Lessicografia della Crusca in rete

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VILE
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VILE.
Definiz: Add. Di poco pregio, Di poca stima. Lat. vilis. Gr. εὐτελής.
Esempio: Cr. 10. 122. 5. Iddio puote fare del caro vile, e del vile caro, secondo sua volontade.
Esempio: Bocc. nov. 25. 7. E per questo vi potete render sicura, che niuna cosa avete, qualche ella si sia, o cara, o vile, che ec.
Esempio: E Bocc. nov. 77. 42. Perciocchè io ucciderei una vile, e cattiva, e rea femminetta.
Esempio: E Bocc. nov. 93. 18. Quanto più la guarderò, di minor pregio sarà, e però, anzichè ella divenga più vile, prendila, io te ne prego.
Esempio: E Bocc. nov. 94. 18. Come vile, e più non utile, nel mezzo della strada gittata, da me fu ricolta.
Esempio: Petr. son. 225. Perle, e rubini, ed oro, Quasi vil soma, egualmente dispregi.
Definiz: §. I. Avere a vile, Tenere a vile, o Riputare a vile, vagliono Dispregiare. Lat. despicari, contemnere. Gr. καταφρονεῖν, ὀλιγωρεῖν.
Esempio: Bocc. nov. 99. 15. Che di spezial grazia mi facciate di non rifiutare, nè avere a vile quel piccioletto dono, il quale io vi farò venire.
Esempio: Cr. 1. 13. 2. Anche si prenda guardia di non avere a vile l'altrui dottrina.
Esempio: Dant. Conv. 1. Si fa seguitatrice di viziose dilettazioni, nelle quali riceve tanto inganno, che per quelle ogni cosa tiene a vile.
Esempio: M. V. 5. 26. Le fanno riputare a vile nel cospetto de' savj.
Esempio: Vinc. Mart. rim. 51. Per voi la libertà tenendo a vile.
Definiz: §. II. Vile, per Timido, Pauroso. Lat. timidus, pavidus. Gr. δειλός, φοβερός.
Esempio: Fior. Virt. A. M. Puossi appropiare il vizio del timore alla lepre, che ella è il più vile, e 'l più pauroso animale del mondo.
Esempio: Pass. 19. Non volea mostrare d'aver paura, nè esser tenuto codardo, o vile.