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1) Dizion. 5° Ed. .
DIAMANTE.
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DIAMANTE.
Definiz: Sost. masc. Corpo il più duro che si conosca, lucido e trasparente, la cui sostanza è carbonio cristallizzato, e che sfaccettato chiamasi Brillante.
Dal lat. adamas adamanti; provenz. diaman; franc. diamant; spagn. diamante. –
Esempio: Benciv. Esp. Patern. volg. 28: Orgoglio ama alto luogo, ed umilità basso. Ciò è il diamante di nobile natura, che non degna sedere in oro, ma in povero metallo, siccome in ferro.
Esempio: Dant. Purg. 9: Sedendo in su la soglia, Che mi sembiava pietra di diamante.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 209: Mi parea pietra di diamante; cioè, lo solliare pareva a Dante che fusse di diamante.
Esempio: Sacch. Op. div. 262: Diamante si truova nelle parti d'India: ha color di ferro, e è fortissima oltre all'altre pietre; nasce in Etiopia,... e per sangue di becco s'adolca o rompe.
Esempio: Cellin. Pros. 51: Se bene il diamante si dice che somiglia all'acqua, non pensi nessuno che quest'acqua sia senza participare di colore.
Esempio: Tass. Gerus. 14, 39: Vi fiammeggia il carbonchio, e luce il saldo Diamante, e lieto ride il bel smeraldo.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 232: Quando i diamanti hanno fondo, avvegnachè smussati e spianati in su la ruota, attraggono molto bravamente.
Definiz: § I. E secondo che è lavorato, Diamante prende varj aggiunti, come Diamante A faccette, Diamante In punta, Diamante In tavola, Diamante Gruppito, che si dichiarano ai lor luoghi. –
Esempio: Cellin. Pros. 49: In nel detto bottone io legai in mezzo a esso un diamante in punta a faccette.
Esempio: E Cellin. Pros. 51: Come s'acconcia il diamante.... Ora discorreremo un poco di particella del modo che quelli (i diamanti) si conciano, cioè che di rozza forma e' si riducono a quella bella forma che di poi e' dimostrano, cioè in tavola, a faccette, e in punta.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 232: I diamanti gruppiti, cioè quelli che son lavorati in su la loro natural figura dell'ottaedro, rade volte falliscono.
Definiz: § II. E per Gioiello formato d'un diamante, come Anello, Spillo, Orecchino, e simili, secondo che è designato dal discorso. –
Esempio: Cellin. Vit. 299: Disse queste parole da parte del suo Duca: che quella unica virtuosa mano, che tanto bene aveva operato, per memoria di Sua Eccellenzia con quel diamante si adornassi la ditta mano.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 256: Aggiugnevavi Di più certo diamante, che dovevasi Donare alla fanciulla.
Esempio: E Cecch. Comm. ined. 306: Hanno impostomi [gli Otto] Che io vi dica, che venghiate subito Con un certo diamante, che è statovi Donato.
Definiz: § III. Diamante chiamasi quell'Arnese col quale i vetraj tagliano il cristallo, per essere appunto formato d'un pezzetto di diamante fissato in una specie di piccolo manico per lo più d'ottone. –
Esempio: Bart. D. Ghiacc. 134: Posi cinque libbre d'acqua commune in un vaso di vetro:... poi feci col diamante un frego in sul vaso ivi appunto dove era il confine.... dell'acqua.... Passato un mezzo quarto d'ora,... notai l'acqua in un quasi momento tutta essersi assodata in ghiaccio;.... ma il ghiaccio alto due dita sopra il segno fatto col diamante.
Definiz: § IV. Diamante, poeticam. si usò per Metallo o qualsivoglia altra materia durissima. –
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 246: Tu troverai quine li fati della tua generazione intagliati nel perpetuale diamante.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 12, 101: A par d'ogni fortissimo diamante La pelle gli indurò dal capo al piede.
