Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 1° Ed. .
PIÙ
Apri Voce completa

pag.630


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
PIÙ.
Definiz: Quando è aggiunto a nomi add. è avverb. E denota maggior quantità in comparazione. Lat. magis.
Esempio: Bocc. n. 10. 9. Ne sò cui io mi possa lasciare a riscuotere il mio più convenevol di te.
Esempio: Dan. Purg. c. 1. Pigliate il monte a più lieve salita.
Esempio: E Dan. Par. 17. Che le più alte cime, più percuote.
Esempio: Petr. canz. 24. Una donna più bella assai che 'l Sole, E più lucente.
Definiz: ¶ E col verbo, è pure avverb. e val maggiormente. Lat. magis.
Esempio: Bocc. nov. 13. 13. Iddio lo riporrebbe là, onde Fortuna l'avea gittato, e più ad alto.
Esempio: Dant. Purg. c. 1. Più muover non mi può, per quella legge, Che fatta fu.
Esempio: Petr. Canz. 18. 5. Perchè non più sovente, Mirate quale Amor di me fa strazio?
Definiz: ¶ Posto innanzi alla, che, pur si stà avverbio.
Esempio: Bocc. nov. 77. 42. Se tu più, che qualunque altra dolorosetta fante?
Esempio: Com. Par. 6. Sinigaglia simile, Ancona più, che più. Lat. quam maximè.
Esempio: Fr. Giord. P. Chi perde il cavallo ben si duole, chi perde una torre, più, chi perde il figliuolo, o padre, più, chi perde gli onori, e le ricchezze più, che più, perchè sono maggior beni, e di maggior valuta.
Definiz: ¶ Con l'avverb. Si stà avverbio.
Esempio: Bocc. proem. n. 2. Forse più assai, che alla mia bassa condizione, non parrebbe narrandolo, si richiedesse.
Esempio: E Bocc. Introd. n. 7. Chi più tosto, e chi meno, ec. morivano.
Esempio: N. ant. 100. 6. Incontanente scrisse ad un Re il più presso vicino, ch'egli avesse.
Definiz: ¶ Posto assolutamente, ma con l'articolo avanti, pur si stà avverbio. Lat. plerique ad summum.
Esempio: Bocc. nov. 31. 15. Come il più le femmine fanno.
Esempio: E Bocc. nov. 23. 1. Quanto essi, il più stoltissimi sono, si credono, ec. [cioè la maggior parte]
Esempio: G. V. 7. 56. 5. La boce andrà innanzi già otto dì, o quindici, o un mese il piúe.
Definiz: ¶ Col segno del caso avanti, posto pure assolutamente, si stà avverbio.
Esempio: Esempio del Compilatore Esser da più. Lat. praestantiorem esse, praecellere.
Esempio: Bocc. nov. 5. 6. Più accendendosi, quanto da più trovava esser la donna, che la sua passata stima di lei.
Definiz: ¶ Co' nomi sust. si cangia in nome add. Lat. plus, plures, maior.
Esempio: Bocc. nov. 17. 6. E più giorni, felicemente, navigarono.
Esempio: Dan. Inf. c. 18. Più e più fossi cingono il castello.
Esempio: E Dan. Par. 25. Sì che m'ha fatto per più anni macro.
Esempio: G. V. 7. 56. 5. Fu ordinato per più sicurtà della terra, che, ec.
Esempio: Petr. canz. 18. 6. E l'altra sento in quel medesmo albergo Apparecchiarsi, ond'io più carte vergo.
Definiz: ¶ Co' nomi sustant. tramezzato dal DI del secondo caso, anch'egli è sust.
Esempio: Bocc. n. 10. 8. Tanto più dalla natura conosciuto, quanto essi hanno più di conoscimento, che i giovani.
Definiz: ¶ Per lo semplice positivo, e val molto. Lat. plerique multi.
Esempio: G. V. 12. 51. 2. E morivvi il Sir di Falcamonte, e più altri gentil'huomini, e de' Calonaci.
Esempio: Liv. M. Più de' Fidenati, che sapevano il paese, si fuggiro alle montagne [cioè molti de']