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Dizion. 5° Ed. .
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DI Definiz: | serve a denotare il mezzo, ed altresì lo strumento, onde si fa o si compie checchessia, si produce o nasce qualche effetto; ed equivale alle preposizioni Per, Per mezzo di o Con. – | Esempio: | Fr. Guitt. Lett. 53: Non di tesauro no, ma del prezioso suo sangue e della morte sua la vita nostra creò. | Esempio: | Dant. Inf. 18: Così parlando il percosse un demonio Della sua scurïada. | Esempio: | E Dant. Purg. 12: Che solo a' pii dà delle calcagna. | Esempio: | Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 143: Donale la predetta quantità di danari,... e di quelli danari liberòe il marito e i figliuoli. | Esempio: | Petr. Rim. 1, 5: Però, al mio parer, non gli fu onore Ferir me di saetta in quello stato. | Esempio: | E Petr. Rim. 2, 157: Vidi.... d'un pomo beffata al fin Cidippe. | Esempio: | Bocc. Decam. 2, 66: Comperò un grandissimo legno, e quello tutto, di suoi denari, caricò ec. | Esempio: | E Bocc. Decam. 7, 172: Malvagia donna, delle mie mani non morrai tu già, tu morrai pur delle tue. | Esempio: | S. Grisost. Opusc. 8: E di innumerabili ingiurie, e parole contumeliose, continuamente li nostri prossimi provochiamo ed affliggiamo. | Esempio: | Stor. Aiolf. 1, 121: Aiolfo percosse Marzagaglia di sproni, e diede d'urto al cavallo, ec. | Esempio: | Pass. G. Cr. 75: Poi chiusono il sepulcro d'un gran sasso. | Esempio: | Tor. Miser. 80: Nel quale [campicello] lavorando, e de' frutti d'esso vivendo, continuamente dimorava. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 3, 65: Di piacevoli e bei ragionamenti.... L'aspro camin facean parer men grave. | Esempio: | Tass. Gerus. 2, 25: Indarno Amor contra lo sdegno crudo Di sua vaga bellezza a lei fa scudo. | Esempio: | Adr. M. Plut. Vit. 2, 36: Avendo un certo Ermone.... ferito e morto in piazza pubblicamente di pugnalate Frinico, ec. | Esempio: | Pindem. Poes. 27: E della grave testa Ai suoi ministri accenna e della mano. |
Definiz: | § I. E nello stesso senso trovasi riferito a vocaboli come mezzo ad esprimere i nostri pensieri. – |
Esempio: | Dant. Conv. 332: Dico intelletto, per la nobile parte dell'anima nostra, che di comune vocabolo mente si può chiamare. |
Definiz: | § II. Pure nella medesima relazione, dipendente dal verbo Lavorare di o simile, ovvero dal sostantivo Maestro di o simile, regge il termine denotante lo strumento o la materia proprj di una data arte, anche preso figuratam. per l'arte stessa, o l'esercizio della medesima. – |
Esempio: | Dant. Purg. 12: Qual di pennel fu maestro o di stile, Che ritraesse l'ombre e i tratti ec. | Esempio: | Cavalc. Med. Cuor. 116: Crediamo ad ogni maestro di pietra e di panni, e d'ogni altra cosa. | Esempio: | Brev. Mar. Pis. 458: Maestri d'ascia, li quali fanno.... legni navicabili. | Esempio: | Car. Eneid. 5, 414: E furo i doni una Cretese ancella,... di telaro e d'aco Maestra esperta. | Esempio: | Varch. Ercol. 61: In quella fabbrica,... se un maestro di cazzuola chiedeva.... calcina o sassi, i manovali gli portavano rena o mattoni, ec. | Esempio: | Cellin. Pros. 140: Non viddi mai lavorare.... con più sicura pratica di tirare di martello, ec. |
Definiz: | § III. E reggente il termine denotante la cosa o la persona, di cui altri si vale, fa uso, si serve, e simili, ad alcuno effetto; anche figuratam. – |
Esempio: | Firenz. Pros. 1, 18: Udita la tua fama, gli è entrato gran desiderio di.... valersi di te. | Esempio: | Segner. Mann. ott. 16, 4: L'usare di circumlocuzioni.... e segno assai manifesto di diffidenza. |
Definiz: | § IV. Regge altresì il termine denotante la cosa, al cui servigio è destinata o appartiene, come mezzo o strumento, quella significata dal termine, da cui dipende
essa particella; anche figuratam. – |
Esempio: | Dant. Inf. 13: Io son colui, che tenni ambo le chiavi Del cor di Federigo. | Esempio: | Petr. Rim. 1, 46: Che portaron le chiavi De' miei dolci pensier, mentr'a Dio piacque. |
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