggiare. Lat. assentari, blandiri. Gr. κολακεύειν.
Esempio: Fr. Giord. Il predicatore adunque debbe tagliare, e 'ncendere le peccata, e non palpare, e lisciare.
Definiz: §. III. Lisciare, per Porre il liscio; e si usa anche nel neutr. pass. ed è proprio delle donne. Lat. faciem fucare, fuco se oblinere. Gr. φυκιοῦν, κομμωτίζειν.
Esempio: G. V. 7. 130. 4. Dicendo, che si lisciavano, come donne.
Esempio: Ar. sat. 1. Fuor che lisciarsi, un ornamento manco D'altra ugual gentildonna ella non abbia.
Definiz: §. IV. Lisciare altrui la coda, vale Piaggiarlo.
Esempio: Ciriff. Calv. 4. 121. Ma quanto più gli lisciava la coda, E quel crudel superbo con dispetto Lo rampognava.
Definiz: §. V. Lisciar la coda al diavolo, vale Gettar via la fatica. Lat. oleum, et operam perdere. Gr. εἰς κόπρον θυμιᾷν.