Lessicografia della Crusca in rete

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Definiz: serve a denotare il modo, la maniera, come si fa alcuna cosa, o si compie alcun atto; ed equivale a Con, In, e talora anche ad A. –
Esempio: Liv. Dec. 2, 360: Elli se n'andaro di pieno andare verso le logge de' nemici.
Esempio: Dant. Inf. 14: Sovra tutto il sabbion d'un cader lento Piovean di fuoco dilatate falde.
Esempio: E Dant. Inf. appr.: E me saetti di tutta sua forza.
Esempio: E Dant. Parad. 4: Intra duo cibi, distanti e moventi D'un modo.
Esempio: Fr. Bart. Sallust. 117: Di grandissima forza si combattea da ciascuna parte.
Esempio: Car. Eneid. 1, 132: Al cavernoso monte Con lo scettro d'un urto il fianco aperse.
Esempio: E Car. Eneid. 1, 442: Finch'Ilia regina.... D'un parto produrrà gemella prole.
Esempio: Caran. Eustaz. 238: Con parole interrotte cominciò a dire di questa maniera.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. 1, 559: Un'altra se ne fece (delle esortazioni).... non letta da altri, ma recitata di memoria dal Cardinal del Monte.
Esempio: Segner. Incred. 24: Chi non sa le cagioni per cui si debba in alcun mestiere procedere di una forma più che di un'altra, non ne sa nulla.
Esempio: Mont. Iliad. 11, 134: Era dal carro Costui sceso d'un salto, e gli venia Dirittamente contro.
Definiz: § I. Reggente un sostantivo che denota persona, compone con esso una maniera esprimente modo di essere, qualità, carattere e simile, che distingue essa persona. –
Esempio: Dant. Inf. 4: Perocchè gente di sommo valore Conobbi, che in quel limbo eran sospesi.
Esempio: E Dant. Inf. 24: Ch'io il vidi uom già di sangue e di corrucci.
Esempio: Marc. Pol. Mil. 15: Gli uomini sono di picciolo affare, e havvi ec.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 207: Fermamente avarizia non mi dee avere assalito per uomo di picciolo affare.
Esempio: Nov. Grass. Legn. 1: Uomo molto dabbene, e sollazzevole e d'intelletto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 166: Cloridan, cacciator tutta sua vita, Di robusta persona era ed isnella.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 286: Non essendo questo complimento necessario agli uomini di faccende, nè anco agli sfaccendati.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 268: Acciò l'armata facesse spalla all'esercito di terra.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 366: Villaneggiato adunque ed oltraggiato.... da uno di vita dissoluta e corrotta, sostenne ec.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 375: Impediva a cittadini nominati uomini da bene e d'onore lo spargersi e confondersi con la plebe.
Definiz: § II. E nella medesima relazione, regge un sostantivo denotante cosa. –
Esempio: Dant. Inf. 3: Parole di dolore, accenti d'ira.
Esempio: Vill. G. 61: Non però che fosse della grandezza di prima [la città di Firenze], ma di minore giro la rifecero.
Esempio: Tor. Miser. 53: Di tanta tenerezza è questo nostro corpo misero,... che ogni piccola cosa dentro a sè il noia, afflige e offende.
Esempio: Acc. D. Stor. Ar. 2, 7: Per la via di mare si condusse a Pisa.
Esempio: Bemb. Rim. 149: Che giova posseder cittadi e regni, E palagi abitar d'alto lavoro ec.?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 380: Ma un caso di meraviglia avvenuto quando si fabbricava, mostrò la fabbrica non dispiacere a Pallade.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 2, 21: Appellarono questo fatto opera di carità.
Definiz: § III. Parimente riferito a persona, e dipendente da un adiettivo, serve a determinare la condizione, il modo di essere e simili, rispetto alla cosa espressa dal nome retto da essa particella. –
Esempio: Dant. Purg. 10: O superbi Cristian, miseri, lassi, Che, della vista della mente infermi, Fidanza avete ec.
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 1, 171: Fa [la voluttà] l'uomo quasi paralitico eziandio del corpo.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 179: Al Duca d'Atene, giovane e bello e pro della persona,... venne desidero ec.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 1, 1: Trovandosi mal disposto della persona, e della mente non molto sano.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 269: Cibo leggier da chi è debol di stomaco.
Esempio: Tass. Gerus. 1, 17: Resta Goffredo ai detti, allo splendore, D'occhi abbagliato, attonito di core.
Definiz: § IV. Regge il termine dipendente da un nome astratto, che, ridotto al concreto, sarebbe qualificativo di esso termine. –
Esempio: Dant. Inf. 10: Se per questo cieco Carcere vai per altezza d'ingegno, Mio figlio ov'è?
Esempio: Guicc. Stor. 4, 138: Le quali [provvisioni] gli era difficile il fare, sì per la grandezza della spesa, come ec.
Esempio: Cas. Pros. 3, 79: Sapendo io.... quanta è la grandezza dell'animo suo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 366: Prese non solo maestevole altezza di concetti, ma dignità di linguaggio, netto da ogni bassezza popolaresca.
Esempio: E Adr. M. Plut. Vit. 1, 414: Non ebbe terso e fiorito linguaggio con grazia vana e pomposa, ma concettoso, con figure e profondità di sentenze.
Esempio: Davil. Guerr. civ. 3, 276: Attribuendo bene spesso.... la cagione de' suoi consiglj a perversità di natura.
Definiz: § V. E pure con forza qualificativa, serve a denotare la disposizione morale di chicchessia. –
Esempio: Ambr. Bern. 5, 8: Come parrebbevi Ch'un forestier v'entrassi in casa d'animo Di toccarvi l'onor?
Definiz: § VI. Pure dipendente da un nome che denoti persona o cosa, e reggente un termine di tempo, compone con questo una locuzione qualificativa, che significa l'età o il tempo di persona o di cosa. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 235: Una nipote mia di sedici anni.