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1) Dizion. 5° Ed. .
EMULO.
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EMULO.
Definiz: Sost. masc. Colui che si adopera per eguagliare o superare alcuno in checchessia, o le virtù, i pregi, e simili, di quello; Competitore.
Dal lat. aemulus. –
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 206: L'emulo s'ingegna d'essere tale, che e' possa conseguire quei beni; l'invidioso fa quello che ei può, acciocchè il prossimo non gli abbia.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 20: Vinca egli o perda omai, fu vincitore Fin da quel dì ch'emulo tuo divenne.
Esempio: E Tass. Lett. 2, 33: Fu Nerone invidioso de la gloria di Lucano, e per invidia il fe' morire:... ciò fece non come imperadore, ma come emulo ne l'arte del poetare.
Esempio: E Tass. Lett. 2, 122: Molto inclinato a favorire, se non volete dire i nemici, almen gli emuli miei: ma s'io ne la vita, se ne l'onore, se ne' comodi sono stato offeso, debbo dir più tosto nemici ch'emuli.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 302: L'emulazione vorrebbe avere ciò che altri possiede, e che ella apprende come bene, col non ispogliarne l'emulo suo: l'invidia non patisce vedere in altri del bene.
Esempio: Leopard. Paralip. 3, 34: Dopo te (Filippo II), quel grandissimo incorono Duca d'Alba, che quasi emulo ardisce Contender teco.
Esempio: Giord. Op. 2, 380: Cicerone.... esaltò (e forse invidiò) ne' Commentarj del grand'emulo il sublime disprezzo d'ogni visibile artificio.