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1) Dizion. 5° Ed. .
CENARE.
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CENARE.
Definiz: Neutr. Fare il pasto della sera, detto cena.
Dal lat. coenare. –
Esempio: Fiorett. S. Franc. 3: Santo Francesco accettò, e cenò con lui.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 150: Gianni alcuna volta vi veniva a cenare e ad albergo.
Esempio: E Bocc. Decam. 6, 321: Senza alcuna mosca, riposatamente e con letizia cenarono.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 20: Ebbero di parecchi (parecchie) ragioni vino, e così cenarono di grandissimo vantaggio.
Esempio: Pulc. L. Morg. 6, 12: Venne la cena, e fuvvi altro che ghiande.... Poi che cenato fu, re Caradoro In questo modo a dir cominciò loro.
Esempio: Poliz. Pros. 64: Cenò molto bene in su le 4 ore, e stette di poi di miglior voglia del mondo.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 10: Ella [Bellona] dorme, e appunto è in sulla grossa, Poichè la sera avea la buona donna Cenato fuora, e preso un po' di monna.
Definiz: § I. E per Mangiare a cena. –
Esempio: Cecch. Ass. 5, 2: E' non è 'l primo che non vuol cenare, e poi cena per sette (qui in locuz. figur.).
Definiz: § II. In forza d'Att., si usò per Mangiare a cena. –
Esempio: Senec. Provvid. 425: Così con Pirro, come colle ricchezze fece, che al fuoco cena quelle medesime erbe, le quali sarchiando il campo.... divelse.
Esempio: Vell. Cron. 36: Fu savio e valentre uomo; e morì, già è più di quaranta anni, per funghi che avea cenati.
Esempio: E Vell. Cron. 90: Trovarono il detto ser Piero Mucini essere rimaso ad albergo, e a cenare una crostata d'anguille.
Esempio: Bocc. Decam. 6, 152: Egli ed ella cenarono un poco di carne salata, che da parte aveva fatta lessare.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 1, 20: E quivi cenarono un grosso e grasso cappone.
Esempio: Machiav. Comm. 172: Preso questo lattovaro, io cenerò poche cose, ma tutte sustanzievoli.
Esempio: Aret. Capit. 9: Ascolto godendo Il bene che ciascun dice di voi, E lo desino, il ceno e lo merendo (qui figuratam.).
Definiz: § III. Chi la sera non cena, tutta notte si dimena; maniera proverbiale dello stesso significato che l'altra più comune, Chi va a letto senza cena, tutta notte si dimena. –
Esempio: Bocc. Decam. 3, 111: Chi la sera non cena, tutta notte si dimena.