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Dizion. 3° Ed. .
L
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pag.928
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Definiz: | Lettera, la quale ammette, dopo di se, ne' mezzi delle parole, e in diversa sillaba tutte le consonanti, dalla N,
e R, in poi: come Alba, Falcone: Falda, Volgo: Salma, Alpe: Polso, Salto: Selva, Calza. E in tutti questi luoghi, i
Toscani, nel pronunziarla le fanno, per più dolcezza, perdere alquanto di suono. Avanti di se nel mezzo delle dizioni,
riceve il B, C, F, G, P, R, S, T: come Obbligo, Concludere: Conflitto, Ciglio: Esemplo, Parlamento: Slungare, Atleta,
il che sempre fa nella stessa sillaba, salvo, che colla R, colla quale s'accoppia in sillaba diversa: come Orlato; ma
di rado si trova, appo la nostra lingua, dopo la B, C, F, T, come suono, assai, per sua durezza, fuggito. Dopo la G,
poco è in uso, se però non seguita l'I: come Giglio, il quale gli fa fare suono più schiacciato, e sottile, come si
dice nella lettera G. Di rado si truova dopo la S, e anche in principio di parola: come Slegare; ovvero ne' verbi
composti, colla preposizione DIS, o MIS: come Disleale, Misleale. Accoppiata, col T avanti, non è suono di questa
lingua, ma solo s'usa per le voci forestiere, non divenute ancor nostre affatto: come Atlante, Atleta. Con tutte queste
lettere avanti, perde alquanto di suono, salvo, che colla R, e colla S, le quali gliele lasciano mantenere intero.
Pronunziasi la S avanti alla L nel secondo modo, cioè con suono sottile, o rimesso, quale è nella voce Musa, come si
dice nella lettera S. Raddoppiasi, dove è necessario ne' mezzi della parola: come Anello, Coltello. |
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