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1) Dizion. 5° Ed. .
DAMA.
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Dizion. 5 ° Ed.
DAMA.
Definiz: Sost. femm. Donna di nobile condizione, Gentildonna, Signora.
Dal franc. dame. –
Esempio: Bocc. Decam. 2, 234: Avvenne che una gran dama, la quale era moglie dell'uno de' maliscalchi del Re d'Inghilterra, uscendo della chiesa, vide ec.
Esempio: Gualter. Fest. Nozz. 56: Ed essendo certo che vi saranno concorse molte dame e cavalieri per poter ec.
Esempio: Red. Lett. 3, 25: Godo di avere avuta fortuna di aver felicemente servita una dama così virtuosa, così ragguardevole, come è V. S.
Esempio: Parin. Poes. 20: Pera dunque chi a te nozze consiglia; Ma non però senza compagna andrai, Che fia giovane dama, e d'altrui sposa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 6: Che pedine? Son dame, anzi madame.
Esempio: Giust. Vers. 141: Là smonta la dama, E qua la pedina.
Definiz: § I. La fanciulla amata con l’intenzione di sposarla; ma oggi è più che altro del linguaggio popolare. –
Esempio: Ambr. Bern. 1, 2: Che abbiate bisogno che un uom simile, Che sta con altri, vi faccia aver grazia Colla dama, eh?
Esempio: Lipp. Malm. 1, 42: Ma sfortunato, perchè co' danari, Giuocando, egli ha perduta anco la dama.
Esempio: Red. Lett. 3, 90: Non posson patire [gl'innamorati] di vedere un fiore torto o mal situato intorno al viso della dama.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 5: Che tremito all'arrivo del gran giorno Che staccar mi dovea dalla mia dama!
Definiz: § II. Nel medesimo senso trovasi, per ischerzo, riferito anche ad animale. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 2, 12 t.: Son come uno stallon quando si scioglie, Che vede la sua dama in sur un prato, E balla e salta come un paladino.
Definiz: § III. Vale anche semplicemente Donna; ma non userebbesi che per ischerzo. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 43: Per te sono la più trista dama che al mondo sia.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 85: La reina stava avanti allo re a guisa d'una dama impazzata.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 3, 67: Cotesta barba tua sì folta e spessa, Cotesto viso smunto, giallo e nero, Cotesto corpo voto di carname, Ti paion cose da piacere a dame?
Definiz: § IV. Si usò pure per Moglie. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 39: Lo re Meliadus avea presa dama.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 196: Se io prendo Isolda per dama, ciò fo io per trarre di tanta pena me e voi.
Esempio: Vill. M. 24: Caro figliuolo, se voi amavate d'avere a dama questa damigella, voi non dovavate tener bargagno.
Definiz: § V. E per Signora, Padrona. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 294: Del quale [palazzo] era dama la fata Morgana.
Esempio: E Tav. Rit. 1, 463: L'aveva lasciata dama di tutta la contrada.
Definiz: § VI. Si disse anche per Amica, in senso disonesto, ed altresì per Druda. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 38: Quando la nostra dama del castello la vidde, ne fu molta dolente, dicendo a lei: Vien tu, meritrice, qua dentro a tormi coloro li quali io aggio serviti per lungo tempo?... E quando quella dama di tanta gente non voleva compagnia, come farebbe mia dama contenta pure di me solo?
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 386: Per fare quello a piacere alla suo' dama e donna di Niccolò.
Definiz: § VII. Preposto ai nomi proprj di donna, si usò come titolo d'onore; e trovasi pure preposto, col medesimo senso, alla parola Damigella dama damigella. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 274: Dama damigella, levatevi dinanzi a me.
Esempio: Vill. G. 860: Due femmine, la maestressa della Reina, e dama Ciancia Campana.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 3, 219: Nella prima [parte] l'autore converte il suo sermone a dama Clemenza, madre del detto Carlo, la quale viveva ancora in prima vita.
Esempio: Pulc. L. Morg. 8, 17: Sapea il pensier della dama Clemenzia.
Definiz: § VIII. Dama dicesi anche Quella figura delle carte da giocare che più comunemente chiamasi Donna. –
Esempio: Not. Malm. 2, 590: Metaforico da quei giuochi di carte, ne' quali tre figure uguali insieme si chiamano cricca, come tre re, tre dame, o tre fanti.
Definiz: § IX. Dama di compagnia, dicesi Quella che ha per ufficio di accompagnar principesse, o grandi signore, ovvero di tener loro compagnia.
Definiz: § X. Dama di corte, Dama d'onore, e anche Dama assolutam., chiamasi Quella gentildonna che, a solo titol d'onore, ha speciali ufficj presso regine, imperatrici, e simili. –
Esempio: Ricc. S. Cat. Lett. 98: Il quale Rosario desidero che Vostra Altezza Serenissima dica, e lo faccia dire a tutte le sue dame; che vedrà quanta consolazione gliene succederà.
Esempio: E Ricc. S. Cat. Lett. 314: Dice vestirà la figliola oggi a quindici, e verranno le dame, e si vestirà doppo desinare.
Definiz: § XI. Bocca di Dama. –
V. Bocca, § XVII.
Definiz: § XII. Da dame, aggiunto di liquore da dame, di vino da dame, e simili, vale Delicato, Leggiero, Di sapore gradito.
Definiz: § XIII. Andare a dama, che anche si disse in plurale a dame, e talora con l'ellissi del verbo a dame, vale Andare a fare all'amore; ma oggi è più che altro maniera popolare. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 26: Ben tornato: A dame eh! signor Ugo? V. A dame sempre, a dame in ogni luogo, Ricco o povero, a dame, Sfortunato o felice, a dame ognora.... P. Mi piace, sete giovane.... a dame, io ve ne lodo. U. Senza dame, e che sono i cavalieri?... Per me non vaglio nulla, e se per nulla Mai valsi o vaglio, sol beltà di dama Mi rese tale.... Le dame fur che 'l suono e che lo spirto Diero alla tromba mia. A dame tuttavia.