Esempio: Car. Eneid. 6, 823: Vede nel primo incontro una gran porta, Ch'ha la soglia, i pilastri e le colonne D'un tal diamante, che le forze umane, Nè de gli stessi dei, romper nol ponno.
Esempio: Tass. Gerus. 7, 82: Si vedea fiammeggiar fra gli altri arnesi Scudo di lucidissimo diamante.
Esempio: E Tass. Gerus. 9, 58: Chiama egli (Dio) a sè Michele, il qual nell'armi Di lucido diamante arde e lampeggia.
Definiz: § V. E figuratam., più che altro in locuzioni poetiche, riferito a cuore, animo e simili, ed anche a persona, a significare impassibilità, durezza e simili. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 211: Nulla posso levar io, per mio 'ngegno, Del bel diamante ond'ell'ha il cor sì duro.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 176: La giovane, che non era di ferro, nè di diamante, assai agevolmente si piegò.
Esempio: Sacch. Nov. 2, 138: Io credo che l'uno di costoro sia di porfido, e l'altro di diamante.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 176: E se la fussi di diamante tutta, La non aspetterà il terz'assalto, Che la diventerà più che di cera.
Esempio: Tass. Gerus. 6, 73: Nè petto hai tu di ferro o di diamante, Che vergogna ti sia l'esser amante.
Esempio: E Tass. Gerus. 13, 23: Ben ha tre volte e più d'aspro diamante Ricinto il cor chi intrepido la guata.
Definiz: § VI. Diamante, chiamavasi nel linguaggio marinaresco un Pezzo di ferro lungo circa trenta centimetri da metter dentro alle palle d'artiglieria; onde Diamante in palle, si disser le Palle con tale ferro dentro; e Palle a diamante, le Patte unite con tal ferro. –
Esempio: Falc. Istruz. 19: Bisogna abbino borse di vacchetta e corni di buon polverino,... e ad ogni pezzo le palle, catene, diamanti ec.
Esempio: E Falc. Istruz. 20: Però in abbordare io spareria tutte le artiglierie e cariche di palle a diamanti,... o incatenate.
Esempio: E Falc. Istruz. 127: Diamanti in palle. Palle con mezzo braccio di ferro drento.
Definiz: § VII. Diamante chiamasi dai fonditori di caratteri tipografici, Il più piccolo carattere che si usi fondere; e chiamansi altresì con tal nome Le stampe fatte con esso, e propriamente quelle di piccol sesto.
Definiz: § VIII. A diamante, posto avverbialmente, vale A guisa, In forma, della superficie acuta del diamante. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 157, 1: Strumento d'acciaio di più grossezze e lunghezze, con testa quadrata, la superficie della quale è spartita in punte a diamante.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 199: Un piccolo stanzinetto.... costruito nella parte superiore in volta, con una punta a diamante rovescio nel mezzo, per uso di far ricadere i vapori dell'acqua bollente nella caldaia che è sotto.
Definiz: § IX. A punta di diamante, o di diamanti, o A punte, di diamante, o di diamanti, dicesi di qualsivoglia lavoro, od opera d'arte, le cui parti abbiano più facce e finiscano in punta come il diamante; e più particolarmente si dice di pietre acconce in sì fatto modo, adoprate nelle costruzioni sia di fortezze, sia di palazzi, e simili. –
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Introd. 1, 114: Prigioni e fortezze, dove si fa cantonate a punte di diamante ed a più faccie bellissime.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. appr.: La quale [cittadella], per rispetto dell'impresa de' Medici, è fatta a punte di diamante e di palle schiacciate, e l'una e l'altra di poco rilievo. Il qual composto tutto di palle e di diamanti uno allato all'altro è molto ricco e vario, e fa bellissimo vedere.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt. 3, 89: Mazzocchi a punte e a quadri tirati in prospettiva per diverse vedute, e palle a 72 facce, a punte di diamanti.
Esempio: Rucell. Or. Dial. 3, 3, 168: In triangoli a punte di diamanti.
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 175: La lastra.... apparisce scabrosa e con bel lavoro, quasi a punta di diamante, vagamente intagliata.