Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CUPÍDO.
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CUPÍDO.
Definiz: Sost. masc. Term. di Mitologia. Il figliuolo di Venere, e dio dell'amore: ma è voce propria dei poeti, dicendosi più comunemente Amore.
Dal lat. Cupido. –
Esempio: Dant. Parad. 8: Ma Dione onoravano e Cupído, Quella per madre sua, questo per figlio, E dicean ch'ei sedette in grembo a Dido.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 1, 480: Questo amor per diletto chiamano i poeti Cupído, e dicono che egli fu figliuolo di Marte e di Venere.
Esempio: Poliz. Rim. C. 25: Cupído, entro a' begli occhi ascoso, Al nervo adatta del suo stral la cocca.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 123: Ma Cupído,... non potendo più sopportar l'assenzia della sua bella Psiche, ec.
Esempio: Tasson. Secch. rap. 8, 47: Ch'a i chiusi lumi e a lo splendor del viso Fu loro di veder Cupído avviso.
Definiz: § I. Figuratam., trovasi per Uomo caramente diletto, che pur dicesi Amore. –
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 3, 58: Giunse alla torre presso alla mattina Dov'era Lionetto il suo Cupído.
Definiz: § II. Per Figura di Cupído; e nel plur., Figure dei fratelli di Cupído, comunemente Amorini. –
Esempio: Vasar. Appar. 285: Si videro il Giuoco e 'l Riso in simil guisa ridendo e scherzando apparire; dopo i quali,... si videro per le medesime strade.... quattro altri Cupídi uscire.