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1) Dizion. 4° Ed. .
ZERO.
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ZERO.
Definiz: Segno arimmetico, che per se solo non significa numero, ma unito alle note numerali le alza a gradi superiori di diecine, e centinaia, ed è di figura della lettera O.
Esempio: Borgh. Mon. 174. Aggiugnendo a' primi numeri un zero, o due, o tre secondo che è il bisogno nostro, facciam crescere le centinaia in migliaia.
Definiz: §. I. Zero, in significato di Nulla, o Pochissima cosa.
Esempio: Morg. 24. 105. Ha scritto 'l vero, Senza mutare, o aggiugnere un zero.
Esempio: Ar. Fur. 20. 92. Già centomila avean stimati un zero, E in fuga or se ne van senza coraggio.
Esempio: E Ar. Fur. 30. 29. E tanto più, che 'l lor litigio è un zero, Nè degno in prova d'arme esser rimesso.
Esempio: Alleg. 222. Voi non mi negherete delle stesse Cose, di ch'io favello, un zero, o un'acca.
Esempio: E Alleg. 238. Il quale non vi pensava un zero.
Esempio: Bern. Orl. 2. 1. 33. E le sue genti, che n'aveva tante, Furon stimate da Alessandro un zero.
Esempio: Malm. 7. 73. Muta discoso, e la riduce al zero.
Definiz: §. II. Avere nel zero, figuratam. vale Avere in culo.
Esempio: Malm. 6. 103. Fa male i conti, e colla sua aritmetica Nel zero l'ho fra l'una, e l'altra natica.