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1) Dizion. 4° Ed. .
GUASTARE
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GUASTARE.
Definiz: Togliere la forma, e la proporzione dovuta alla cosa, Sconciare, Rovinare. Lat. vastare, corrumpere. Gr. διαφθείρειν, πορθεῖν, λυμαίνεσθαι.
Esempio: Petr. canz. 29. 4. Vostre voglie divise Guastan del mondo la più bella parte.
Esempio: Dant. Inf. 33. La bocca sollevò dal fiero pasto Quel peccator, forbendola a' capelli Del capo, ch'egli avea di retro guasto.
Esempio: G. V. 9. 173. 1. Fecero rifare il castello di Casaglia sopra l'alpe, il quale avea fatto guastare il conte da Battifolle.
Esempio: Bern. Orl. 1. 5. 7. Prese partito di smontare a piede, Perchè colui non guastasse Baiardo Con quel baston, ch'ogni misura eccede.
Definiz: §. I. Guastare, neutr. pass. vale lo stesso.
Esempio: Cron. Morell. Se tu tieni il contradio modo, tu ti guasterai della persona, tu infermerai, tu ti guasterai lo stomaco, e le reni.
Esempio: G. V. 7. 1. 4. Morì giovane, e sanza figliuoli, perocchè si guastò a tendere un balestro.
Definiz: §. II. Guastare, figuratam. vale Confondere, Alterare, Corrompere, Bruttare. Lat. invertere, confundere, vitiare.
Esempio: Bocc. nov. 26. 22. Due cose n'avverranno; l'una fia ec. che 'l vostro onore, e la vostra buona fama fia guasta.
Esempio: E Bocc. nov. 45. 4. Temendo essi di non venire a peggio, e per costei guastare i fatti loro, vennero a concordia ec.
Esempio: E Bocc. nov. 51. 4. Spesso ne' nomi errando, un per un altro ponendone, fieramente la guastava.
Esempio: E Bocc. nov. 57. 8. Non è egli molto meglio servirne un gentiluomo, che più, che se m'ama, che lasciarlo perdere, o guastare?
Esempio: E Bocc. nov. 60. 7. Avrebbe forza di guastare ogni lor virtù.
Esempio: Franc. Barb. 150. 12. Così vediamo alcun, che non gli basta, Che peccando se guasta.
Esempio: Tratt. gov. fam. Il poter far male, o meno che bene, n'ha guasti molti.
Definiz: §. III. Guastare, pur neutr. pass. per Infracidare, Putrefarsi; e si dice delle frutte, e d'altre cose. Lat. putrefacere, putrefieri. Gr. σήπειν, σήπεσθαι.
Definiz: §. IV. Guastare, per Mandar male, Dissipare. Lat. rem perdere, dissipare.
Esempio: Tes. Br. 7. 49. Chi guasta le sue cose, chiede altrui, quando non ha più che guastare.
Definiz: §. V. Guastare, per Dare il guasto.
Esempio: G. V. 6. 5. 1. Guastò la detta oste intorno alla città infino nelle borgora.
Esempio: E G. V. 7. 91. 1. Guastarono in più parti della riviera.
Esempio: M. V. 9. 3. I quali tutti si ricolsono in piccolo tempo ec. con tanta pace, e buono volere, che a niuna persona non fu nè guastagli casa, ned eziandío mandatogli messo.
Esempio: Stor. Eur. 1. 4. Non lasciando però per questo di guastare col ferro, e col fuoco tutti i paesi da lui trascorsi.
Definiz: §. VI. Guastare, per Giustiziare. Lat. ultimo supplicio afficere. Gr. μιαιφωνεῖν τινα.
Esempio: Bocc. nov. 47. 16. Pregò colui, che a guastare il menava, che gli piacesse d'attendere.
Esempio: Nov. ant. 27. 1. Costuma era nel reame di Francia, che l'uomo, che era giudicato d'esser disonorato, e guasto, sì andava in sulla carretta.
Esempio: G. V. 10. 128. 1. Onde furono presi, e guasti di coloro, che lo avevano ordinato.
Esempio: Stor. Pist. 35. Quando quei di dentro ne guastavano uno, quelli del campo ne guastavano due ec. e così guasti li rimandavano in Pistoia.
Definiz: §. VII. Guastando s'impara; proverb. che vale, Ch'e' bisogna fare, ancorch'e' si faccia male, volendo imparare. Lat. errando dicitur.
Esempio: Bern. Orl. 1. 10. 30. E un altro è, che dice, che guastando, A poco a poco va l'uomo imparando.
Definiz: §. VIII. Guastarsi per poco, o sul buono; si dice del Condur quasi una cosa a perfezione, e poi abbandonarla per qualche piccola cagione.
Definiz: §. IX. Guastare il desinare, o la cena; si dice del Far colezion tale, che levi l'appetito.
Esempio: Libr. Son. 82. E dar per collezion venti ducati Si guasta il desinare (quì in ischerzo, e in equivoco con collezione in signific. di colletta, imposizione)
Definiz: §. X. Guastar l'arte, o il mestiere; vale Fare una cosa fuor del suo ordine, della sua regola.
Esempio: Cas. lett. 51. Dite all'eccellentissimo sig. Duca da parte mia, che chi fa patto con sua eccellenza, guasta l'arte, e non sen'intende.