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1) Dizion. 3° Ed. .
CIOÈ
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CIOÈ.
Definiz: Avverbio, composto di ciò, e d'è, terza voce del verbo Essere: e vale Dichiarazione di parole precedenti. Lat. hoc est, idest. Gr. τουτέστι.
Esempio: Boc. Introd. num. 8. Ma questo, che è molto più, assai volte visibilmente fece; cioè, che la cosa dell'huomo infermo stato, ec.
Esempio: E Bocc. g. 4. p. 3. Hanno detto, che alla mia età non istà bene l'andare omai dietro a queste cose, cioè a ragionare di donne, o compiacer loro.
Esempio: E Bocc. Nov. 33. 20. E loro, che di queste cose niente ancor sapeano, cioè della partíta di Folco.
Esempio: Dan. Rim. Che ferma è di tener quel che m'uccide, Cioè la bella, e rea vosta figúra.
Esempio: Petr. Trionf. Fam. Crispo Salustio, e seco a mano a mano Uno, che gli ebbe invidia, e vide 'l torto, Cioè 'l gran Tito Livio Padoáno.
Definiz: §. Cioè a dire: vale lo stesso, che Cioè.
Esempio: Dant. Conv. Li Savj dicono, che la faccia del dono dee essere simigliante a quella del ricevere; cioè a dire, che si convenga con lui.
Esempio: E Conv. altrove. Io, dice Marzia, feci, e adempie' tutti gli tuoi comandamenti, cioè a dire, ec.
Esempio: Pass. 177. La terza circustanza si è ubi, cioè a dire in che luogo.
Esempio: E Passav. 186. La sesta condizione, che dee avere la confessione si è frequens; cioe a dire, che si faccia spesso,